RAPPORTO : SISTEMA SANITARIO E OPERATORI SOTTO ATTACCO


1   I NUMERI DEL "COLLASSO UMANITARIO"
 È un quadro completo delle conseguenze devastanti provocate a Gaza da tre settimane di massiccia offensiva israeliana quello contenuto nel rapporto realizzato da una decina di organizzazioni per i diritti umani israeliane e nel quale si denuncia il “Collasso umanitario della Striscia di Gaza”. Il documento è aggiornato al 14 gennaio scorso, il giorno prima del massiccio attacco lanciato dagli israeliani su Gaza città e che ha visto tra gli obiettivi dell’esercito di Tel Aviv il quartier generale dell’Onu in città, almeno tre ospedali diversi e il palazzo in cui si trovavano raccolti la maggioranza dei giornalisti presenti a Gaza. I danni provocati dall’attacco israeliano al sistema sanitario, a quello scolastico e alle infrastrutture, lascia intravedere come le difficoltà e le sofferenze della popolazione civile di Gaza non si fermeranno quando, finalmente, si fermeranno le armi. Nell’introdurre il rapporto, le organizzazioni scrivono “La dimensione del collasso umanitario della Striscia di Gaza è in crescita. Molti feriti non stanno ricevendo alcuna cura medica, il loro trasferimento verso gli ospedali è impedito, i team medici vengono attaccati mentre cercano di portare soccorsi e il sistema sanitario, in particolare gli ospedali, è al collasso. Le infrastrutture elettriche, idriche e fognarie sono in uno stato di parziale crollo, che impedisce alla popolazione di Gaza l’accesso all’acqua potabile e la espone al rischio di infezioni contagiose con le acque reflue che invadono i centri abitati”.[CO] Misna

2  “Le organizzazioni per i diritti umani hanno documentato sei casi in cui i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro team di operatori sanitari; 12 operatori sanitari sono stati uccisi e 17 feriti. Sono stati documentati almeno 15 casi di attacchi contro strutture mediche, tra cui un deposito di forniture medicinali, tre cliniche mobili, un centro di salute mentale, le mura e le finestre di tre ospedali pubblici e numerosi veicoli di soccorso. Attacchi diretti hanno colpito l’ospedale europeo e quello di Dura, una struttura dell’UNRWA e la clinica Safha al-Harazin a Shuja’iya. I ritardi nel coordinamento tra l’esercito israeliano e i team sanitari oscillano tra le 2 e le 10 ore. Nella maggior parte dei casi, l’esercito non risponde affatto alle richieste. Le organizzazioni per i diritti umani sono a conoscenza di casi relativi a oltre 100 civili intrappolati per più di 24 ore, compresi decine di feriti, senza alcuna assistenza medica e, in alcuni casi, senza cibo ne’ acqua. Una famiglia di 21 persone (compresi sei feriti) ha atteso sette giorni che l’esercito autorizzasse la Croce rossa a evacuarla. Due famiglie hanno atteso oltre 36 ore. Il sistema sanitario di Gaza e’ al collasso totale dopo più di un anno e mezzo di blocco continuo: si evidenziano una grave mancanza di strumenti e medicine, la carenza di personale qualificato e l’assenza di competenze ed esperienze professionali per trattare i casi piu’ gravi. Secondo il ministero della Salute palestinese, gli strumenti, le attrezzature e i medicinali di cui Israele ha permesso l’ingresso nella Striscia di Gaza coprono solo il 30 per cento delle effettive necessità. Nella Striscia di Gaza vi sono 2050 posti letto (1500 negli ospedali pubblici e 550 nelle cliniche private). L’unita’ di terapia intensiva dell’ospedale di Shifa e’ passata da 12 a 30 letti. Dal 1° gennaio l’unita’ e’ al completo, nonostante dal 6 gennaio ogni giorno siano stati trasferiti cinque pazienti in Egitto. Il trattamento dei degenti cronici, compresi i malati di cancro, quelli affetti da epatite e quelli in dialisi, e’ stato sospeso quasi completamente a causa della mancanza di posti letto e di medici disponibili. Dal 27 dicembre 2008, e’ stato sollecitato il trasferimento in ospedali fuori dalla Striscia di Gaza di 850 pazienti cronici e centinaia di feriti. Solo tre feriti e poche decine di degenti sono stati trasferiti in Israele, 250 sono stati evacuati in Egitto attraverso il valico di Rafah. Dal 6 gennaio, nessun altro paziente e’ stato trasferito in Israele per ricevere cure mediche. Dal 3 al 10 gennaio l’ospedale di Shifa e gli altri ospedali pubblici di Gaza hanno operato senza fornitura di elettricità, ricorrendo a generatori. Dal 10 gennaio l’ospedale di Shifa ha ricevuto forniture di elettricità per 8 – 12 ore al giorno. In media, nel mese di gennaio, gli altri ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto elettricità per 4 – 8 ore al giorno, ricorrendo per il restante tempo ai generatori. In un caso, l’ospedale Al-Quds e’ rimasto senza alcuna fornitura di elettricità e a seguito della rottura del generatore le macchine salva-vita si sono fermate del tutto. Pazienti curati nelle case sono esposti a rischi maggiori a causa della mancanza di elettricità, che impedisce l’uso regolare dei macchinari a corrente elettrica”.[CO]

3  Misna: crisi umanitaria totale: colpite istituzioni umanitarie  Tre ‘cliniche mobili’ dell'organizzazione umanitaria danese ‘Folkekirkens Nødhjaelp’(DanChurchAid), pur dotate di insegne chiaramente visibili, sono state bombardate e distrutte ieri dall'esercito israeliano; secondo Henrik Stubkjaer, segretario dell’organizzazione, i bombardamenti israeliani "prendono di mira direttamente obiettivi umanitari". Pierre Kraehenbuehl, responsabile della Croce Rossa a Gaza, sottolineando che almeno due ospedali stanno per finire le scorte di combustibile per i generatori di energia elettrica e che non si riesce neppure a recare soccorso ai feriti con le ambulanze, ha definito ”crisi umanitaria totale” quella in corso nella Striscia. "Siamo estremamente preoccupati per il numero crescente di civili morti e feriti e di infrastrutture civili, tra cui ospedali, colpite dalle operazioni militari israeliane". Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon, dopo aver ricordato che già "dopo le prime incursioni aeree il governo israeliano era stato avvertito che le operazioni stavano danneggiando strutture Onu", ieri sera si era detto "profondamento scioccato" per la strage nella scuola Onu di Jabaliya definendo "totalmente inaccettabili" gli attacchi israeliani contro quel tipo di strutture. [CO]


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