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Siria: “Avevo cinque figli, ora ne ho quattro”: di Robert Fisk

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di Robert Fisk – 24 settembre 2013 “Ho incontrato gli uomini che hanno assassinato mio figlio, e loro mi hanno detto che neppure sapevano chi stavano uccidendo”. Sheikh Ahmad Bareddin Hassoun, il Gran Mufti della Siria, siede su una poltrona dallo schienale diritto, con il suo immacolato turbante bianche sopra un volto affilato, intelligente e molto turbato. Suo figlio Sania era studente al secondo anno presso l’Università di Aleppo quando è stato ucciso mentre saliva in auto. “Sono andato a vedere i due uomini in tribunale e loro hanno detto che avevano solo avuto il numero della targa, che non avevano saputo chi avevano ucciso fino a quanto non erano andati a casa e avevano visto le notizie in televisione.”   Gli chiedo la sua reazione alla confessione degli uomini e il Gran Mufti si mette le mani sugli occhi e piange. “Aveva solo ventun anni, il mio figlio più giovane. E’ stato il 10 ottobre dell’an

I vettori del gas “non venduti alla Siria”di Robert Fisk

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  I vettori del gas “non venduti alla Siria”  – 22 settembre 2013 Mentre il regime di Assad a Damasco ha negato la responsabilità dei missili al gas sarin che hanno ucciso circa 1.400 siriani nel sobborgo di Ghouta il 21 agosto, circolano ora in città informazioni che le nuove “prove” russe a proposito dell’attacco comprendono le date di esportazione degli specifici razzi usati e – cosa più importante – i nomi dei paesi ai quali sono stati venduti in origine. Sono stati apparentemente fabbricati nell’Unione Sovietica nel 1967 e venduti da Mosca a tre paesi arabi: Yemen, Egitto e alla Libia del colonnello Gheddafi. Questi dettagli non possono essere verificati mediante documenti e Vladimir Putin non ha rivelato i motivi per cui ha dichiarato a Barack Obama di sapere che l’esercito di Assad non ha lanciato i missili al sarin; ma se l’informazione è corretta – e si ritiene sia pervenuta da Mosca – la Russia non ha venduto questa particolare partita di mun

Israele lancia il blitz dei media contro Rouhani

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  Annie Robbins il 20 settembre 2013  Sintesi Israele: Il tempo si è "esaurito", non c'è più tempo per ulteriori negoziati con l'Iran , l'Iran avrà la bomba in 6 mesi, il presidente iraniano Hassan Rouhani è un "lupo travestito da pecora." Molto semplicemente Israele sta andando fuori di testa:   "Non c'è bisogno di essere ingannati dalle parole ...  Rouhani  continua  il suo programma nucleare con vigore mentre  viene intervistato ". E Netanyahu  grida : "... Uno stato che sviluppa  armi di distruzione di massa è certamente probabile che li userà ".Perchè questo agitarsi ?   Obama e Rouhani probabilmente si incontreranno  la prossima settimana alle Nazioni Unite e tutti parlano "dell' iniziativa  diplomatica degli Usa con  Rouhani " che  sul Washington Post   dichiarava la fine dell' 'età di faide"e qualche giorno prima aveva concesso  un'intervista esclusiva alla NBC News  

Oltre 300 israeliani di destra entrano ad al-Aqsa con guardie armate

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  1  (New York Times) 21 settembre di Jodi Rudoren - Gruppi ebrei in numero sempre più crescente   si recano al  Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme, un luogo sacro controllato per secoli dai musulmani che considerano   le visite come una provocazione . Per decenni  un a  minoranza di fanati ci lo frequentava ,  ma ora sempre più ebrei tradizionali sono in coda per entrare così  come i  politici e i  rabbini , sfidando  le  regole che da sempre hanno vincolato l' accesso ebraic o . I leader palestinesi dicono che tutto ciò sta creando  tensione   e hanno invitato i musulmani a difendere il sito da 'incursioni'. c ollegamento a www.nytimes.com 2  Centinaia di elementi di destra israeliani entrano ad al Aqsa sotto scorta GERUSALEMME (Ma'an) 22 settembre - Oltre 300 elementi della destra israeliana sono entrati ad al-Aqsa d Domenica. Quattro  gruppi composti da rabbini, famiglie ed elementi di  destri sono entrati  nel comple

Anna Svelto racconta nelle sue immagini “Palestina, un carcere a cielo aperto”

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  La mostra durerà dal 21 settembre fino al 28 settembre, ore 14 Calendario - 21 settembre 2013 - Palestina , un carcere a cielo ... Le foto raccontano la vita quotidiana dei palestinesi, una vita molto dura. Ho definito la Palestina, un carcere a cielo aperto ed ho affermato che tutto quello che sappiamo della Palestina è veramente poco. Un conto è sapere, un altro è vedere con i propri occhi quello che è la negazione dei diritti civili elementari di un popolo. In Palestina mi hanno fatto promettere che non avrei lasciato nel silenzio la mia testimonianza della loro tragedia. La serie di fotografie scelte contiene scatti che testimoniano gli incontri con coloro, palestinesi ed italiani religiosi e non, che aiutano il popolo palestinese ad affrontare le gravi difficoltà del vivere nei territori occupati dagli israeliani ed anche, la paura degli israeliani, vittime della stessa loro politica aggressiva di insediamenti, di demolizioni, di espulsioni. E su tutto, il

Hebron, ucciso un soldato israeliano . La reazione del governo israeliano

Hebron, ucciso un soldato israeliano Dopo il rapimento e l'uccisione di un soldato israeliano a Qalqiliya sabato, ieri un altro militare israeliano è stato ucciso in Cisgiordania. Stavolta ad Hebron, di fronte alla Moschea di Abramo, in Area H2. Il soldato - il sergente Gabriel Koby, 20 anni, residente a Tirat Hacarmel - è stato colpito da un proiettile, probabilmente sparato da un cecchino appostato su un tetto. È morto poco dopo in ospedale per le ferite riportate. Ieri ad Hebron è stata una giornata tesa: oltre 11mila ebrei si trovavano nella città palestinese per celebrare il Sukkot, festa ebraica che commemora la traversata nel deserto verso la terra promessa. Il luogo di ritrovo, la Tomba dei Patriarchi - sito sacro per ebrei, musulmani e cristiani - in Area H2, sotto il controllo civile e militare israeliano. La zona è interdetta, insieme alla vicina Shuhada Street, al transito e all'ingresso dei cittadini palestinesi di Hebron non residenti ne

Kenya : CONSIGLIO ISLAMICO, TERRORISTI NON RIUSCIRANNO A SEMINARE ODIO

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  Vogliamo ribadire la nostra condanna più ferma all’attentato in corso al Westgate di Nairobi e sottolineare che l’uccisione di civili innocenti, tra cui donne e bambini è contraria ad ogni precetto dell’Islam”: è il commento che Adan Wachu, segretario generale del Consiglio supremo dei musulmani del Kenya ha affidato alla MISNA mentre è in corso per il terzo giorno consecutivo, l’attacco terroristico contro il centro commerciale nella capitale. “Non riusciranno a dividere su fronti opposti, cristiani e musulmani. Questo atto vigliacco ha avuto come primo effetto quello di unire i keniani contro l’estremismo” aggiunge Wachu che ieri aveva invitato i musulmani del Kenya a partecipare numerosi alle raccolte di sangue organizzate per far fronte all’emergenza nella capitale, dove negli ospedali sono stati ricoverati in poche ore centinaia di feriti

I simboli del potere e l'alleanza anglo-sionista: si avvicina il centenario della Dichiarazione Balfour

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MEMO – Middle East Monitor 01.09.2013 http://www.middleeastmonitor.com/articles/guest-writers/7138-powerful-symbols-and-the-british-zionist-alliance-approaching-the-centenary-of-the-belfour-declaration I simboli del potere e l'alleanza anglo-sionista - si avvicina il centenario della Dichiarazione Balfour   Prof. Nur Masalha   La Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 fu centrale nell'alleanza anglo-sionista del tempo di guerra e un potente strumento della propaganda ebraico-sionista. Poiché si avvicina il centenario della Dichiarazione è tempo per una nuova valutazione dei suoi effetti e delle politiche britanniche verso la Palestina e il suo popolo. Questo saggio invita inoltre il Regno Unito a riconoscere la sua responsabilità storica per le conseguenze disastrose del colonialismo sionista in Palestina e la successiva catastrofe palestinese (Nakba).   Il Sionismo politico non sarebbe stato

Video : Gaza è strangolata e il suo popolo soffocato anche dall' Egitto

  Video report: Gaza è strangolata e il suo popolo viene soffocato. "Mi sento così depressa , mi sento bloccata ed umiliata e violata perché ci viene negato uno dei diritti più elementari, il diritto di avere un'istruzione, il diritto di viaggiare ", dice Shahd Abusalama in questo video report da Gaza, realizzato da The Real News Network di Yousef Al-Helou. Abusalama, che blogga regolarmente per The Electronic Intifada, è una delle migliaia di palestinesi intrappolati a Gaza, non in grado di viaggiare a causa della chiusura del valico di Rafah da parte dell'Egitto. Il valico di Rafah è l'unico collegamento con il mondo esterno per la stragrande maggioranza di quasi 1,7 milioni di abitanti di Gaza, da quando Israele ha imposto il suo stretto assedio a partire dal 2006. In attesa ci sono centinaia di studenti, come Abusalama, che sperano di occupare posti universitari o di poter usufruire delle borse di studio all'estero, ed aspetta

Gomel : Il sogno di Herzl: lo stato democratico degli ebrei

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    di Giorgio Gomel, Shalom , settembre 2013 Qualche mese fa, l'editore Treves ha ristampato “Lo Stato degli Ebrei” di Theodor Herzl, con presentazione di Shimon Peres e introduzione di Amos Luzzatto. É l'edizione del 1955, con un “messaggio ai lettori” di Augusto Segre che commemorava allora il 50esimo anniversario della morte di Herzl e un dotto prologo di Dante Lattes. Una finezza editoriale, la cui lettura o rilettura oggi é affascinante e istruttiva. Se Herzl fosse vivo e guardasse oggi Israele, ne sarebbe scosso, preoccupato, forse deluso. Sia per il conflitto irrisolto che contrappone dolorosamente i due popoli su quel lembo di terra contesa – che non immaginava nella sua mentalità di liberale europeo dell'800, figlio di un'Europa ritenuta portatrice di civiltà e convinto che l'emigrazione degli ebrei da quell'Europa verso la Palestina sarebbe stata pacifica e accettata dagli abitanti del luogo come fonte d