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Carlo Strenger : Israele sta lacerando il popolo ebraico

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   sintesi personale    Nel giugno dello scorso anno Peter Beinart ,in un  suo articolo,    ha sottolineato  il distacco profondo tra la giovane generazione di ebrei americani e Israele. Un anno dopo è tempo di bilanci.Purtroppo, la situazione è peggiorata. Nei miei viaggi in Europa parlo ad un pubblico prevalentemente ebraico, ma anche a non-ebrei che hanno profondamente a cuore Israele. Essi esprimono  il loro dolore e la loro  angoscia apertamente: vogliono capire cosa sta succedendo  in Israele. Vogliono disperatamente  stare dalla sua parte  , ma  sempre più  non sanno come fare.Le loro domande sono semplici. Essi sanno che Israele si trova in uno delle zone  più difficili del mondo, non hanno illusioni sul regime iraniano ,gli Hezbollah, la  Carta di Hamas. Ma non capiscono come tutto questo  sia  collegato con la politica israeliana  degli insediamenti, dell'espropriazione  delle proprietà palestinesi a Gerusalemme, del razzismo  mascherato dal termine  "ebraicizzazi

Paola Caridi : Hamas e il Secondo Risveglio Arabo

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   Il 15 marzo del 2011 non è un “giorno della rabbia”, come lo è stato in altri paesi della regione, nei mesi del Secondo Risveglio Arabo. La giornata di manifestazioni indetta, anche in questo caso, attraverso il tam tam via internet, ha per i palestinesi un’altra caratura. Unità, fine delle divisioni, riconciliazione. In un concetto: ricostruzione della casa palestinese. La giornata è stata organizzata dai ragazzi  palestinesi, né più né meno come le giornate del Cairo, di Tunisi, di Manama. Sono loro – i giovani tra i venti e i trentacinque anni – ad aver stilato documenti su documenti, concentrati non solo sulla richiesta di porre fine alle divisioni (come quella tra Fatah e Hamas), ma soprattutto sul concetto di identità palestinese, per nulla limitata ai confini di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Non sono molti, i ragazzi che partecipano alla manifestazione del 15 marzo, a Ramallah e a Gaza. A piazza al Manara, a Ramallah, riempiono comunque il cuore della città cisgio

Gabriel Matteo Schivone : perchè io ebreo americano vado a Gaza con la flottiglia

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         Why I, an American Jew, am joining the Gaza flotilla   Sintesi personale       Ci si potrebbe chiedere  per quale motivo  uno studente ebreo  di un college americano partecipa  a un viaggio per mare  che mira a sfidare Usa e Israele. Io semplicemente non posso  rimanere inattivo  , mentre il mio paese  collabora con l'assedio, l'occupazione e la repressione dei palestinesi.Ho scelto ,insieme ad altri  membri della società civile, di resistere attivamente e in modo non violento a  politiche che ritengo abominevoli. Quindi, la prossima settimana, io e più di 30  americani  con la nave Audacity of Hope, cercheremo di rompere  il blocco di Gaza. Un  numero crescente di giovani ebrei americani  sono decisi a scrollarsi di dosso presunte e ,in gran parte imposte ,associazioni pro-israeliane. Organizzazioni , come l'American Jewish Committee,  proclamano orgogliosamente il loro sostegno incondizionato per  Israele,dichiarando la loro "grave preoccupazione" per

Chris Doyle : perchè un intervento straniero non è gradito in Siria

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  Intervenire o non intervenire? Avendo visto il regime di Assad uccidere più di 1.400 siriani, arrestarne decine di migliaia, usare elicotteri d’assalto e carri armati contro il proprio popolo, abusare verosimilmente di bambini e ucciderli, in molti si domandano perché, se è stata ritenuta necessaria un’azione in Libia, non valga lo stesso per la Siria. La condotta del regime siriano è stata solo leggermente migliore di quella della controparte libica (nella persona di Gheddafi) e ancora l’Occidente non sa cosa fare, come farlo e con chi; ma soprattutto non è stato invitato a intervenire. Esiste un famoso proverbio siriano: “Il loglio (ziwan) del proprio paese è sempre meglio del grano dello straniero”. In altre parole, i siriani preferirebbero il peggio dal proprio regime alla migliore offerta proveniente dall’esterno.  Nonostante la violenza quotidiana, c’è poca voglia di aprire le porte a un’azione esterna. I siriani hanno una certa esperienza in materia di occupazione e ingerenza

Anna Foa L’Olocausto? Ha le sue radici nell’Ottocento

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Un’indagine sulla cultura alta europea della seconda metà dell’Ottocento e sull’ideologia antisemita che esprime, questo il tema dell’ultimo volume di Francesco Germinario, importante studioso dell’antisemitismo e della cultura di destra. Argomenti per lo sterminio. L’antisemitismo e i suoi stereotipi nella cultura europea (1850-1920), Einaudi (386 pp. 32 euro) è un volume significativo fin dal titolo: sugli argomenti cioè che questa cultura alta, scrittori, scienziati, psichiatri, studiosi della politica, giornalisti, offrono alla “bassa macelleria”, come la definisce Germinario, che successivamente metterà in atto lo sterminio degli ebrei.Diciamo subito che il volume di Germinario, quasi quattrocento pagine fitte di citazioni e di richiami, organizzato per temi più che contestualizzato nel tempo e nello spazio, esprime un’immagine al tempo stesso innovativa e “forte” dell’antisemitismo di quei decenni e del suo rapporto con il nazismo. L’antisemitismo della seconda metà dell’Otto

Hamilton Morris : cercare Dio nella droga

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  Ebrei magici . Storie di ebrei chassidici, di rabbini riformati, di sesso, alcol e rock. VM18 Quando ho messo piede per la prima volta nell’appartamento di Ridge Street, nel Lower East Side di Manhattan, non ho visto molto, perché le luci erano spente. Era una stanza vuota, stretta e lunga, con una serie di divani in fila lungo il muro. Lattine vuote e bottiglie ovunque. Alle quattro di mattina c’erano rimasti solo i resti di una festa. Niente di insolito. Un ebreo chassidico giaceva svenuto a pancia all’aria, con la kippah appoggiata sul cuscino vicino alla testa. Da dentro i calzoni di lana il suo cellulare squillava furiosamente, con una suoneria di musica klezmer digitalizzata. Era del tutto immobile. Mi sono avvicinato, chiedendomi se fosse ancora vivo. Il telefono è squillato altre quattro volte, e poi lui finalmente ha cominciato a cercarselo in tasca, al che ho tirato un sospiro di sollievo. Si sentiva un canto provenire attutito da dietro una porta chiusa in fondo al corrid