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Ucciso a Teheran uno dei responsabili del programma nucleare di Teheran. E' solo l'ultimo episodio di una scia di sangue

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Massud Ali-Mohammadi, docente di fisica nucleare all'Università di Teheran, è stato assassinato oggi nella capitale iraniana. Il professor Ali-Mohammadi è stato ucciso dall'esplosione di una moto bomba azionata a distanza nel momento in cui il docente usciva di casa, a Pol-e-Rumi, vicino al quartiere di Qeitarieh, per recarsi al lavoro. Omicidio eccellente. Lo ha reso noto la televisione di Stato iraniana. Secondo fonti sanitarie di Teheran, nell'esplosione sarebbero rimaste ferite anche due passanti in modo non grave. "L'omicidio è opera di elementi antirivoluzionari, operato con una bomba piazzata da agenti americani e sionisti", afferma l'agenzia stampa Fars, vicina all'esecutivo del presidente iraniano Ahmadinejad. Ali-Mohammadi, nel profilo tracciato dai media, è stato ricordato come uno "strenuo sostenitore della Rivoluzione Islamica".Il sito internet della tv di Dubai al-Arabiya ha pubblicato poco fa il testo diffuso da un gruppo ira

Un documentario e un video raccontano la storia di un Bar a Gerusalemme per gay israeliani e palestinesi

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Mustafa Barghouthi : gli insediamenti sono in espansione

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ramallah, West Bank. Ho vissuto l’intera mia vita di adulto sotto l’occupazione israeliana, mentre sui miei movimenti, sulla mia vita di tutti i giorni gli israeliani esercitavano un controllo assoluto. Quando agenti di polizia israeliani mi costringono a sedermi per terra e i soldati mi picchiano durante una manifestazione pacifica, io reprimo il mio odio. Chi esercita diritti riconosciuti in tutto l’Occidente non dovrebbe mai essere costretto a sedersi per terra. E’ profondamente preoccupante che l’amministrazione Obama non sia ancora in grado di tener testa a Israele e alla lobby filoisraeliana. Il nostro sogno di libertà è schiacciato sotto il peso degli insediamenti israeliani, sempre più grandi e inamovibili. Giorni or sono, tutto quello che il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, è riuscito a dire di quelle costruzioni illegali è stato che incutono sgomento. Ogniqualvolta George Mitchell, l’inviato americano, parla di Gerusalemme Est, il ministro degli esteri israel

La politica della paura (di Zvi Schuldiner)

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Rosarno e la frontiera meridionale di Israele distano varie migliaia di chilometri, ma in fondo sono molto più vicine di quel che sembra. La notizia qui è che Israele costruisce un muri «anti-immigrati» lungo la frontiera meridionale con l'Egitto. Nel 1989 molti hanno evocato «la scomparsa dei muri». La caduta della Germania comunista, il crollo del muro di Berlino sembravano aprire una nuova era, in cui l'espressione della libertà sarebbe stata un mondo libero dai muri che avevano imprigionato interi popoli. Non è stato così. Nel settembre 2001 al Qaeda ha aiutato il regime di George W. Bush a costruire il decennio della paura. In gran parte del mondo «sviluppato» la politica si è trasformata in politica della paura. Non si discute più dei mondi possibili preferiti ma di presunta lotta per la sopravvivenza. Grazie alla paura è più facile imporre un capitalismo svergognato, le guerre «sante» seminano morte ovunque, fiumi di sangue hanno rafforzato l'odio verso l'imperia

di Daoud KuttabQuando Obama ha perso di vista la questione palestinese

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Giorni fa, ad un certo punto mi sono chiesto cosa sarebbe successo se avessi letto invece che ascoltato la dichiarazione del presidente Obama dalle Hawaii, quando egli ha sottratto un po’ di tempo alla sua vacanza natalizia per parlare dell’incidente accaduto sul volo Amsterdam-Detroit. Se non avessi visto la sua immagine avrei pensato che a parlare non fosse altri che l’ex presidente George W. Bush. Cos’è accaduto a Obama in meno di un anno? Diversamente da tutti i suoi discorsi precedenti, Obama ha parlato completamente a braccio, usando la parola “terrorismo” per tre volte in una dichiarazione che è durata solo pochi minuti. Prima di questo incidente, Obama aveva sempre preferito usare le parole “radicale” e “estremista”, piuttosto che i termini “terrorista” e “terrorismo”, dotati di una carica politica decisamente maggiore. Ciò che ha reso la sua dichiarazione più simile a quelle di Bush che non ai precedenti discorsi dello stesso Obama, è stato il riferimento a un attacco anti-ame

Silvia Boarini La situazione dei beduini del Negev in Israele

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Quando Ben Gurion dichiarò che lo sviluppo del Negev sarebbe stata la vera sfida per gli israeliani, i coloni lo presero sul serio e il deserto fiorito divenne il miracolo del dopoguerra. Tanto che oggi, attraversando il sud d'Israele in macchina su autostrade che non ti fanno mai sentire troppo lontano da Tel Aviv, la cosa che salta all'occhio non sono i cammelli, ma i boschiDal nulla appaiono centinaia di alberi piantati fitti fitti entro confini ben delineati, per poi sparire all'improvviso lasciando di nuovo spazio al paesaggio brullo e monocolore. Per qualche secondo uno strano stupore ti fa voltare piu' volte ad assicurarti di non aver sognato. Un bosco, nel deserto in Israele ha piu' o meno lo stesso significato di un muro in Cisgiordania. e' uno di qui famosi 'fatti creati sul territorio'Sheikh Saiah e' un beduino vecchio stampo, ha circa 65 anni, sfoggia baffi argentati che si arricciolano alle estremita' e indossa una tunica e keffya

Cronologia: palestinesi uccisi e razzi. usuale copione

Sono cinque i palestinesi, tutti di giovane età, che ieri hanno perso la vita in due distinte località della Striscia di Gaza. I primi due, secondo fonti ospedaliere operai al lavoro nel nord della Striscia, sono stati uccisi da un proiettile sparato da un carro armato; l’esercito israeliano non ha confermato l’accaduto. Tel Aviv ha invece confermato di aver effettuato un’incursione aerea ieri sera nella zona centrale della Striscia causando la morte di tre giovani tra i 22 e i 29 anni di età sostenendo che si trattava di membri dell’organizzazione Jihad islamica intenti a preparare il lancio di un razzo contro Israele. Altre incursioni erano state effettuate tra Giovedì e Venerdì, ufficialmente in rappresaglia al lancio di razzi, causando la morte di tre persone. Colpi di mortaio, avevano invece ferito gravemente un palestinese al lavoro nelle fattorie a est del campo profughi di al-Maghazi. Sul lato israeliano, i razzi artigianali palestinesi non hanno causato né vittime né danni mat

Amira Hass: Gaza un anno dopo e la strategia comune di Hamas e Israele

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A un anno di distanza, il quadro è chiaro. Da Gaza sono usciti due vincitori: Israele e Hamas. Il rapporto Goldstone e le voci sui mandati di cattura contro alcuni militari e politici israeliani danno l’impressione che Israele sia sulla difensiva. Ma non possiamo ignorare il fatto che quell’offensiva sproporzionata – che si è lasciata dietro 1.400 morti, 600mila tonnellate di macerie e un terzo delle terre coltivabili bruciate – ha costretto Hamas a ridurre notevolmente i suoi attacchi contro Israele.Per gli israeliani che credono ai discorsi ufficiali, l’offensiva ha quindi raggiunto il suo scopo: niente più razzi Qassam, niente più notti insonni, niente più giorni di terrore. La politica della deterrenza ha funzionato. L’offensiva ha ricordato ad Hamas che le sue armi sono inferiori a quelle di Israele. Ha fatto capire agli abitanti di Gaza che l’idea di Hamas di essere come Hezbollah è senza fondamento. Le armi artigianali di Hamas e i suoi missili della seconda guerra mondiale hann