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La pace che verrà. Se verrà di

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  1  Dopo la furia delle Primavere arabe, la questione palestinese volutamente dimenticata torna al centro del Medio Oriente e della diplomazia globale. C’era sempre stata, sotto traccia: l’occupazione israeliana continuava, le colonie crescevano, Hamas si armava di razzi sempre più efficaci. Ma le rivolte di quella regione, la distrazione americana e la convinzione israeliana che il suo problema con la Palestina potesse essere rinviato all’infinito, l’avevano retrocessa a questione ipotetica.E’ una conseguenza di quelle Primavere, quantomeno di quella egiziana in buona parte realizzata (i 4,8 miliardi di prestito del Fondo Monetario Internazionale sono un atto di fiducia) se oggi si riparla di Stato palestinese. Con tutti i diritti di Israele in questo conflitto nel quale nessuno ha solo ragione né solo torto, non è ammissibile che non si trovi una soluzione al più antico dei conflitti ereditati dal passato: sopravvissuto agli imperi che hanno governato quella terra, alla Guerra Fredd

La dura verità di Gaza

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  SINTESI PERSONALE Articolo Qualunque cosa accada a Gaza  tutte le parti devono accettare alcune verità molto dure. In caso contrario  lo spargimento di sangue riprenderà, la rabbia e la frustrazione si diffonderanno  e la regione  sperpererà  la speranza e le potenzialità del fragile cessate il fuoco. Cominciamo con ciò che è, per una pubblicazione ebraica, una fondamentale convinzione: Israele dovrebbe avere il diritto di essere accettato come una nazione libera e per difendersi dagli attacchi. Questo non dovrebbe essere solo un valore ebraico, ma dovrebbe essere un valore abbracciato da tutti. Read more: http://forward.com/articles/166584/gazas-hard-truths/#ixzz2DG2Px1Aa Cominciamo con ciò che è, per una pubblicazione ebraica, una fondamentale convinzione: Israele dovrebbe avere il diritto di essere accettato come una nazione libera e per difendersi dagli attacchi. Questo non dovrebbe essere solo un valore ebraico, ma dovrebbe essere un valore abbracciato da tutt

Israele e l'asse sunnita di Nahum Barnea

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The Sunni axis/ Nahum Barnea  Sintesi personale Il cessate il fuoco negoziato al Cairo ha caratteristiche  multinazionali. C'era Hamas e il nuovo regime islamista dell'  Egitto.   Dietro  l'Egitto c'era la Turchia e  il Qatar. E sullo sfondo c'erano  i funzionari americani di più alto rango: il presidente Obama , con le sue  telefonate a Morsi ,  il segretario di Stato Clinton. Di fronte a loro il capo del Mossad, Tamir Pardo  e dietro di lui  il primo ministro Netanyahu. Tale onore non è mai stato concesso a Hamas , nemmeno durante i giorni dei negoziati per il rilascio di Shalit. Quando Hamas analizzerà i guadagni e le perdite dell' ultimo round di violenza, il riconoscimento internazionale dell'organizzazione sarà  in cima alla lista dei guadagni. Diplomaticamente  Hamas è uscito più forte da questa tornata di scontri  e l'esercito israeliano lo ammette . La questione è se questo sia un bene o un male per Israele. I negoz

Hebron :Qui i palestinesi resistono con la nonviolenza

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A sud di Hebron ho visto una luce nuova. Qualcuno che con umiltà prova a dire che il male si vince col bene 19 novembre 2012 - A. (volontaria italiana dell'Operazione Colomba in Palestina) La luce della nonviolenza   Siamo nei Territori palestinesi militarmente occupati da Israele, in Cisgiordania, a sud di Hebron. E’ un villaggio di pastori e contadini palestinesi che vivono coltivando la terra (lottando contro i sassi e la siccità) e allevando pecore. Questi  resistono con la nonviolenza  agli attacchi violenti di coloni nazional religiosi venuti a vivere qui negli anni '80. Da qui vedo chiaramente cose che prima mi erano, almeno in parte, nascoste da una propaganda politica e mediatica di cui non del tutto consapevolmente sono e siamo vittime. Demonstration in Susiya Autore: Operazione Colomba Fonte: http://www.operazionecolomba.it Chiudi La cecità la riconosco tutte le volte che abbiamo creduto che musulmano e fondamentalista islamico fossero la

L’attacco di Israele contro Gaza: tutt’altro che legittima difesa

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L’attacco di Israele contro Gaza: tutt’altro che legittima difesa  Jérome E. Roos – 23 novembre 2012 Chiedete a qualunque israeliano cosa ne pensi degli attacchi aerei su Gaza e – secondo un sondaggio di Haaretz – c’è un 84% di probabilità che vi risponda che i palestinesi se lo sono voluto; che gli attacchi mortali sono stati non solo giustificati bensì necessari per preservare la sicurezza dei cittadini israeliani. Che si è trattato di legittima difesa. Pungolati riguardo all’elevato numero di morti civili, in particolare le dozzine di bambini uccisi dalle incessanti incursioni missilistiche e dei bombardieri israeliani, la risposta è pressoché unanime: loro , i palestinesi, usano i civili come scudi umani. Non è colpa nostra se alcuni bambini si sono trovati in mezzo. A tutto martedì, 20 novembre, il Centro Palestinese per i Diritti Umani ha contato 136 morti (tra cui 91 civili) e 941 feriti (di cui 922 civili). Mercoledì 21, il giorno del cessate il fuoco, si è di

Raccontare questa guerra di Gaza di Sherine Tadros

E’ incredibile osservare le centinaia di giornalisti stranieri e locali che raccontano questa guerra.   di Sherine Tadros    Nel 2008, Israele e l’Egitto chiusero le frontiere e confinarono i giornalisti ai margini del conflitto che si svolgeva nella Striscia di Gaza: Io e Ayman Mohyeldin (oggi corrispondente affari esteri della NBC) eravamo gli unici a descrivere al mondo che cosa stava succedendo. Non potevamo raccontare ogni sciopero, ogni tragedia; non potevamo essere ovunque e non siamo stati svegli 24 ore al giorno. In questi giorni invece, Gaza è sotto i riflettori: per via dei social media, della stampa, radio e TV – non c’è la possibilità di ignorare quel che infuria all’interno.                        Ho le mie teorie sul motivo per cui Israele questa volta ha deciso di non bloccare i giornalisti, ma tutto ciò sarà oggetto di un altro articolo. Gaza non è una storia particolarmente difficile da raccontare; tutto sta accadendo attorno a noi. Il problema princi

Amira Hass : Nonostante le sofferenze di Gaza, la posizione di Hamas è in salita

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Nonostante le sofferenze di Gaza, la posizione di Hamas è in salita.   Dopo Piombo Fuso Hamas si è proclamato vittorioso, ma non è riuscito a convincere il pubblico in generale della Striscia di Gaza. Tuttavia, questa volta anche coloro che non sono sostenitori dell’organizzazione considerano con rispetto il suo risultato politico.   di Amira Hass    E’ naturale che entrambe le parti in conflitto al cessate-il-fuoco pretendano di essere i vincitori. Facendo il bilancio delle vittime e valutando la dimensione delle distruzioni, è chiaro chi ha vinto – e ci sono quelli che stanno ancora facendo questi calcoli cinici, mentre si fa vago il gran numero delle donne e dei bambini palestinesi computati tra i morti e i feriti.                     Ma se la “vittoria” viene misurata dal favore che ciascuna parte mostra nei confronti della propria dirigenza, è evidente che si può affermare che il trofeo è andato proprio ad Hamas. Per la delusione di molti israeliani, no

Paola Caridi : Hamas tra muqawwama e sdoganamento e articoli di Novembre

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1   Hamas tra muqawwama e sdoganamento November 24th, 2012 - 1:01 pm Share C’è una parola che è tornata in auge nella retorica di Hamas, durante l’ultima guerra di Gaza, ed è muqawwama. Resistenza, muqawwama appunto. Una parola – a dire il vero –  mai espunta dal linguaggio usato dai leader e dai militanti di Hamas in tutta la  sua esistenza, che nel prossimo dicembre celebra il quarto di secolo. Muqawwama, anzi, è parte costitutiva di un movimento, quello islamista palestinese, che ha inserito il termine nello stesso acronimo che lo definisce: Hamas, movimento di resistenza islamico. Dov’è, allora, la differenza rispetto al prima? La differenza è tutta negli ultimi cinque anni,  dal 2007 a oggi, da quando Hamas non è più solo movimento, ma è anche – e sempre di più – regime. Un regime, una burocrazia, un governo che controlla un territorio con limiti  ben precisi, definiti dal confine che chiude – anche con l’embargo – la piccola Striscia di [...] continua