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ABRAHAM B. YEHOSHUA :ma l'Olocausto non è misura di tutte le cose

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D obbiamo ricordarci che il fatto di essere stati vittime non è sufficiente a conferirci uno status morale ABRAHAM B. YEHOSHUA Abraham Yehoshua riceve oggi alla Scuola Normale Superiore di Pisa il diploma di Perfezionamento honoris causa in Letteratura contemporanea. Nell’occasione pronuncerà una lectio (rielaborazione del suo Elogio della normalità  , ed. Giuntina), di cui qui anticipiamo uno stralcio. Dello scrittore israeliano è da poco uscito per Einaudi il romanzo  La scena perduta  . Pur caricandoci di un grande peso, l’Olocausto ci pone di fronte a delle sfide chiare. Come figli delle vittime, ci incombe l’obbligo di enunciare al mondo alcuni insegnamenti fondamentali. Il primo è la profonda repulsione per il razzismo e per il nazionalismo. Abbiamo visto sulle nostre carni il prezzo del razzismo e del nazionalismo estremisti, e perciò dobbiamo respingere queste manifestazioni non solo per quanto riguarda il passato e noi stessi, ma per ogni luogo e ogni popolo. Dob

Il 27 Gennaio : Il Giorno della Memoria e il violino di Chagall

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Il 27 Gennaio : giorno della Memoria. Il violino di Chagall per una canto universale che doni  speranza ai vivi, pace ai morti e Parole intessute di silenzio  al di là di ogni mantello 

Amira Hass:Diversamente Occupati: la detenzione dei minori nelle carceri israeliane

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Una sentenza degli inizi di questo mese del maggiore Sharon Rivlin-Ahai, un giudice del tribunale militare minorile di Ofer, ha aperto un dibattito tra gli attivisti contro l’occupazione divisi dal dubbio se l’esercito abbia interiorizzato o meno  sino a che punto le sue detenzioni di routine di bambini palestinesi violino la Convenzione dell’ONU sui Diritti del Bambino, di cui Israele è firmatario, ed anche la stessa legge israeliana sui giovani. Alcuni  sostenevano che la creazione da parte di Israele, nel novembre 2009, di un tribunale militare minorile, 42 anni dopo l’occupazione della West Bank, e la sua decisione del settembre 2011 di elevare la maggiore età dei palestinesi da 16 anni a 18 – proprio come sono considerati minori gli israeliani sotto i 18 anni – indicava una svolta verso un miglioramento, dopo anni di campagne.  Altri sospettavano che i cambiamenti non fossero altro che una maschera. Il 9 gennaio la Rivlin-Ahai è scesa a schierarsi dalla parte degli scettici.  Ha s

“Noi palestinesi insegniamo la vita, signori”: una poesia 'dedicata' ai giornalisti

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Angela Zurzolo  Gaza viene bombardata. Ogni parola, un morto. Ma Rafeef Ziadah, portavoce della coalizione, è costretta a migliorare il suo inglese e a combattere la stanchezza affinché il giorno dopo la sua “p” non si trasformi in “b” e i “Palestinesi” non diventino “Balestinesi” di fronte ai media internazionali. Sorridere. Adattare i suoni alle immagini, contare le parole, rientrare nei tempi televisivi, tagliare i discorsi, ripetere la risoluzione delle Nazioni Unite. Le bombe su Gaza non sono zeri e virgole su un pezzo di carta ma non c'è altro da fare. Ci si deve adattare al mezzo, se si vuole comunicare un'ingiustizia al mondo. Ricordare di fare le pause, non pronunciare la parola "occupazione" o "apartheid", e assecondare le censure, arrivare ad un compromesso con i giornalisti, misurarsi con l'impossibilità di spiegare veramente cosa significhi subire il bombardamento. Per poi sentirsi dire con sufficienza da una giornalista: “Signora Ziadah, no

Violenze dei coloni: sintomo del governo israeliano

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Se Israele ha verbalmente condannato le recenti azioni dei coloni, l’esecutivo si rifiuta di governare su di loro, preferendo usarli come una distrazione (e una scusa) dalle violenze perpetrate dallo Stato stesso. La truffa è stata un successo. La tempesta politica seguita alle recenti azioni degli hooligan del ”price tag” ha raggiunto i Paesi esteri, dove Israele si è presentato come un combattente contro gli estremisti che colpiscono i palestinesi e l’esercito israeliano. Solo il ministro degli Esteri Lieberman è riuscito ancora una volta a mettere a repentaglio le relazioni  di Israele con i Paesi europei, descrivendole come “irrilevanti”, per non essersi bevuti la truffa. La comparazione tra l’esercito israeliano e gli estremisti del “price tag” conferma che il primo, subordinato al governo israeliano, infligge danni molto più gravi e più frequenti: furto di terre (oltre il 50% della terra in Cisgiordania è nelle mani di Israele), distruzione di abitazioni (più di 26mila dal

Saleh al-Naami :Israele: la profondità strategica araba nel mirino

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Original Version:  إسرائيل واستهداف العمق العربي           Operare nel cuore dei paesi arabi sarà uno dei più importanti strumenti della mobilitazione militare e di intelligence israeliana finalizzata a contenere le ricadute delle rivoluzioni nel mondo arabo – scrive il giornalista e ricercatore palestinese Saleh al-Naami *** Tutti i segnali indicano che Israele non sia affatto disposta a lasciare che si realizzino le fosche previsioni formulate dai suoi vertici politici e militari riguardo ai possibili esiti delle rivoluzioni democratiche nel mondo arabo ed alle loro ricadute sulla sicurezza nazionale israeliana. Tel Aviv ha già preso l’iniziativa per cercare di contenere i danni previsti tramite preparativi militari senza precedenti, rappresentati essenzialmente dall’introduzione di modifiche strutturali nell’esercito israeliano. Forse l’elemento che riflette in maniera più evidente il tipo di preparativi militari che gli israeliani stanno approntando per la fase araba

Moni Ovadia tesse la Memoria per "ricomporre l'infranto",

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Una tazza di tè con gli ultimi sopravvissuti della Shoah

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  Enrico Franceschini per “la Repubblica” «Io mi dicevo: sopravviverò. Sopravviverò! E sono sopravvissuto. Ma tanti accanto a me si lasciavano vincere dalla fame, dal freddo, dal dolore, e dicevano: moriremo. E sono morti». Isaac mi stringe il braccio, mentre ricorda, poi d´improvviso gli vengono gli occhi lucidi. «Scusi», dice, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. «Anche i miei genitori sono morti nei campi. Ho dato a mio figlio il nome di mio padre, a mia figlia quello di mia madre. È importante per noi. È importante ricordare». Stringe più forte il mio braccio, e continua a piangere S´avvicina il Giorno della Memoria, la giornata della rimembranza dell´Olocausto, quando Israele e gli ebrei di tutto il mondo e tutto il mondo civile commemorano la pagina più nera del Novecento, forse la più atroce nella storia umana. Ci sono tanti modi per evocarla. Uno è venire in quello che sembra un normale centro per anziani, in un quartiere della Londra nord, dove tanti nonnin