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Amira Hass :Pianta la tua tenda

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Fino al 1960 una legge federale canadese proibiva alla popolazione indigena, che tutte insieme formano Prime nazioni, di riunirsi in gruppi di più di dieci persone. L’ho scoperto lunedì scorso, parlando con Michelle Audette, presidente delle Donne native del Québec e appartenente alla popolazione innu. Un’altra donna indigena mi ha spiegato che fino alla metà degli anni cinquanta era necessario ottenere un permesso per uscire dalla riserva, e non era scontato che le autorità lo concedessero. Per andare a lavoro in miniera, suo padre era costretto a portare con sé tutta la famiglia. Anni di lotte, proteste e disobbedienza civile hanno portato all’abolizione di tutte quelle leggi vergognose che a posteriori fanno apparire ridicola la definizione di “democrazia” di cui si fregiava il Canada. Audette mi ha spiegato che l’abrogazione delle leggi restrittive per gli indigeni ha permesso di creare i precursori dell’attuale Assemblea delle prime nazioni del Canada. L’assemblea non è un istitu

Muro e demolizioni a Led, città mista d’Israele e 7500 ulivi palestinesi distrutti in nove mesi

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   Led è una delle sei città miste arabo-israeliane a pochi chilometri da Jaffa e Tel Aviv, in pieno Stato di Israele. La vita dei palestinesi in quello che resta del quartiere arabo è una lotta continua contro demolizioni e trasferimenti forzati. È quello che è successo a otto famiglie palestinesi, residenti a poche centinaia di metri dal nuovo quartiere russo, marciapiedi colorati, sculture al centro delle rotonde e palazzi bianchi che continuano ad espandersi. È la destinazione dei tanti ebrei provenienti dalla Russia e dalle ex Repubbliche sovietiche, nuovi cittadini israeliani che difficilmente parlano ebraico. Nei negozi e nei supermarket le insegne e le pubblicità hanno caratteri in cirillico: strano tipo di integrazione nella società israeliana. Per continuare ad espandere il quartiere, le autorità israeliane proseguono nella demolizione delle abitazioni delle famiglie palestinesi. Il 3 ottobre 2010 è toccato ad otto famiglie, 55 persone: le loro sette case sono state di

ONU, NUOVO RAPPORTO CONDANNA BLOCCO GAZA

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Lo Special Committee per i Territori Occupati ha reiterato che Israele mantiene lo status di potenza occupante ed é, come tale, tenuto al rispetto di precise obbligazioni di diritto internazionale e al rispetto dei diritti umani della popolazione civile sotto occupazione. DAVIDE TUNDO* Roma, 27 ottobre 2011, Nena News – Durante la 66ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, apertasi a New York il 13  settembre, é stato presentato il 43mo rapporto dello “ Special Committee  to Investigate Israeli Practices Affecting the Human Rights of the Population of the Occupied Territories ”. 1 Istituito nel 1968 su impulso dell’Assemblea Generale a seguito dell’occupazione israeliana di Gaza, Cisgiordania (con Gerusalemme Est) e Alti Siriani del Golan [2] , questo  Special Committee  ha, secondo mandato, il compito di accertare pratiche e politiche di Israele lesive dei diritti umani delle popolazioni dei territori anzi detti. Si tratta, dunque, di uno dei più longevi com