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Dove erano le voci palestinesi al Tribunale Russel sulla Palestina?

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  Il Tribunale Russell ha lo scopo di esporre e di definire le responsabilità per le violazioni dei diritti umani commesse da Israele contro i palestinesi. Ma privilegiare le voci degli 'esperti' rispetto a quelle delle vittime, non serve forse a rafforzare le strutture di potere dominanti? da Elisha Baskin La quarta e ultima sessione del Tribunale Russell sulla Palestina si è svolta lo scorso fine settimana a New York City. Il tribunale è un " tribunale internazionale del popolo creato in risposta alla inazione della comunità internazionale per quanto riguarda le riconosciute violazioni del diritto internazionale commesse da Israele." Il suo obiettivo dichiarato è quello di affrontare la compiacenza e la responsabilità degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite e degli altri attori internazionali nel facilitare e consentire gli abusi israeliani dei diritti umani in Palestina .    L'affluenza e l'entusiasmo per l'evento erano alti, molto probab

Palestina, Gybo: due anni dopo il 'Fuck you', "siamo ancora qui"

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  Il 15 marzo del 2011 i giovani palestinesi scendevano in piazza per chiedere  la fine delle lotte fratricide tra Hamas e Fatah e la riconciliazione nazionale. Il gruppo dei Gybo pubblicava il manifesto del ‘Fuck you’. A distanza di due anni il racconto di cosa accadde dopo nelle parole di un attivista.    di Cecilia Dalla Negra  Mohammed Matter – ‘Abu Yazan’ per gli amici – il 15 marzo del 2011 se lo ricorda bene. Ricorda Katiba Square, a Gaza city, piena di giovani manifestanti. Ricorda l’entusiasmo, la fatica, il lavoro per arrivare a quella data. Ricorda gli slogan. Ma, soprattutto, ricorda la violenza.  Non è sicuro invece se quello fosse proprio un ‘manifesto’. Nell’articolo che ha scritto per al Jazeera si domanda se non fosse, piuttosto, un “grido d’aiuto, un atto d’accusa. O forse, ancora, un appello al mondo e a noi stessi per il cambiamento”. Mohammed è un giovane scrittore, uno studente e un attivista. Un ragazzo palestinese e un membro del Gaza Youth

Estelle, assedio e Gaza: dichiarazioni di Chomsky

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Conferenza stampa presso il porto di Gaza. Testo italiano: “Desidero, prima di tutto, esprimere il mio enorme rispetto per le persone a bordo della Estelle. Persone che si trovano là, da qualche parte. Dovrebbero sapere che i nostri pensieri, le nostre speranze ed i nostri desideri li accompagnano. I membri dell’equipaggio di questa nave come quelli delle precedenti o come quelli delle navi su cui si sono imbarcati Hagit e David, queste persone ci mostrano il vero coraggio, la determinazione e la convinzione di agire per rompere e terminare questo criminale assedio e portare giustizia e libertà al popolo della Palestina. Per la gente di Gaza queste navi sono la drammatica dimostrazione che il mondo non vi ha dimenticato e che i popoli della terra esprimono solidarietà e sostegno per la vostra sofferenza e per l’oppressione che vivete. E queste navi dimostrano l’impegno a voler terminare questo stato di cose. Per la gente fuori da Gaza la Flottilla questa nave in parti

Chomsky e la soluzione a due Stati

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Commenta L'intellettuale ebreo statunitense Noam Chomsky dalla redazione Roma, 22 ottobre 2012, Nena News - Questa mattina, secondo fonti ufficiali, l'aviazione israeliana ha bombardato il Nord della Striscia di Gaza uccidendo due palestinesi . Secondo l'esercito di Tel Aviv, le vittime sono militanti di Hamas che avrebbero lanciato mortai contro le truppe israeliane. Come reazione, l'aviazione avrebbe colpito un campo di addestramento di Hamas. Nel primo attacco, a Jabalia, sono rimaste ferite quattro persone. Fatale l'aggressione per il 26enne Abdul-Rahman Darwish Abu Jalalah, morto in ospedale. Poco più tardi i caccia israeliani hanno centrato la città di Beit Hanoun, uccidendo il 26enne Yasser Juma Tarabin. In entrambi i casi Hamas li ha definiti propri combattenti. L'attacco attiva a poche ore dal tentativo della Estelle-Ship to Gaza di raggiungere la Striscia per con

BREAKING THE SILENCE: Un bambino palestinese di 10 anni torturato per un giorno dentro un gabinetto.

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  Un bambino di poco piu' di 10 anni torturato per un giorno dentro un gabinetto. È stata una pazzia testimonianza numero di catalogo: 70.027 Rank: sergente maggiore unità: Brigata Nahal posto: Atarot / Qalandiya periodo: ottobre 2000 Avevano preso un bambino, davvero un bambino, un ragazzino di undici o dodici anni, non so quanti anni   che aveva lanciato pietre. Sono riusciti a prenderlo. E ' stato un vero e proprio abuso. E ' stato un abuso e non credo che abbiano fatto qualcosa al riguardo. Lo spinsero in bagno,  mi ricordo il soldato, era un amico, un amico della compagnia. E si vantava di spingere la testa del ragazzo nella toilette.   D: Nella tazza? R: Nella tazza. Si vantava di questo. Gli  ha sbattuto la testa sulla tazza e non so che altro. Lo hanno spinto  nel bagno, chiuso a chiave lì tutto il giorno. Il bambino è stato chiuso in bagno un giorno intero per ordine del comandante di compagnia  per dargli una lezione. E ' stato se

Parlando teoricamente: le elezioni negli Stati Uniti e il Medio Oriente

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Le elezioni statunitensi sono chiaramente collegate al Medio Oriente, almeno in teoria. In termini pratici, tuttavia, la linee di politica estera degli Stati Uniti in quella regione sono costrette dalle dinamiche tipiche del Medio Oriente e dal clima politico degli Stati Uniti, dalle loro sventure economiche, o dalle loro ambizioni. Ci sono poche prove storiche che la politica estera statunitense  nel mondo arabo sia stata guidata da impulsi morali. Quando si tratta di Medio Oriente – e di gran parte del mondo – è soprattutto un fatto di stile.  I due principali partiti politici del paese, si sono dimostrati ugualmente intervezionisti. Negli scorsi due decenni i democratici sembravano pendere più verso l’unilateralismo in politica estera e anche in guerra, mentre i Repubblicani, come è stato evidenziato dall’Amministrazione di George W. Bush, sono molto meno preoccupati delle pure definizioni della loro condotta. L’Amministrazione di Bill Clinton (1993-2001) ha mant

Yonatan Shapira "hanno usato contro di noi pistole taser"

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    Gli attivisti che sono stati arrestati a bordo della Estelle , una nave diretta a Gaza che è stata sequestrata dalla Marina di Israele sabato, ha accusato i soldati di avere usato pistole taser per sopraffarli. L' attivista israeliano filopalestinese Yonatan Shapira, che è stato arrestato dai militari, ha riferito a sua madre, la dottoressa Zvia Shapira, che i soldati hanno usato pistole stordenti per bloccare gli attivisti. L'IDF sabato aveva dichiarato  che la nave era stata sequestrata senza l'uso della forza. Shapira ha chiamato sua madre dalla stazione di polizia di Ashdod, dove lui e gli altri due attivisti israeliani sono stati condotti  dopo l'arresto, dichiarando  che erano tutti illesi. Zvia Shapira avrebbe parlato con il figlio fuori dalla stazione di polizia, dove si trovava con gli amici degli altri detenuti che stavano facendo una manifestazione di sostegno. Ha poi raccontato la sua storia per gli altri: "Yonatan ha dett