Post

AKiva Eldar: come Israele ha fatto tacere i contestatori alla guerra di Gaza

Immagine
Israel silenced Gaza war protesters Adalat mostra in un nuovo rapporto come i tribunali e la polizia hanno tentato di sradicare l’opposizione all’Operazione Piombo Fuso: “Questo è tempo di guerra, e qualsiasi incidente danneggia il morale della gente.” Questa non era una frase in una rivista di destra, ma piuttosto una dichiarazione del rappresentante della polizia israeliana durante l’Operazione Piombo Fuso per cercare di convincere il Tribunale Distrettuale di Tel Aviv a bloccare i dimostranti contro la guerra provenienti dalla città. Quasi nello stesso tempo, in un’audizione presso il Tribunale del Pretore di Haifa sull’estensione della custodia di minori, il giudice Gilad Moshe ha dichiarato: “Chiunque consenta critiche che denunciano lo stato ed appoggiano i suoi nemici, proprio mentre essi fanno piovere missili sui suoi cittadini, deve obbedire alle sue leggi e gli è senz’altro vietato di attaccare la polizia che giunge per imporre l’ordine. E’ simile ad una persona che

Jeff Halper; Obama è ostaggio del Congresso,la società civile si mobiliti

Immagine
L'economia israeliana dipende dall'accesso privilegiato alla tecnologia militare statunitense. I progetti di sviluppo di armamenti che sottoscrive con l'Europa o la Cina vanno avanti grazie a questa disponibilità di tecnologia «made in Usa». Se Obama dicesse al ministro della difesa Gates: «Stop ai progetti comuni, ai milioni di dollari Usa nel sistema antimissile Arrow», Israele cederebbe alle richieste Usa perché, altrimenti, la sua economia crollerebbe....Gli Usa chiedono il congelamento delle colonie ma non la fine dell'abbattimento, illegale, delle case palestinesi che va avanti ogni giorno: soltanto a Gerusalemme est 22mila case - 1/3 delle abitazioni palestinesi - hanno ricevuto ordine di demolizione da parte delle autorità occupanti. Da due generazioni viene sistematicamente impedito ai palestinesi di costruire a Gerusalemme, mentre 250mila israeliani si sono stabiliti nella sua parte orientale, come coloni. Il tentativo è quello di distruggere Gerusalemme est c

Avishai Margalit «La ragioneria politica del kamikaze»

A distanza di anni suona minacciosa la previsione che un giovane jihadi talebano fece all’inviato di un giornale inglese nei primi giorni della guerra in Afghanistan: «Gli americani non vinceranno mai perché loro amano la Pepsi Cola, mentre noi amiamo la morte». La ricorda Avishai Margalit, ospite del festival di filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. Filosofo della politica che ha passato tutta la vita alla Hebrew University di Gerusalemme, Margalit insegna oggi allo Institute for Advacenced Study di Princeton dove trovarono rifugio dal nazismo Albert Einstein, John von Neumann e Erwin Panowsky. Questa visione dell’occidente come una societàmeccanizzata priva di un’autenticità spirituale praticata dal giovane talebano è paragonabile agli aspetti peggiori del suo contraltare, l’orientalismo, quella visione dei popoli non occidentali che secondo Edward Said spoglia i suoi bersagli della loro umanità. Così come la prima rappresenta l’occidente come una zona corrotta del pianeta, la sec

Michael Warschawski “Dopo la pubblicazione del rapporto dell’ Onu

Immagine
La pubblicazione del rapporto dell’Onu per l’accertamento dei fatti sul conflitto di Gaza è un passo importante, a condizione che abbia un seguito. Esso è importante anzitutto per la sicurezza pubblica internazionale: durante i due decenni del predominio dei neo-conservatori negli Stati Uniti, abbiamo assistito agli sforzi congiunti della casa Bianca e di Israele per vanificare le norme del diritto internazionale. Possiamo ricordare lo stupido commento di George W. Bush: egli, nella cornice della guerra globale al terrorismo sostenne che era essenziale annullare le limitazioni poste ai combattenti dalla Convenzione di Ginevra. E Israele, già nei primi anni ’70 aveva deciso che la Quarta Convenzione di Ginevra non era applicabile nei Territori Occupati. Il rapporto, e prima di questo il parere consultivo della Corte Internazionale sulleConseguenze legali della costruzione di un muro nei territori palestinesi occupati, ricorda al mondo che la lezione dell’epoca nazista non è stata

«Israele sfida gli Stati uniti». Intervisa a Jeff Halper

Con le critiche che l’amministrazione Obama ha mosso al governo israeliano, la questione delle demolizioni di case palestinesi soprattutto a Gerusalemme Est è diventata, finalmente, uno dei temi caldi dell’agenda internazionale. «Dall’inizio dell’occupazione, i vari governi israeliani hanno ordinato la demolizione di più di 24 mila case palestinesi – spiega Jeff Halper, direttore del Comitato israeliano contro le demolizioni di case – la differenza in questo momento è che il governo di Netanyahu ha deciso di rendere più evidente questa pratica, per sfidare apertamente gli Stati uniti».Una decisione che, secondo Halper, dipende dal fatto che per la prima dall’immediato dopoguerra, l’amministrazione statunitense ha la percezione che gli interessi strategici degli Usa in Medio oriente non corrispondono a quelli israeliani: «Obama sta cercando di uscire con meno danni possibile dall’Iraq, sta cercando un approccio meno duro con l’Iran e più in generale di abbassare i toni, dopo gli anni di

Yitzhak Laor : il coro nazionale e Goldstone

Immagine
Se qualcuno pensava che i nostri dirigenti e intrattenitori rivaleggiassero tra loro in cattivo gusto solo quando la vedova di un pilota sta seppellendo un suo figlio pilota, dovrebbe ascoltarli azzuffarsi come solisti in un’opera schifosa che potrebbe chiamarsi “Quell’orribile Goldstone.” Al di là del ronzio ripetitivo, l’opera è notevole per il lividore delle sue argomentazioni, che sembrano basarsi tutte su un solo assioma: “Tutto quello che vien detto sono bugie, e comunque ci è consentito .” L’opera stessa è composta attorno a un solo motivo, ripetuto dai solisti e dal coro sul tipo: “Israele è stato costretto a compiere l’Operazione Piombo Fuso.” E’ stato proprio così? Chi ricorda ancora che, prima della guerra, Israele aveva respinto i tentativi di rinnovare la tregua? Chi si rammenta che i mesi prima della guerra erano stati relativamente tranquilli, nonostante l’assedio di Gaza? Chi ricorda ancora che l’assedio stesso era stato una sfrontata violazione dell’accordo di ces