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Rabbini e attivisti israeliani e palestinesi contro la violenza e l'impunità dei settler

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1Numerose persone sono rimaste ferite oggi a Hebron, dove un gruppo di coloni israeliani ha attaccato alcuni membri dell'associazione "Rabbini per i diritti umani" che aiutavano i palestinesi nella raccolta delle olive. "Siamo qui per affermare un diritto, poiché tutti sanno che questi alberi sono di proprietà dei palestinesi” ha detto Arik Asherman, direttore dell’organizzazione dei rabbini. Ogni anno in Palestina aumentano gli scontri fra coloni ebrei e palestinesi al tempo della raccolta. Gli incidenti di oggi sono destinati ad alimentare la polemica contro la polizia, accusata di lassismo nei confronti dei gruppi di destra estrema dopo l'attentato allo storico Ze’ev Sternhell . Israele - Palestina - Aumentano le violenze sui palestinesi Palestina, Idf: “La violenza dei coloni è incoraggiata dall ... Israele - Palestina - Da un documento diffuso dai "Rabbini per i ... Palestina - La mano tesa dei rabbini - Di Giorgio Bernardelli

Zeev Sternhell Come sono diventato un bersaglio per i "terroristi ebrei" d'Israele

Z eev Sternhell fa attenzione alla scelta di parole quando descrive senza esitazione l’esplosione la scorsa settimana di una bomba artigianale di fronte al suo portone di casa come un "atto di terrorismo ebraico". Come superstite dell’Olocausto, orfano all’età di sette anni e veterano delle guerre d’Israele, il professor Sternhell, 73 anni, è stato fortunato nell’essere rimasto ferito solo ad una gamba dalle schegge provenienti dalla bomba. Si dice "inorridito" non per lui ma perché poteva colpire sua moglie, la figlia, i pronipoti, i loro ospiti o anche i vicini. "È stato un atto terroristico perché non potevano sapere chi sarebbe stato colpito." Dice con ironia che siccome non ha nemici noti nella "criminalità organizzata" le ragioni per cui la polizia crede che si sia trattato di un tentato omicidio non sono difficili da trovare. Come veterano nel movimento Peace Now e noto oppositore dell’occupazione sin dalla fine degli anni settanta,

Video: Prof Sternhell: i sostenitori dell'occupazione non sono sionisti

Sintesi personale, solo elementi essenziali Per fermare i coloni sarebbe bastato applicare i diritti universali ,in particolare il diritto della libertà e della dignità anche ai palestinesi . Su questo principio si è costituita nel 20 secolo ,l'Europa democratica ,unico modo per rafforzare il sionismo..Chi sostiene l'occupazione, vale a dire uno stato binazionale, non è sionista. Questo dovrebbe essere detto anche a quei politici che prolungando i negoziati stanno escludendo la possibilità di creare due stati, ponendo in pericolo lo Stato ebraico del futuro .In quanto alla sinistra, pur avendo uomini di valore, nessuno sta cercando di plasmare il futuro della guerra e della pace . Questo è il momento che la sinistra dovrebbe con forza proclamare la sua differenza con l'ideologia fallimentare, in ogni settore, della destra .Temo che, a meno di un immediato cambiamento tra 50 anni le generazioni future non avranno alcuna ragione di vivere qui. Se siamo des

Lettera di un pacifista israeliano a Barak. "Lei è responsabile della violenza dei coloni

Silence al ministro Ehud Barak. 29/09/2008 lettera di un pacifista israeliano gregio ministro della difesa Ehud Barak, sono rimasto sorpreso nell’udire la sua reazione all’ordigno fatto esplodere all’ingresso dell’abitazione del professor Ze'ev Sternhell: ha detto che non permetterà a nessuno, all’interno della società israeliana, di attaccare chi esprime le proprie opinioni. Una posizione netta che presumo condivisa dalla stragrande maggioranza della società israeliana, sia a destra che a sinistra. Tuttavia lei, nella sua qualità di ministro della difesa in carica già da due anni, non può esprimersi come un qualunque cittadino. Questo incidente ricade sotto la sua competenza, e certamente che non si tratta di un gesto né unico né nuovo. Come ministro della difesa, lei non dovrebbe essere colto alla sprovvista. L’organizzazione in cui milito, Breaking the Silence (“rompere il silenzio”) da anni organizza visite guidate a Hebron e da tempo viene attaccata dai c

Aggiornamento attentato Damasco

Quello che appare sempre più evidente in queste ore è che i due attentati sono stati considerati dal regime siriano come interconnessi. L'agenzia di stampa governativa ha fatto sapere che l'automezzo esploso a Damasco proveniva da un paese arabo limitrofo. Alla luce di quello che sta accadendo in queste ore sembra evidente che Assad ritenga la zona nord del Libano ed in particolare i dintorni di Tripoli come "responsabili" o quantomeno "parzialmente coinvolti" rsispetto a quanto è avvenuto a Damasco la settimana scorsa. continua qui Siria, “confessano” in tv i presunti attentatori del 27 settembre Dietro le “confessioni” della televisione siriana

Gideon Levy : basta parlare ,è ora di agire

Gideon Levy: Enough with the 'political process' game Sintesi personale Il paese più instabile del Medio Oriente avrà un nuovo governo, con lo slogan: " continueranno i negoziati di pace con i palestinesi". Ebbene, ora è il momento di porre fine alla farsa, dopo oltre 15 anni di inutili negoziati. E 'il momento di dire basta a questo falò delle vanità, a questo processo di auto-inganno che ostacola qualsiasi accordo. E 'giunto il momento per le decisioni e le azioni - guerra o pace, annessione in uno stato di tutti i cittadini, o creazione di due Stati sovrani. Vi è un solo piano sul tavolo: le frontiere del 1967 e la soluzione del problema dei profughi in cambio di pace - sì o no. Tutto il resto è insignificante. Non si può perdere più tempo, perchè il tempo è esaurito Scegliete il piano di Clinton o l'iniziativa di Ginevra ,non ci sono altri piani Ciò che avrebbe potuto essere realizzato un decennio fa non può essere raggiunto oggi, e quel che

Yehoshua : un video dà ragione a Sabahi

Un video di Youtube Che cosa ha detto veramente Abraham Yehoshua? In questi giorni, sui media italiani, si è scatenata una polemica intorno ad alcune frasi che il grande scrittore israeliano avrebbe pronunciato in un’intervista pubblicata il 22 settembre dal quotidiano La Stampa, dal titolo “Teheran non è un pericolo per Israele”. Due giorni dopo lo stesso Yehoshua, intellettuale da anni impegnato per la pace tra israeliani e palestinesi, si è sentito in dovere di precisare a La Stampa di non aver “mai detto che l’Iran non è un pericolo per Israele”. La faccenda merita di essere approfondita perché rivela anzitutto l’aggressività e la partigianeria di alcuni media vicini al centrodestra italiano, e anche le pressioni da cui si sente condizionato persino un grande intellettuale come Yehoshua. Continua qui Yehoshua, l’Iran e quel titolo sbagliato