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Video : manifestazione a Gerusalemme della estrema destra a sostegno della lettera dei rabbini e contro ogni concessione in Cisgiordania

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Sintesi personale Tre giorni dopo la  manifestazione anti-araba  di  Bat Yam, circa 2.000 elementi di destra si sono  riuniti a Gerusalemme  per dimostrare  il loro sostegno  alla lettera di quei  rabbini   che vietano  l'affitto  o la vendita di immobili agli arabi.La manifestazione, svoltasi sotto lo slogan "Sì alla costruzione, no a concessioni" è stata organizzato da"SOS Israele" e" la nostra terra ."  La sinistra  ha lanciato un attacco a tutto campo contro di noi:  vuole trasformare lo stato ebraico in terra di tutte le nazioni". ha dichiarato il deputato  Michael Ben-Ari (Unione Nazionale)   "Attaccano i rabbini  che si battono per l'identità di questa terra, "L'ospite d'onore della manifestazione è stata capo di Safed Rabbi Shmuel Eliyahu . Durante la manifestazione, gli organizzatori hanno distribuito  volantini con un editto religioso che vieta le trattative nei territori in Cisgiordania. "Egli (il pri

Gideon Levy :La farsa di uno stato ebraico laico e democratico

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 Il dibattito del disegno di legge sulla conversione è ingannevole. Viene svolto in posti bui e remoti, si discute di cose banali, sembra influenzare il destino di pochi e pare interessare ancor meno persone. Ma ciò che sta realmente accadendo dovrebbe interessare ogni israeliano, perché tocca le questioni fondamentali che definiscono la nostra società e il nostro Stato. La questione se sono i rabbini militari o civili a decidere chi è Ebreo è marginale. Rafi Peretz o Shlomo Amar, a chi importa? Dieci volte più significativa è la questione se ci capita di vivere nel solo paese al mondo dove i religiosi determinano il diritto di cittadinanza. Non meno importante è come possiamo continuare a osare ingannare noi stessi dicendoci che questo è uno stato laico e democratico?  I rabbini di Israele sono dei portinai. Ciò che la maggior parte di loro crede è diventato dolorosamente evidente quando, di recente, hanno pubblicato una sentenza che vieta di affittare gli appartamenti per gli arabi

Gideon Levy: il razzismo ha rialzato la testa e l'opinione pubblica è apatica

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     sintesi personale    Il  sindaco Ron Huldai descrive la xenofobia degli abitanti della sua città come "comprensibile e giusta".  Yair Lapid, scrive che se i sudanesi  fossero stati  i norvegesi, nessuno avrebbe  parlato di razzismo  . In breve se  invece della pelle nera ,i migranti avessero avuto i capelli biondi e gli occhi azzurri non ci sarebbe  stato alcun problema. La prova? Israele ha assorbito  centinaia di migliaia di russi non ebrei, biondi con gli occhi azzurri,  nessuno ha protestato. Chiedete agli  Etiopi, agli  arabi israeliani,   ai  beduini e ai  drusi che servono nelle Forze di Difesa di Israele, poi decidete  se non stiamo parlando di razzismo puro. Soffiano sul fuoco esperti e politici ,mentre  l'opinione pubblica è , come al solito,apatica dinanzi al pericolo incendiario della Xenofobia.    Improvvisamente, gli abitanti di Bat Yam e il quartiere Hatikva sono spaventati e cercano protezione. Una città e un quartiere già noto  per la crimina

Algeri ritrova Notre Dame d'Afrique

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Viene inaugurata oggi dopo i restauri ad Algeri la chiesa di Notre Dame d'Afrique , la più importante presenza cristiana nella città. Costruito nel XIX secolo il santuario che guarda verso il mare è anche un luogo molto significativo per il dialogo tra cristiani e musulmani. Nell'abside della chiesa campeggia infatti la scritta «Nostra Signora d'Africa prega per i cristiani e per i musulmani».Il restauro era iniziato nel 2006 ed è stato finanziato da alcune municipalità e realtà cattoliche francesi, ma anche dalle autorità algerine.Sul restauro di  Notre Dame d'Afrique  l'intellettuale musulmano algerino Mustapha Cherif ha scritto delle parole molto belle in un articolo pubblicato sul quotidiano locale L'Expression . « Notre Dame d'Afrique  - scrive Cherif - appartiene alla storia, è un patrimonio comune di tutti gli algerini, non solo dei cristiani. Il dialogo tra culture, religioni e civiltà è un cammino benefico per tutti. (...) Nel momento in cui in Medi

Una foto. Il coraggio di una donna palestinese

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Construction Returns to the Separation Wall in al-Walaja

Breaking the silence”: dieci anni di occupazione militare nei Territori occupati: sintesi in Inglese

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1  Si intitola “Breaking the silence” (Rompere il silenzio) ed è già un caso letterario e politico, il volume di 431 pagine che l’omonima organizzazione di pacifisti israeliani ha pubblicato domenica scorsa e che testimonia, attraverso i racconti anonimi di militari, dieci anni di occupazione dei Territori Palestinesi, in Cisgiordania e Gaza. Un lavoro difficile, consentito dalle testimonianze di ex soldati che hanno deciso appunto di “rompere il silenzio” rivelando che i soprusi e le violenze imposte ai civili palestinesi, spesso non servono, come sostenuto dai politici e militari di Israele, a garantire la sicurezza dei cittadini israeliani quanto a mantenere il controllo e a garantire, di fatto, l’annessione dei territori palestinesi. Il volume ripercorre un decennio difficile, dall’inizio della seconda Intifada ad oggi, riportando i racconti di oltre 100 militari, uomini e donne, rigorosamente anonimi, sulle condizioni di vita dei palestinesi e le strategie di occupazione. A su