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Giorgio Forti :Günter Grass, Israele e l’Iran

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  Categoria:  Rete ECO Pubblicato Sabato, 21 Aprile 2012 23:37 Scritto da Giorgio Forti 14 aprile 2012  La coraggiosa presa di posizione di Günter Grass contro la politica aggressiva di Israele e l’averne messa in evidenza la pericolosità per la pace in Medioriente e nel mondo intero ha suscitato una vasta discussione, che si spera venga presa in considerazione anche dai governi, in primo luogo quelli occidentali, che dovrebbero avere ( anche se non la stanno dimostrando) la cultura storica e politica richiesta per farne buon uso. La reazione ultranazionalista e razzista del governo israeliano era scontata, ed è stata espressa dal ministro dell’interno che ha dichiarato Grass  persona non grata  in quanto antisemita nazista (sono questi gli insulti ormai consueti con cui vengono trattati tutti gli oppositori). Il meglio della cultura israeliana è tuttavia sceso in campo a difendere Grass: giornalisti, scrittori ed alcuni universitari. Così Tom Segev, Gideon Levy, Uri Avnery, ed

Processo Arrigoni. Quando i social network sono più informati del governo italiano

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Presentata alla Camera e al Senato un’interrogazione parlamentare scritta per chiedere al Governo di fare luce sui fatti che portarono al rapimento e all’assassinio di Vittorio Arrigoni a Gaza lo scorso anno, e sull’andamento del processo. La risposta non si fa attendere, e conferma il disinteresse e la vacuità della posizione italiana. Twitter 1 - Governo 0.    di Cecilia Dalla Negra Su Twitter, uno fra i più popolari social network del mondo, le notizie sul  processo  ai presunti assassini di Vittorio Arrigoni in corso presso la Corte militare di Hamas arrivano puntuali, in tempo reale, e senza l’uso del condizionale.  È sufficiente collegarsi con i ragazzi di Gaza amici dell’attivista italiano ucciso il 15 aprile 2011, o leggere le cronache puntuali de “Il Manifesto” per sapere come procede – o piuttosto  non procede – il dibattimento in tribunale, a Gaza City.  A usare il condizionale, il “forse”, il “potrebbe essere” è invece il Governo italiano, testimone assente s

SIRIA :LE ARMI DIETRO LA CRISI E LE RESPONSABILITÀ ITALIANE da Misna

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Ancora nel 2010 paesi dell’Unione Europea hanno autorizzato trasferimenti di armi e componenti a uso militare verso la Siria: la Grecia ha autorizzato il trasferimento di componenti destinati all’aviazione di Damasco per oltre mezzo milione di euro, la Gran Bretagna munizioni per un valore di circa 33.000 euro. L’anno precedente era stata invece l’Italia a fare la parte del leone con consegne per un valore di 2.711.312 euro: al regime siriano in questo caso erano finiti sistemi di puntamento per carri armati. Sempre nel 2009, dalla Germania erano stati autorizzati trasferimenti per veicoli militari per un valore di 55.000. “Dai rapporti ufficiali dell’Unione Europea – dice alla MISNA Giorgio Beretta, ricercatore della Rete italiana per il disarmo – emerge chiaramente che negli ultimi anni l’Italia, tra i paesi dell’Unione, è stato il principale esportatore di sistemi militari in Siria. La fornitura del 2009, in particolare, riguarda sistemi di puntamento e di controllo del tir

Palestina. E' tempo di raccogliere il grano e a Gaza i soldati sparano contro i contadini

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E' tempo di raccogliere il grano, e i contadini di Gaza si riversano sui campi. I soldati israeliani hanno già iniziato a sparare nelle terre lungo il confine della Striscia. Due feriti solo nei primi due giorni. I militari si nascondono dietro ad una collina. Si ringrazia Rosa Schiano, per la testimonianza scritta e video. 26 aprile 2012

Tobia Zevi : sicurezza e antisemitismo online

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Domenica ho partecipato a un convegno sull’antisemitismo online, organizzato a Roma dal Pitigliani e fortemente voluto dai responsabili della sicurezza della Comunità ebraica di Roma. La platea era composta in gran parte da giovanissimi, i più esposti ai rischi della rete. La prima considerazione è che internet sia un’opportunità straordinaria, ma anche un moltiplicatore dei rischi. Passare molte ore davanti allo schermo rischia di compromettere le nostre capacità sociali, di confondere realte e virtuale; al tempo stesso poter reperire in rete notizie e immagini di ogni tipo, oltre a comunicare con persone che non si conoscono, aumenta esponenzialmente la possibilità di avere brutte sorprese. L’antisemitismo si colloca in questo quadro. Concetti e slogan stigmatizzati nella vita reale – non necessariamente per sempre – trovano uno spazio nell’etere perché meno controllabile, più mutevole (apparentemente), meno attribuibile. Ecco dunque fiorire siti antisemiti di varia natura, da

Vittorio Arrigoni, il Vincitore di Pino Cabras (MEGACHIP)

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da Megachip http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/8076-il-vincitore.html «Non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera, semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi morire, tra cento anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto ciò che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare.  Vittorio Arrigoni, un vincitore ». Vittorio si accompagnava con docilità alla grandezza reale dei suoi sogni, ma alludeva inevitabilmente alla nera ombra che si abbinava al suo raro coraggio fisico, un’ombra che lo ha raggiunto prima di quei cent’anni, proprio un anno fa. Un anno dopo la morte di Vittorio Arrigoni siamo interrogati in profondità dal “vincitore”, anche quando scontiamo la sconfitta profanatrice che ha spezzato la sua vita. Le doppiezze, le disparità fra il dire e il fare, il progressismo che non smuove nulla, il funambolismo degli intellettuali, la manifattura usa-e-getta dell’eroismo, tutto questo abita lontano da