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La guerra all’ISIS di Danny Postel

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  La guerra all’ISIS Le voci siriane sono vistosamente assenti dal dibattito sull’ISIS e sull’intervento degli Stati Uniti, sia nei mezzi di informazione tradizionali che nella sfera della sinistra. Le autorità dell’ISIS e degli Stati Uniti occupano il centro della scena, lasciando fuori dalla discussione le prospettive degli attivisti e degli scrittori della società civile siriana. Anche se non è certo inaspettata, questa omissione è sconvolgente. Nel tentativo di riparare a questo squilibrio, ho chiesto a vari siriani – attivisti di lunga data e intellettuali di una varietà di contesti, compresi Curdi, Palestinesi e Cristiani assiri – che cosa pensano della crisi causata dall’ISIS e dell’intervento dell’Occidente. Ecco le loro risposte. Tre mostri Sono indeciso riguardo a un attacco occidentale contro l’ISIS. Da una parte mi piacerebbe vedere questa banda criminale cancellata dalla faccia della terra . L’ISIS è un’organizzazione criminale che ha ucciso mi

Richard Falk Dopo ‘Margine protettivo’: quale futuro per Palestina e Israele?

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Dopo ‘Margine protettivo’: quale futuro per Palestina e Israele? Di Richard Falk 22 settembre 2014 L’operazione militare israeliana di 50 giorni che ha ucciso 2.100 palestinesi, ne ha feriti 11.000 e ha indubbiamente traumatizzato l’intera popolazione di Gaza di 1.700.000 persone, ha ucciso anche 70 israeliani, 65 dei quali erano soldati. Questo recente violento sconto è finito senza una chiara vittoria per l’una o l’altra parte. Malgrado questo, Israele e Hamas stanno entrambi insistendo che è stata ottenuta la ‘vittoria’. Israele fa notare i risultati materiali, cioè i tunnel e i depositi di missili che sono stati distrutti, le uccisioni di obiettivi obiettivi presi di mira, e il complessivo indebolimento della capacità di Hamas di lanciare un attacco. Hamas, da parte sua, rivendica risultati politici, essendo diventata molto più forte politicamente e psicologicamente sia a Gaza che in Cisgiordania, rispetto all’inizio dei combattimenti, avendo rifiutato di cedere rigu

Tobia Zevi :Investire sulla convivenza

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  In Germania sfilano decine di migliaia di musulmani contro l’Isis e contro il terrorismo. A pochi giorni dalla grande manifestazione contro l’antisemitismo, una delle più grandi comunità islamiche d’Europa dà un segnale importante e mostra la forza della democrazia tedesca. Nei giorni scorsi le mobilitazioni sono continuate in altre capitali europee. Anche in Italia, a Milano, sono scesi in piazza alcuni rappresentanti dell’Islam italiano, contro la corruzione della loro religione. Sono semi di pace e convivenza fondamentali, possono germogliare o essere estirpati. Come ebrei, saremmo davvero miopi se non provassimo a investire su questo sforzo. Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi (23 settembre 2014) nvestire sulla convivenza

Vignetta araba: bombardamenti in Siria e incertezze occidentali

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Israele, migranti: Corte Suprema ordina chiusura centro-prigione Holot

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  Battuta di arresto per il governo Netanyahu che ha varato negli anni passati una dura politica di respingimento dei migranti africani provenienti da Sudan e Eritrea. Tel Aviv, 23 settembre 2014, Nena News – Con una decisione che costituisce un colpo alle politiche anti-migranti del governo del premier Benyamin Netanyahu, i giudici della Corte suprema israeliana hanno ordinato ieri  la chiusura  entro 90 giorni del Centro di accoglienza per migranti africani di Holot, nel Neghev, di fatto una prigione nel deserto sia pure con cancelli (semi) aperti. La sentenza ha accolto gli appelli di organizzazioni umanitarie locali e internazionali, tra le quali Human Rights Watch. I giudici hanno anche annullato un emendamento della legge sull’immigrazione che consente la reclusione fino a un anno per i clandestini in Israele. Il Centro di Holot era stato voluto con forza dal governo Netanyahu per placare le proteste degli israeliani che chiedono l’espulsione immedia

Amira Hass: le restrizioni israeliane su Gaza rendono fantascientifici i piani di ricostruzione

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Restrizioni Gaza piani turno di ricostruzione nella fantascienza Sintesi personale   Dieci dei 16 membri del governo di unità nazionale palestinese sono all'estero questa settimana. Quattro di loro : il primo ministro Rami Hamdallah , che è anche ministro degli interni; Il ministro degli Esteri Riad Malki,il  m inistro delle Finanze Shukri Bishara e il ministro dell'Economia Mohammad Mustafa - sono a New York per la riunione semestrale dei donatori per l'Autorità palestinese. Le sessioni si concentreranno sulla preparazione di una speciale conferenza dei donatori, al Cairo il 12 ottobre  per la  ricostruzione della Striscia di Gaza. Una task force guidata da Mustafa  la scorsa  ha stimato il costo della ricostruzione in  4.000 milioni  di dollari in tre anni .Hanno contribuito alle valutazioni il  Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e le squadre locali, i  rappresentanti di moschee locali, alcuni dei quali affiliati con Hamas.   Hoc

Amira Hass : Restrictions on Gaza turn reconstruction plans into science fiction

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Restrictions on Gaza turn reconstruction plans into science fiction  Ten of the 16 members of the Palestinian unity government are abroad this week. Four of them — Prime Minister Rami Hamdallah, who also serves as interior minister; Foreign Minister Riad Malki, Finance Minister Shukri Bishara and National Economy Minister Mohammad Mustafa — are in New York for the twice-yearly meeting of donors to the Palestinian Authority, on Monday. The sessions will focus on preparing for a special donors’ conference, in Cairo on October 12, on the reconstruction of the Gaza Strip. A task force headed by Mustafa last week estimated the cost of postwar reconstruction in the territory at around $4 billion over three years. Contributing to the assessments were the United Nations Development Program and local teams that included representatives from local mosques,