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Il discorso di Rohani (presidente dell’Iran) all’Assemblea Generale dell’Onu

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Testo integrale del discorso tenuto dal presidente della Repubblica Islamica d'Iran alla 68ª sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Sottolineati i passaggi più significativi su Siria, disgelo con gli Usa e nucleare. [Fonte: Publicintelligence.net ] [Il presidente della Repubblica Islamica d'Iran, Hassan Rohani Fonte: Repubblica.it ] In the name of God, the Compassionate, the Merciful Praise be to God, the Lordofthe worlaÿ. Blessing andPeace be upon our Prophet Mohammad and his kin and companions. Mr. President, Mr. Secretary-General, Excellencies, Ladies and Gentlemen, At the outset, I would like to offer my most sincere felicitations on your deserved election to the presidency of the General Assembly and seize the moment to express appreciation for the valuable efforts of our distinguished Secretary-General. Our world today is replete wit

La tragedia di Nairobi: una carneficina preannunciata

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di Andre Vltchek – 24 settembre 2013 Avevano avvertito che avrebbero attaccato e hanno mantenuto la parola. Dopo l’invasione keniota della Somalia il 16 ottobre 2011, Al-Shabaab ha ripetutamente minacciato di attaccare “grandi edifici” a Nairobi, in quella che considera una rappresaglia legittima per le dozzine di civili uccidi dalle forze armate keniota operanti nella Somalia meridionale. L’attacco è arrivato il 21 settembre 2013, quando un’unità pesantemente armata di Al-Shabaab ha guidato le sue auto dall’aspetto ordinario all’ingresso dell’esclusivo centro commerciale di Nairobi “Westgate”, poi si è aperta la strada con le armi all’interno del complesso innaffiando di raffiche di mitra l’intero atrio e lanciando bombe a mano. Centinaia di clienti del sabato sono rimasti immobilizzati per l’orrore. Molti sono morti nella prima ora. Ai mussulmani è stato consentito di uscire, ma prima dovevano dimo

Hamas è finita? Sta affrontando una ribellione di giovani e l’ostilità dell’Egitto e dell’Iran

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Hamas è finita? Sta affrontando una ribellione di giovani e l’ostilità dell’Egitto e dell’Iran Di Juan Cole 24 settembre 2013   Hamas è finita? Sta affrontando una ribellione di giovani e l’ostilità dell’Egitto e dell’Iran La milizia-partito di Hamas, un lontano ramo della Fratellanza Musulmana nella Gaza palestinese, è stata raramente dalla parte giusta della strada ma un insieme di difficili scelte politiche la ha lasciata più isolata e più disastrata che mai nella sua storia, come fa notare l’agenzia di stampa cinese Xihnhua. Per aggiungere il danno alla beffa, essa affronta un movimento giovanile Tamarrud (Ribellione) di forte  tendenza   laica che sta giurando  di fare quello che il Tamarrud egiziano ha fatto contro l’ex presidente Muhammad Morsi della Fratellanza Musulmana. Israele ha imposto un blocco su tutta Gaza nel 2007 dopo che era fallito il suo tentativo di rimuovere il partito al potere in quella regione. I

Iran : Chance per la diplomazia israeliana

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    Sintesi personale   La preoccupazione e la paura sono comprensibili . Il  nuovo presidente  ha davvero intenzione di congelare l'arricchimento dell'uranio ? La disponabilità al dialogo del nuovo ministro degli esteri  riflette le posizioni del leader supremo ? L'ansia per il programma nucleare iraniano finalmente si dissiperà  ? L' amara esperienza dei  negoziati con l'Iran giustifica queste preoccupazioni e il vero banco di prova non sono  i discorsi  del Presidente Hassan Rohani  o le dichiarazioni pubbliche dei suoi ministri . Israele non è l'unico che  esaminerà le azioni della nuova amministrazione in Iran . I paesi occidentali non hanno false illusioni o ingenuità . Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama  ha più volte chiarito che non permetterà all' Iran di avere  le armi nucleari . Allo stesso tempo , sarebbe un grave errore per Israele e per  la comunità internazionale , ignorare le recenti dichiarazioni da Teheran e il ca

Hebron sotto coprifuoco

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il manifesto 24.09.2013 http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130924/manip2pg/08/manip2pz/346222/ T ERRITORI OCCUPATI - Dopo l'uccisione di un soldato israeliano. All'Onu Obama vede Abu Mazen Hebron sotto coprifuoco GERUSALEMME - Si affannano a lanciare ammonimenti i dirigenti dell'Autorità nazionale palestinese. Le uccisioni avvenute negli ultimi giorni di due soldati israeliani, a Qalqilya e Hebron, non devono pregiudicare i negoziati, hanno ripetuto quasi in coro. «Sono cinque i palestinesi uccisi negli ultimi due mesi durante scontri con l'esercito israeliano nei campi profughi di Qalandia e di Jenin ma abbiamo sempre proseguito le trattative» ha detto il portavoce del governo palestinese Ehab Bessaiso. Un aggrapparsi a negoziati senza futuro che lascia perplessi non pochi palestinesi. Senza contare il disinteresse (o l'opposizione) che gli israeliani, a partire da alcuni ministri, provano verso gli Accordi di Oslo del 19

Bradley Burston : con Benjamin Netanyahu nulla cambierà nè in iran, nè ad Hebron

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  Sintesi personale Questo mese Benjamin Netanyahu ha reso ufficiale il suo pensiero : Non è cambiato nulla . Nulla cambierà . Non a Teheran , non a Hebron . In  nessuna parte . Sul fronte nucleare , piuttosto che aspettare e vedere ciò che potrebbe  portare di nuovo il  presidente iraniano Hassan Rohani  alle Nazioni Unite , ha già dichiarato : "Uno stato  che sviluppa o acquisisce armi di distruzione di massa è molto probabile che le userà " Poi c'è Hebron.  Domenica sera  un cecchino ha ucciso un soldato israeliano in servizio nella città della West Bank , dove meno di un migliaio di ebrei vivono  fortemente protetti in mezzo  a un quarto di milioni di palestinesi .   Netanyahu ha ordinato che i coloni potevano   occupare  una casa di Hebron da dove  l'IDF li aveva forzatamente  espulsi tempo fa . Questi non sono gli atti di  una nazione  guidata verso un futuro  da un condottiero vigoroso . Questi sono gli atti di un vecchio uomo amareg

Siria: “Avevo cinque figli, ora ne ho quattro”: di Robert Fisk

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di Robert Fisk – 24 settembre 2013 “Ho incontrato gli uomini che hanno assassinato mio figlio, e loro mi hanno detto che neppure sapevano chi stavano uccidendo”. Sheikh Ahmad Bareddin Hassoun, il Gran Mufti della Siria, siede su una poltrona dallo schienale diritto, con il suo immacolato turbante bianche sopra un volto affilato, intelligente e molto turbato. Suo figlio Sania era studente al secondo anno presso l’Università di Aleppo quando è stato ucciso mentre saliva in auto. “Sono andato a vedere i due uomini in tribunale e loro hanno detto che avevano solo avuto il numero della targa, che non avevano saputo chi avevano ucciso fino a quanto non erano andati a casa e avevano visto le notizie in televisione.”   Gli chiedo la sua reazione alla confessione degli uomini e il Gran Mufti si mette le mani sugli occhi e piange. “Aveva solo ventun anni, il mio figlio più giovane. E’ stato il 10 ottobre dell’an