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Amira hass: Israele vuole abbattere lo Stadio in Cisgiordania

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Stadium stopped Una partita amichevole tra una squadra di calcio araba e una palestinese avrebbe dovuto inaugurare il nuovo stadio che è stato costruito nella parte est di Al-Bireh, vicino a Ramallah, alla fine dell'anno. “Avrebbe dovuto” perchè l'Amministrazione civile, in mano al ministero della Difesa di Israele, ha ordinato che i lavori venissero fermati minacciando la demolizione La FIFA, federazione calcistica internazionale, aveva finanziato lo stadio come parte di un progetto più ampio che mirava a promuovere il calcio palestinese. Questo stadio copre 11 dunum (cioè 2.75 ettari) e potrà ospitare 8000 persone. Un imprenditore israeliano, insieme ad una compagnia tedesca e ad un sub-appaltatore palestinese, hanno costruito il campo. In ottobre del 2008, quando il campo fu completato, il presidente della FIFA Joseph Blatter e il primo ministro dell'autorità Palestinese Salam Fayyad rimanevano la pietra angolare dello stadio. Il governo di Francia e Germania pagarono p

Gideon Levy : oliveti e vigneti palestinesi distrutti nei villaggi della Cisgiordania

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Sintesi personale Gideon Levy / Mourning uprooted olive trees in West Bank villages Sulla cima della collina si profilò l'antenna del grande insediamento di Yitzhar , E 'stata una splendida giornata di sole,Le case del villaggio palestinese di Burin si trova in questa valle, tra l'incudine e il martello, tra Har Bracha e Yitzhar. Abbiamo visitato Burin , spesso, dopo che i coloni hanno bruciato alcune case.,rubato un cavallo , incendiato i campi, demolita una casa nel villaggio e sradicato alberi di ulivo e vigneti Abbiamo spesso documentato lo sradicamento di alberi da parte di criminali : meno di un mese fa, in questo luogo , 300 alberi sono stati abbattuti da parte di intrusi -- probabilmente i settler di un avamposto illegale,con seghe circolari.. Non paghi di questo hanno strappato, come gli indizi lasciano presupporre, le chiome degli alberi, ferito e lacerato gli alberi. Nel mese di ottobre, l'agricoltore Abu Awad ha visto vandalizzare il suo vigneto : "

Akiva Eldar“Aberrazione israeliana.”

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Che cosa vuole da noi Mahmoud Abbas? Dovrebbe smetterla di gridare e dovrebbe cominciare a parlare. Perfino Benjamin Netanyahu, che proviene dal campo della destra, gli ha promesso uno stato; e Shaul Mofaz, il terrore dei palestinesi è desideroso di consegnargli, a credito, il 20% della West Bank. Abbas può essere capace di prendere in giro gli americani, ma gli israeliani non sono dei fessi. Non ci facciamo impressionare dal trucco di queste dimissioni. Sappiamo che nessuno getta via la chiave del suo ufficio per alcune migliaia di coloni. A Ramallah, ogni bambino sa che, alla fine, le colonie dislocate all’esterno dei “blocchi di insediamenti” entreranno a far parte della Palestina. L’atteggiamento dell’israeliano medio sulla questione delle colonie è uno degli effetti della malattia cronica che minaccia l’esistenza dello Stato Ebraico: l’incapacità di mettersi, neppure per un minuto, nei panni del vicino. Che cosa diremmo se Abbas dovesse chiederci di acconsentire al ritorno dei p

I bravi ragazzi della Brigata Kfir..forse......

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ABUSI I soldati israeliani parlano del loro pogram ad Hebron Di Donald Macintyre, Jerusalem Saturday, 19 aprile 2008 Capelli neri, maglietta nera, blue jeans, il ventiduenne è comprensibilmente riluttante, mentre sta seduto ad un tavolo da pic-nic, in una situazioneassurda,da qualche parte in Israele.Noi sappiamo il suo nome e se lo usassimo sarebbe sottoposto ad un'indagine e probabilmente finirebbe in prigione. Cantano gli uccellini mentre egli descrive in dettaglio ciò che ha fatto e visto fare ad altri come soldato semplice ad Hebron.E sono certamente criminosi: gli episodi in cui i veicoli Palestinesi vengono fermati senza nessuna ragione, vengono sfondati i finestrini, vengono picchiati i passeggeri per aver risposto, per aver detto ad esempio che stavano andando all'Ospedale.Rubare tabacco ad un commerciante Palestinese, che per giunta viene anche picchiato a sangue quando si lamenta.Lanciare granate assordanti all'interno delle Moschee attraverso le finestre

Il CMC a Israele: stop colonie

Il Consiglio Mondiale delle chiese interviene dopo l'annuncio che c'è l'intenzione di costruire a Gerusalemme Est 900 nuove unità abitative. "Il Consiglio mondiale delle Chiese (Cmc ) chiede ad Israele di fermare la costruzione di nuove colonie nei Territori occupati. L’appello dell’organizzazione ecumenica, che raccoglie 349 denominazioni cristiane, giunge dopo la decisione della municipalità di Gerusalemme di dare il via alla costruzione di 900 nuove unità abitative nella colonia Gilo a Gerusalemme est. Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio, esprime “grande delusione” e “ferma condanna” per la decisione del governo guidato da Benjamin Netanyahu. Il Cmc è convinto che essa “ostacolerà i tentativi ora in corso per riavviare il negoziati di pace” e invita tutte le realtà che fanno parte del Consiglio “ad agire con decisione” per “far revocare la decisione del Governo israeliano e il suo programma di insediamenti”. L'appello sottolinea che i nuovi insediame

JERUSALEM POST (Gaza): E' tempo di ammettere chi sono le vere vittime

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1 novembre 2009: il rapporto per il numero di morti è di 1 a 100, a nostro favore. Per quanto riguarda le distruzioni, è molto, molto di più. A tutto’oggi, migliaia di persone a Gaza vivono in tenda perché non permettiamo di far arrivare il cemento per ricostruire le case che abbiamo demolito. Abbiamo fatto della Striscia di Gaza una zona sinistrata, una questione umanitaria, e la manteniamo in questo stato con il nostro blocco. Durante questo tempo, qui, dal lato israeliano della frontiera, non riusciamo a ricordare quando la vita sia stata così tranquilla e sicuraAllora decidiamo: quali sono state le vittime dell’operazione Piombo fuso, loro o noi? La questione non si pone, siamo noi. Noi, gli Israeliani, siamo stati le vittime e noi lo siamo sempre. In realtà, la nostra condizione di vittime peggiora di giorno in giorno. Il rapporto Goldstone è il vero crimine di guerra. Il rapporto Goldstone, i dibattiti all’ONU, Amnesty International, Human Rights Watch, la Croce Rossa, B’Tselem