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The future of yesterday: Avraham Burg on Ari Shavit's new book

My Promised Land: The Triumph and Tragedy of Israel,” by Ari Shavit, Spiegel & Grau / Random House, 464 pages, $28 Ari Shavit’s “My Promised Land” is the best book written in recent years about the waning Zionist empire. The book draws a touching and painful picture, highly sympathetic and gently critical, of the Zionist narrative. It purports to depict and encompass, in a responsible, nonpartisan manner, the Israeli totality, which is no longer wholly Zionist. For the real-world, Israel hardly resembles the establishmentarian, traditional Zionism of Shavit and his yearnings. This is a story and a book that begin with high hopes, and end under an immense question mark. Shavit, as a gifted writer, both attentive and opinionated, takes the reader on a personal journey across the length and breadth of Zionist history. At times he swoops past years, events, people and places, and at times he pauses unhurriedly and probes into the depths of understanding and insight. To allow us

Scarlett Johansson non può promuovere sia i diritti umani che la violazione degli stessi, Stop Sodastream scrive a Oxfam Italia

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Cara Oxfam Italia, vi scriviamo come campagna Stop Sodastream in merito ad una questione che riguarda la vostra organizzazione a livello internazionale. L’attrice statunitense Scarlett Johansson, ambasciatrice Oxfam dal 2007, ha di recente firmato un contratto per diventare la nuova “ambasciatrice globale” per la ditta israeliana Sodastream. Come ben sapete questa azienda è al centro di un boicottaggio internazionale poiché trae profitto dall’occupazione dei Territori Palestinesi e dal regime di apartheid imposto da Israele in quanto la sua principale fabbrica è a Ma’aleh Adumim, uno degli insediamenti israeliani in territorio palestinese occupato che sono illegali secondo il diritto internazionale. Già nel 2012 vi avevamo scritto perché un'altra “ambasciatrice” per Sodastream, Paola Maugeri, era stata coinvolta in una vostra campagna. In quell’occasione, avete dimostrato grande coerenza con la politica di ferma condanna di Oxfam per quanto riguarda gli insediamenti israelia

Israele : lo Stato demolisce quattro case palestinesi a Gerusalemme Est

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    Sintesi personale Le autorità israeliane hanno demolito quattro case palestinesi a Gerusalemme Est costruite senza permessi . Un totale di 20 persone viveva in quattro edifici, due dei quali situati nel quartiere di Issawiya e due a Beit Hanina, Nel 2013, Israele ha distrutto 99 edifici  a Gerusalemme Est  lasciando 298 persone senza tetto, in base a  quanto dichiarato dall'agenzia delle  Nazioni Unite  OCHA. Palestinesi e gruppi per i diritti umani nella città dicono che Israele concede raramente i permessi, costringendo i residenti a costruire case senza autorizzazione . Israele definisce tutta Gerusalemme come sua capitale "eterna e indivisibile", mentre i palestinesi rivendicano il settore orientale, conquistato nel corso del 1967  e annesso unilateralmentepoco dopo,   State razes four Palestinian homes in East Jerusalem  

Abuna Mario : La grande bugia su Cremisan…

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  (ANSA) – GERUSALEMME, 15 AGO 2010- L’Esercito israeliano ha iniziato a smantellare il muro di protezione contro il lancio dei razzi nel rione di Gilo, a Gerusalemme. I militari hanno annunciato in un comunicato ‘il ritorno della calma’ nel settore, e iniziato la rimozione dei blocchi di cemento collocati nel 2001, dopo lo scoppio della seconda Intifada nell’autunno del 2000. Il muro e’ composto da circa 800 blocchi di cemento piazzati lungo 600 metri di perimetro. In attesa della dichiarazione della Corte Suprema di Israele per la costruzione del muro di Cremisan è interessante rileggere la notizia ANSA che nel ferragosto del 2010 ci aveva fatto un po’ arrabbiare come alcuni di voi sicuramente ricorderanno. Rileggerla oggi in attesa del giudizio della Corte, ha il sapore della beffa e della malafede. Abbiamo provato a portare alla Corte la dichiarazione dell’Esercito Israeliano che farebbe ben sperare perchè “ con il ritorno della calma ”non ci sono

Lorenzo racconta le ultime visite a Gaza

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Difficile in poche righe raccontare delle ultime tre discese a Gaza, in dicembre e in gennaio 2014. Troppi, troppo grossi i temi e inadeguato lo scrivente. I controlli sul versante israeliano sono sempre molto rigorosi ma in fin dei conti, col tempo, sveltiti sia in entrata che in uscita. Al “confine” di Hamas invece l’impressione è di una progressiva complicazione irrazional-burocratica. Comunque sia, dato che abbiamo i permessi da entrambe le autorità, con un poco di pazienza e qualche discussione si riesce a passare. Le strade semideserte e le persone amiche ci dicono della mancanza severa di carburante per le automobili, per i generatori di corrente e la centrale elettrica. La corrente viene erogata a zone, per sei ore al giorno, a rotazione. Lascio immaginare la difficoltà che questo pone alla gestione domestica e di più ancora alle già modeste attività lavorative. Un esempio che fa un poco sorridere (e molto no): qui sotto una foto della “nostra”

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, le aziende attive nelle colonie stanno facilitando l'abuso di diritti umani

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Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, le aziende attive nelle colonie stanno facilitando l'abuso di diritti umani Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, le aziende attive nelle colonie stanno facilitando l'abuso di diritti umani Scritto da Redattore ECC Palestine, 24.01.2014 http://www.eccpalestine.org/firms-active-in-the-settlements-are-facilitating-abuses-of-human-rights-un-report-says/ Il rapporto delle Nazioni Unite è il risultato di una missione di inchiesta sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est . Le informazioni raccolte dalla missione indicano che le imprese private hanno permesso, facilitato e tratto profitto, direttamente e indirettamente, dalla costruzione e dalla crescita degli insediamenti . Ha individuato una serie di attività commerciali che sollevano particolari preoccupazioni riguardo le violazioni dei diritti umani. Queste includono : 
 • La fornitura di attrezzature e materia