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Zeev Sternhell : la vittoria si definisce in base ai risultati politici

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Sintesi personale Gli Israeliani sono ancora abbagliati dal successo della campagna militare,nonostante l'orribile costo di vite umane,ma è necessario ricordare che la vittoria si definisce in base ai risultati politici . In questo contesto è interessante osservare che , nonostante la sconfitta militare, hamas ha già ottenuto dei risultati: è stato riconosciuto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU sia come forza dominante nella striscia sia come vittima Questo è stato causato da un uso quotidiano della nostra forza militare , che potrebbe essere stato necessario a livello tattico, ma ha determinato, anche nei governi amici, un cambiamento nei nostri confronti dinanzi alle immagini dei bambini uccisi E così gli Stati Uniti , la Francia non potevano ignorare l'uccisione di civili a Gaza A Washington, George W. Bush e Condoleezza Rice hanno volutamente girato le spalle ad Israele. Gli Israeliani non si sono ancora resi conto dell'orrore di Gaza: era necessar

Gideon Levy: il tempo delle domande

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Continua a leggere 16 gennaio 2009 Volendo risalire alle  origini, si potrebbe citare Lev Tolstoj: “Il patriottismo nel suo significato più chiaro, semplice e inequivocabile  è solo un mezzo che i governi usano per raggiungere i loro obiettivi, e i  cittadini per raggiungere l’abdicazione dalla dignità umana, dalla ragione, dalla coscienza. Il patriottismo è schiavitù”. Con questa guerra, come con ogni  guerra, sulla terra è calato uno spirito malvagio. Un editorialista, probabilmente  illuminato, ha descritto le terribili  colonne di fumo nero che s’innalzano  da Gaza come “immagini spettacolari”. Il viceministro israeliano della difesa ha dichiarato che i numerosi funerali che si svolgono a Gaza sono la dimostrazione dei “traguardi raggiunti” da Israele. Un giornale ha titolato a tutta pagina “Le ferite di Gaza”, riferendosi ai soldati israeliani feriti e ignorando vergognosamente le migliaia di palestinesi che, negli ospedali di Gaza, non possono essere curati. Alcuni commentato

MisnaPRIMI BILANCI DI UN "TERREMOTO" (2) ...

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Secondo l’Icrc sono almeno 60.000 i palestinesi rimasti (letteralmente) senza nulla, dopo che i bombardamenti israeliani hanno distrutto le loro abitazioni e tutto quello che contenevano. “Un uomo anziano si è avvicinato a me, mentre stavo valutando i danni nel suo quartiere, e mi ha detto che tutto quello per cui aveva lavorato una vita intera, tutto quello che aveva ottenuto, il suo orto di olivi, limoni e alberi di palma, era andato distrutto. Tutto. Poi è scoppiato a piangere. È rimasto, solo, di fronte a me a piangere a lungo” racconta il funzionario della Croce Rossa Iyad Nasr, di ritorno da uno dei tanti sopralluoghi di questi giorni. Le agenzie umanitarie hanno chiesto l’invio immediato di materassi, lenzuola, oggetti per la cucina e teli di plastica per aiutare nell’immediato le migliaia di persone che hanno perso tutto. E mentre gli esperti spiegano che il quadro di distruzione attuale è “temporaneo” e che ci vorrà ancora una settimana per avere un quadro più completo d

sito dedicato ai bambini israeliani e palestinesi uccisi

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Israelis: 124 Palestinians: 1440 sito bambini israeliani e palestinesi uccisi (2000-2008) Il marchio di Caino:bambini nella polvere

di Juan Goytisolo, Immaginare il dolore degli altri a Gaza

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Un milione e mezzo di palestinesi patiscono l’assedio nel ghetto di Gaza, nel frattempo, i politici di Israele proclamano la loro indifferenza rispetto alle sofferenze degli assediati. Questo può solo produrre più violenza. “Nuociamo solamente agli altri quando siamo incapaci di immaginarli” ho letto in qualche libro, non so se di Todorov o di Carlos Fuentes. La frase si riferiva a gesta lontane, come la Conquista spagnola dell’America o le guerre coloniali europee del XIX secolo, quando le crudeltà di quelle guerre, patite da popoli “inferiori”, si rivestivano con un’aura di altruismo ed eroicità: missione evangelizzatrice o apporto delle luci della civilizzazione alla loro barbarie e arretratezza. Già Sharon formulò così un programma d’azione: “I Palestinesi devono soffrire molto di più”. Mi torna alla memoria la frase di Marek Halter: “Ho paura per Israele e Israele mi fa paura”. Le cose oggi sono diverse. Che si tratti di guerre d’aggressione o di guerre di presunta difesa o anc

di Stefano Levi Della Torre Giorno della memoria

In virtù di Israele che ha conferito all’essere ebrei anche una responsabilità politica che inevitabilmente si espone al giudizio, sempre meno gli ebrei potranno valersi del prestigio morale e simbolico delle vittime innocenti. E la "Giornata della memoria", per la sua stessa natura di momento non solo informativo ma anche giudicante, si ritorcerà da giudizio su altri a giudizio anche sugli ebrei.Se non saremo all’altezza di rispondere adeguatamente alla domanda su vittime/carnefici, essa rifluirà sul passato modificando come un revisionismo diffuso e interiore la percezione stessa di ciò che è stato. E se il Nazismo verrà riassunto come "questione ebraica", la Shoà si ridurrà a un corto circuito, a un "regolamento di conti" tra ebrei e nazisti a cui "gli altri" potranno assistere con il sollievo di un’estraneità a entrambe le parti, con la presunzione della propria innocenza e con la tranquilla coscienza di giudici terzi Giorno della

RAPPORTO : SISTEMA SANITARIO E OPERATORI SOTTO ATTACCO

1    I NUMERI DEL "COLLASSO UMANITARIO"  È un quadro completo delle conseguenze devastanti provocate a Gaza da tre settimane di massiccia offensiva israeliana quello contenuto nel rapporto realizzato da una decina di organizzazioni per i diritti umani israeliane e nel quale si denuncia il “Collasso umanitario della Striscia di Gaza”. Il documento è aggiornato al 14 gennaio scorso, il giorno prima del massiccio attacco lanciato dagli israeliani su Gaza città e che ha visto tra gli obiettivi dell’esercito di Tel Aviv il quartier generale dell’Onu in città, almeno tre ospedali diversi e il palazzo in cui si trovavano raccolti la maggioranza dei giornalisti presenti a Gaza. I danni provocati dall’attacco israeliano al sistema sanitario, a quello scolastico e alle infrastrutture, lascia intravedere come le difficoltà e le sofferenze della popolazione civile di Gaza non si fermeranno quando, finalmente, si fermeranno le armi. Nell’introdurre il rapporto, le organizzazioni scrivo

Gideon Levy:Una guerra di lusso, un gioco da bambini

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"I combattimenti a Gaza sono una guerra di lusso. Rispetto alle guerre precedenti, sono un gioco da bambini: i piloti bombardano senza incontrare ostacoli, come se fosse un allenamento, i carri armati e i soldati dell’artiglieria colpiscono case e civili dai loro veicoli blindati, le forze speciali distruggono strade intere protetti dentro i loro minacciosi veicoli senza dure opposizioni. Un esercito forte e potente sta lottando contro una popolazione inerme e un’organizzazione debole e logora, che, fuggita dalle zone di conflitto, ha appena accennato una lotta.Tutto ciò va detto apertamente, prima di iniziare a esultare per il nostro eroismo e la vittoria. Questa guerra è un gioco per bambini anche a causa delle sue vittime. Circa un terzo dei morti a Gaza sono bambini -311, secondo il ministero della Sanità palestinese, 270 secondo il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem -su tutti i 1000 uccisi fino a mercoledì. Circa 1550 dei 4500 feriti erano anche loro bambini, in b