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Settler: 2009 distruzione proprietà,attacchi, moschee bruciate (prima parte)

1 Un allievo di un collegio rabbinico della Cisgiordania ha lanciato un razzo, prodotto artiginalmente, in direzione di un vicino villaggio palestinese. Il lancio non ha provocato nè danni nè vittime, ma ha messo in allarme i servizi di sicurezza israeliani. Giorni fa, nella zona di Nablu, il seminarista al collegio 'Od Yossef Hay' ha sparato verso il villaggio arabo, ma il razzo è esploso a pochi metri da un ebreo religioso, che pregava in un campo, senza ferirlo. I servizi di sicurezza israeliani sono subito arrivati sul luogo e hanno interrogato il ragazzo e uno dei suoi insegnanti, sospettato di esser al corrente del progetto . 1 'Minibus ribaltato dopo che i coloni hanno lanciato pietre' (sintesi personale9 Sette palestinesi sono rimasti feriti leggermente nell’incidente avvenuto vicino all’insediamento di Yitzhar .Il minibus, sul quale viaggiavano, si è ribaltato a causa delle pietre lanciate dai setter "Abbiamo riferito questo agli ufficiali di poli

Gideon Levy: Nawari , gli zingari di Gerusalemme

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Sintesi personale (solo gli elemnti essenziali) Haaretz I "Nawari," gli Zingari di Gerusalemme così chiamati in arabo., sono 400 a 500 ,da una stima non ufficiale, appartenenti a quattro clan :Sleem, Nimr, Shakr e Ba'rana. Fino a poco tempo si sposavano solo all'interno della comunità, ma ora hanno cominciato ad aprirsi e ad interagire con palestinesi , i loro vicini.Abbiamo vagato per ore questa settimana attraverso i vicoli di Bab al-Hutta, all'interno di Erode's Gate, alla ricerca degli Zingari di Gerusalemme. .In Karkour Cafe, abbiamo chiesto a un cliente, un dignitoso-palestinese, se sarebbe stato contento se sua figlia avesse sposato un Nawari" No ma non voglio dirvi il perché. C'è una grande differenza tra noi e loro. Un tempo i erano nomadi. Essi non sono come noi. Ma non voglio insultarli ,non voglio offenderli" .Taleb Ghit li descrive così " Sono raffinati, persone buone, ma come i beduini, non lasciano che altr

di Zvi Bar'el:la forza di hamas e la tregua

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I punti principali del cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas garantiscono all’organizzazione islamica un successo politico e diplomatico che gli darà anche un vantaggio nei suoi colloqui di riconciliazione con Fatah, che dovrebbero avere inizio alla fine di questa settimana.Secondo la proposta mediate dall’Egitto, Israele non potrà più controllare l’attraversamento di Rafah, sul confine Gaza-Egitto, una volta che sarà riaperto, e un accordo per liberare il soldato rapito Gilad Shalit sarà discusso separatamente dalla tregua, come voleva Hamas Israele otterrà la tranquillità nel Sud, insieme a un impegno dell’Egitto per monitorare strettamente il confine, ma Hamas sarà l’attore principale nel controllo dell’attraversamento di Rafah. I funzionari dell’Autorità palestinese (Ap) e gli osservatori europei saranno presenti, ma entrambi avranno autorità limitataIn più, la tregua dà ad Hamas, piuttosto che al presidente dell’Ap Mahmoud Abbas, il potere di forzare un cessate-il-fuoco in Cisgio

Negli affreschi della Cappella Sistina simboli legati alla Kabbalah ebraica

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Nel 1975 il chirurgo dell’Indiana Frank Mershberger entra per la prima volta nella Cappella Sistina, guarda l’affresco sulla Creazione di Adamo e prova una sensazione di strana famigliarità. Poi rimane di stucco. Dio che tende la mano verso Adamo è raffigurato dentro un mantello che è l’esatta sezione di un cervello umano, quasi fosse stato copiato dal manuale di una scuola di medicina. «Perché mai Michelangelo ha messo Dio dentro un cervello?» si chiese Mershberger. La risposta arriva dalle 320 pagine di «The Sistine Secrets» (I Segreti della Sistina) confezionate per i tipi di HarpersCollins da Roy Doliner, studioso dell’arte e docente nei Musei Vaticani, e Benjamin Blech, docente di Talmud alla Yeshiva University di New York e considerato fra i più autorevoli rabbini cabbalisti, arrivati alla conclusione che Michelangelo adoperò un «codice» per la realizzazione della Cappella Sistina, talmente segreto da far apparire banale quello attribuito a Leonardo da Dan Brown. Dove porta la

Di Ariel Rubinsky: la storia di Ibtisam Mahmid

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Sintesi personale solo elementi essenziali Sintesi personale solo elementi essenziali Ibtisam Mahmid,di 48 anni, madre di tre arabi vive a Fureidis, dedica la maggior parte del suo tempo ed energia a favore delle donne arabe e della pace. Lei si impegna in workshop e seminari, è responsabile della "Sulha" ,un evento annuale in cui ebrei, arabi e personalità religiose di tutto il mondo si incontrano. Contatta gli ospedali israeliani per bambini palestinesi bisognosi di cure mediche complesse e organizza "circoli di ascolto"."Qui ognuno presenta la propria versione di un evento, mentre l'altro ascolta. In questo modo si crea un dialogo tra le culture. Si scopre una nuova visione del mondo , quando si è esposti al sentimento dell'altro,alle sue ansie e alle sue paure. Quando un amico mi ha parlato dell' Olocausto, per esempio, ho pianto per quanto accaduto al popolo ebraicoI Palestinesi sono stati dispersi in tutto il mondo, com

HALPER antisemitismo e antisionismo

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Dove nasce l’identificazione, ormai corrente, fra antisionismo, addirittura antisemitismo e critiche a Israele? Una decisione del partito al governo in Israele e la situazione degli ebrei in diaspora. Risponde Jeff Halper. Innanzitutto vorrei fare una precisazione: non tutta la critica verso Israele è antisionista; sicuramente non è necessariamente antisemitismo, ma non è nemmeno antisionismo. Bisognerebbe iniziare a guardare a Israele come fosse un paese reale. Proprio questo, tuttavia, per i più, è molto difficile. Israele viene visto innanzitutto come compensazione per l’Olocausto; i cristiani poi lo assumono come un passaggio verso la salvezza divina; molti ebrei, infine, ne fanno una rappresentazione molto idealistica, i kibbutz, Golda Meir, l’esodo… Insomma quasi nessuno lo vede per quello che realmente è. Israele, per tanti versi, è quasi più un’immagine piuttosto che un paese reale. Eppure all’interno di Israele, se si guarda ad Haaretz o ad altri giornali, c’è una vi