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ONU, NUOVO RAPPORTO CONDANNA BLOCCO GAZA

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Lo Special Committee per i Territori Occupati ha reiterato che Israele mantiene lo status di potenza occupante ed é, come tale, tenuto al rispetto di precise obbligazioni di diritto internazionale e al rispetto dei diritti umani della popolazione civile sotto occupazione. DAVIDE TUNDO* Roma, 27 ottobre 2011, Nena News – Durante la 66ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, apertasi a New York il 13  settembre, é stato presentato il 43mo rapporto dello “ Special Committee  to Investigate Israeli Practices Affecting the Human Rights of the Population of the Occupied Territories ”. 1 Istituito nel 1968 su impulso dell’Assemblea Generale a seguito dell’occupazione israeliana di Gaza, Cisgiordania (con Gerusalemme Est) e Alti Siriani del Golan [2] , questo  Special Committee  ha, secondo mandato, il compito di accertare pratiche e politiche di Israele lesive dei diritti umani delle popolazioni dei territori anzi detti. Si tratta, dunque, di uno dei più longevi com

Palestina: quanto ci guadagna Israele a continuare l'occupazione

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 " La sola ragione per la quale Israele rifiuta di agire in buona fede come un partner per la pace è il profitto che riesce ad ottenere attraverso il suo potere occupante". Lo afferma il Dr. Hasan Abu Libdeh, ministro dell'Economia, nel giorno in cui l'Applied Research Institute di Gerusalemme pubblica il 'Primo calcolo sistematico dei costi annuali imposti dall'occupazione sull'economia palestinese'. Dal report emerge quanto l'economia palestinese sia stata danneggiata dall'occupazione: si stima che essa sarebbe potuta essere almeno due volte piu' forte di quella attuale. di Angela Zurzolo L'occupazione blocca l'accesso alle risorse del Mar Nero e del fiume Giordano, stabilendo forti restrizioni sul ricorso alle falde acquifere della Cisgiordania per i palestinesi. E' chiaro che l'economia di Israele sarebbe fortemente danneggiata se non potesse ricorrere al 60 per cento delle acque del fiume Giordano e al

Israele: la censura passa anche dai libri dei bambini palestinesi

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di Maria Letizia Perugini A Gerusalemme Est i bambini hanno a disposizione due testi su cui studiare, simili, addirittura quasi uguali a un primo sguardo. In realtà uno è la versione 'rivista e corretta' degli israeliani del testo proposto dall'Autorità palestinese. Il revisionismo sui libri di testo non è una novità e si verifica ogni volta che i problemi del presente hanno le proprie radici politiche e culturali in un passato non ancora risolto e accettato. Succede nelle nostre società così come nelle società mediorientali. Succede soprattutto tra isrealiani e palestinesi, per i quali il giudizio sul passato è profondamente divergente. In realtà guardare alle differenze tra i due libri di testo permette di avere una piccola summa dei maggiori elementi di frizione del conflitto isrelo-palestinese. Nella versione 'rieditata' sono state cancellate tutte le bandiere palestinesi che sventolavano sopra agli edifici, sono stati eliminati tutti i loghi dell

Violini israeliani e bassi palestinesi, "un'orchestra di pace"

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27 ottobre 2011 - Oggi, a Londra, Sergio Lòpez Figueroa, direttore e fondatore del  Big Bang Lab , in partnership con Dreamstake, inaugura una serie di eventi culturali volti ad aprire il dialogo sulla risoluzione pacifica dei conflitti nel mondo.  "La cultura oltre i conflitti. Musica e pace": questo il tema di una serata dedicata alle potenzialità insite nella gente e alle capacità della collettività di portare a un processo di pace duraturo nel Medioriente. La proiezione del film "Knowledge is the beginning", (2005), vuole presentarsi proprio come spunto di riflessione per il pubblico: la West- Eastern Divan Orchestra, realmente esistente, è composta da arabi ed ebrei, israeliani e palestinesi, che vivono fianco a fianco grazie alla loro comune passione. L'orchestra è un emblema di ciò che si potrebbe riuscire a creare in Medioriente: un  ensemble  di diversità che creano equilibrio e armonia. Nata nel 1999, la  West Eastern Divan Orchestra  è stata crea

Nasri al-Sayegh : Mondo arabo.I gruppi per la “promozione del male e la proibizione del bene”: odiatevi gli uni gli altri

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L’odio reciproco fra cristiani e musulmani Dopo gli  eventi del Maspero al Cairo  – con la “notte dell’arresto dei copti” per il reato di ‘manifestazione pacifica’, la gara dei mezzi di informazione a criminalizzare i manifestanti, lo schierarsi degli “islamici moderati” con il Supremo Consiglio delle Forze Armate al governo, l’accusa nei confronti dei manifestanti di aver provocato il massacro, la caduta di decine di vittime e di feriti, in misura che si avvicina a quanto avvenne nel “ giorno del cammello ” per mano dei teppisti di Hosni Mubarak e del suo allievo Habib el-Adly ( ministro degli interni dal 1997 al 2011 (N.d.T.)  ) – sono emersi numerosi interrogativi sul futuro della rivoluzione democratica in Egitto, sui crescenti pericoli che incombono sul percorso della transizione politica, sulle trappole che minacciano l’unità del popolo egiziano e lo lacerano dividendolo in copti e musulmani. La rivista egiziana “Rose al-Youssef” è stata l’unica a rompere il silenzio ipocrita ed