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Siria, bambino di 11 anni ucciso da forze dell'ordine

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   E' morto oggi un bambino di undici anni rimasto ferito ieri durante le cariche delle forze dell'ordine ad una manifestazione a Deraa, nel sud della Siria. Lo ha annunciato un militante dei diritti umaniCi sarebbero stati dei feriti e degli arresti alla marcia che si è svolta oggi a Deraa, nel sud della Siria, dopo il funerale del manifestante ucciso ieri dalle forze dell'ordine. Lo ha riferito un testimone all'Afp: «Diverse persone sono rimaste ferite per aver inalato i gas lacrimogeni e le forze di sicurezza hanno arrestato numerose persone».   I manifestanti hanno sfilato dal cimitero verso la moschea al Omari dopo il funerale di Raed Akrad, sorvegliati da un imponente dispiegamento di polizia. «A centinaia hanno in seguito dato inizio ad un sit-in all'interno e nei pressi della moschea al grido di 'libertà, libertà', 'rivoluzione, rivoluzionè, ha detto il testimone, sempre all'Afp. Da Deraa dove oggi migliaia di persone sono scese in piazza per

Video : A SUD DI HEBRON TRE PALESTINESI FERITI DAI COLONI IN MENO DI 8 ORE

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Colline a Sud di Hebron, 21 Marzo 2011 (foto Operazione Colomba) – Sono stati feriti questa mattina due palestinesi, Ahmad Abu Safiyeh (60 anni), di Nuba, ora in condizioni critiche in ospedale, e Eyad Bassam Za’aqiq (di 35), di Beit Ummar, a sud di Hebron, da un colono isrraeliano mentre si svolgevano i funerali a Beit Ummar.Secondo i testimoni, il colono ha aperto il fuoco dalla sua automobile mentre il corteo funebre si stava dirigendo verso il cimitero nel villaggio di Beit Ummar. Il secondo episodio della giornata, dato che stamattina all’alba un altro colono aveva accoltellato Mahmoud Ibrahim Awad (di 33 anni), residente a Khirbet Tobeh, nelle colline a Sud di Hebron. L’uomo è stato aggredito mentre con il suo asino si recava ad At-Tuwani. Non lontano dalla prima casa del villaggio un colono mascherato, proveniente dall’avamposto di Havat Ma’on, gli ha teso un agguato e lo ha accoltellato ferendolo al braccio destro e al petto.Secondo quanto diffuso dal comunicato dei volo

Majed Bamya :Sono Palestinese...con niente altro da dire

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   Majed Bamya  ha 28 anni,  fa parte della Delegazione Generale Palestinese presso l'Unione Europea, a Bruxelles. E' stato precedentemente Presidente dell'Unione generale degli Studenti palestinesi in Francia. Nato da famiglia di profughi nel 1983, dopo la guerra del Golfo, si è trasferito dagli Emirati, in Tunisia. A 11 anni è andato in Giordania pere essere più vicino a suo padre, rientrato in Palestina. Nel 1996 è finalmente potuto tornare nella sua terra, dove viveva a Ramallah e studiava a Gerusalemme Est, nel Liceo francese. Questo articolo nasce da una riflessione su quanto sta avvenendo in diversi paesi del Mediterraneo, che gli suggeriscono un forte appello all'unità e alla democrazia palestinese. In questi giorni sia a Gaza che in Cisgiordania molti giovani stanno manifestando per analoghe ragioni Come molti palestinesi in tutto il mondo, ho passato le ultime settimane seguendo in tv le rivolte nel mondo arabo, sopraffatto dalla speranza, dall'entusiasm

Livneh Neri : i coloni e il "prezzo" violento fatto pagare ai palestinesi.

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Sintesi personale " Q uando è stata l'ultima volta che hai  visitato i territori?" un fotografo mi ha chiesto affabile. Ho risposto che avevo visitato i territori troppo spesso. In mia difesa posso dire che tutte le mie visite passato  erano legati al lavoro e solo l'ultima, qualche mese fa, è stata volontaria: volevo vedere  il film di Danny Verete  "The Human Turbine,"", proiettato   in una tenda eretta dai palestinesi , espulsi da Susiy . Così  ho capito    la violenza  inflitta  agli  abitanti del villaggio dalla nostra occupazione, lo sradicamento degli alberi, il  lancio di pietre contro i   bambini palestinesi che si recano a scuola  ecc.Quando è stata l'ultima volta che ho  sentito un leader dei coloni, di qualunque identità politica o spirituale - o anche solo un colono - condannare la violenza perpetrata dai settler? Negli    insediamenti, il Codice di Hammurabi è stato reintegrato, in modo  anche più  duro, noi abbiamo sostituito  

GAZA, RAID DI HAMAS IN SEDI TV STRANIERE.50 colpi di mortaio contro Israele, raid israeliano. Ci sono feriti

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Aggiungi didascalia    GAZA CITY - Miliziani di Hamas, la fazione islamico-radicale palestinese al potere nella Striscia di Gaza, hanno fatto irruzione oggi nelle sedi della Reuters tv e di un altro service che fornisce video a media internazionali, picchiando alcuni dipendenti e sequestrando diverse telecamere. Nel primo episodio una cameraman palestinese ha riportato una probabile frattura a un braccio, nella seconda azione un operatore che lavora a contratto per l'Ap ha subito percosse e contusioni. Le due aggressioni, condannate dalle associazioni della stampa locale e dei corrispondenti esteri in Israele, rientrano fra le azioni repressive intraprese da Hamas negli ultimi giorni, dopo una serie di raduni indipendenti organizzati da gruppi di giovani a Gaza per sollecitare la fine delle divisioni fra le fazioni palestinesi rivali e la riconciliazione interna. Raduni dispersi regolarmente con l'uso della forza pubblica, ma seguiti finora con attenzione dai media presenti

EMIRI E MONARCHI FANNO STRAGE DI CIVILI MA IL GOLFO NON E’ LA LIBIA PER BARACK OBAMA

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    Roma, 19 marzo 2011, Nena News – Sono ore tra le più difficili per lo Yemen, in cui dominano sdegno e rabbia per il massacro di 41 manifestanti anti-regime compiuto ieri nella capitale Sanaa da non meglio identificati «cecchini» appostati sui tetti. I feriti sono oltre 20, molti dei quali lottano tra la vita e la morte.Sono tante le condanne per il bagno di sangue del «Venerdì dell’avvertimento» convocato dall’opposizione che chiede la fine del regime del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni con la benedizione americana. Le critiche di Stati Uniti ed Unione europea, non si trasformano mai in atti concreti nel Golfo. Barack Obama condanna ma, come ha fatto dopo la sanguinosa repressione in Bahrein, non chiede l’intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro Saleh, suo stretto alleato nella cosiddetta «lotta al terrorismo». Evidentemente per gli Stati Uniti la vita dei civili dello Yemen e del Bahrein vale meno di quelli della Libia.Il regime yemenita fa di tut

Amira Hass : un esercito kosher

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   Bassem Tamimi mi aspettava al tavolo. Avevamo un appuntamento nel mio caffè preferito a Ramallah. Era accompagnato da tre uomini: un attivista francese e due anarchici israeliani. Questi ultimi, dopo essere stati in prigione per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito, partecipano alle iniziative contro l’occupazione a Nabi Saleh, il villaggio di Bassem.I tre erano appena arrivati da Bil’in, dove avevano festeggiato la scarcerazione di Abdallah abu Rahma. Abdallah ha passato diciassette mesi in prigione per il grave crimine di aver protestato contro il muro di separazione. Bassem è rimasto a Ramallah per prudenza: qualche giorno fa i soldati israeliani hanno fatto irruzione nella sua casa a Nabi Saleh e, dato che non c’era, hanno arrestato suo cugino. Tutto lascia pensare che l’esercito voglia arrestare anche Bassem. Anche se ufficialmente non è ricercato, non vuole rischiare un lungo e ingiusto processo in un tribunale militare israeliano. Il suo crimine è noto: membro di Al Fa