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Visualizzazione dei post corrispondenti alla ricerca shoah

Gabriele Nissim LA MEMORIA NON È UNA CASSAFORTE IDENTITARIA

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Quando è nata, aveva un carattere specifico ed universale . Specifico, perché aveva rotto tutti i tabù sull’incomprensione del fenomeno e aveva permesso di trasmettere al mondo la sua singolarità rispetto a tutti gli orrori del nazismo. In Francia, per esempio, Simone Veil aveva condotto una battaglia straordinaria perché fossero ricordati non solo i partigiani che erano stati internati per la loro lotta al nazismo, ma tutti gli ebrei che erano morti non come resistenti, ma in quanto ebrei, per la colpa di essere nati. Primo Levi aveva raccontato il meccanismo della zona grigia nei campi che i nazisti avevano creato con lo scopo di generare una concorrenza per la vita tra le vittime, al fine di rendere corresponsabili gli ebrei della loro fine. Aveva spiegato in modo molto chiaro i meccanismi di depistaggio morale della coscienza nelle menti dei nazisti, che avevano trovato il modo di giustificare e di nascondere le loro azioni. Come lo scrittore torinese, anche Zygmunt Bauman in  Mode

Omer Meir Wellber, :"Se Israele chiama io vado, ma basta con la manipolazione della Shoah"

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  Shoah-negazionismo-uso politico AGI.IT "Se Israele chiama io vado, ma basta con la manipolazione della Shoah"  tag     Shoah-negazionismo-uso politico di  Fabio Greco AGI - "Se l'esercito di Israele mi chiama, io vado", ma "basta con le manipolazioni della Shoah". Allievo di Daniel Barenboim,  compositore e direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, alla guida della Bbc Philarmonic e dall'1 settembre del 2022 della Volksoper di Vienna , Omer Meir Wellber ha scelto i giorni della Memoria per lanciare una provocazione: "Quando e' successo, disse una volta un parlamentare, che una madre israeliana ha smesso di desiderare che il proprio figlio diventi medico o filosofo e ha cominciato a volerlo soldato?", si chiede e chiede al proprio Paese Meir Wellber in un'intervista all'AGI. Il compositore rilancia un interrogativo che anima il mondo intellettuale ebraico da diversi anni, almeno da quando  Avraham Burg , ex presidente

Gabriele Nissim : UNA SCELTA PREOCCUPANTE A YAD VASHEM.Un negazionista di nuovo tipo alla direzione di Yad Vashem

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Shoah-negazionismo-uso politico IT.GARIWO.NET Cosa succederebbe se a Milano improvvisamente si decidesse di sostituire il presidente del Memoriale della Shoah Roberto Jarach con un personaggio politico che chiede l’espulsione dei migranti dal nostro Paese, che pronuncia parole di odio verso i musulmani o che plaude alla pulizia etnica in nome della difesa dell’Occidente? Immagino le reazioni di chi segue da anni le cerimonie, degli insegnanti che portano gli studenti a visitare questo luogo di memoria, l’indignazione di Liliana Segre che su quel Memoriale ha voluto che ci fosse a caratteri cubitali la scritta “Indifferenza” per indicare che  il male verso gli altri esseri umani ha inizio quando cominciano a circolare parole malate e le persone si voltano dall’altra parte quando si commettono delle ingiustizie. Un memoriale non è infatti un museo come gli altri, ma chi lo dirige deve essere una persona con un alto profilo morale, perché consegnare la memoria alle nuove generazioni signi

Stefano Jesurum.:La memoria della Shoah non riguarda solo gli ebrei

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  Stefano Jesurum E' del tutto evidente quanto poco casuale sia la concomitanza —a pochi giorni dal 70° della Liberazione, in un'Italia attraversata da funeste ventate razziste e in una Europa dal risorgente antisemitismo — di due importanti convegni sul tema della Memoria in materia di Shoah (Le Giornate della Memoria della Shoah nell'Unione Europea: le sfide della commemorazione nel XXI secolo, al Memoriale di Milano, 13-14 aprile e Quale memoria per quale societa? Il ruolo dei musei deIIa Shoah nel XXI secolo, nella sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, 14 aprile). Sotto gli occhi di ognuno è infatti l'esigenza impellente, a 15 anni dall'istituzione del Giorno della Memoria, di ripensare la sostanza stessa di un «lavoro» che in un futuro più che mai prossimo perderà definitivamente l'apporto straordinario dei testimoni diretti, i sopravvissuti. Un lavoro, quello dell'uso pedagogico della storia, tanto diffuso quanto complesso, fatic

Il mondo arabo e la Shoah

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1  Palestina : La shoah e i palestinesi  museo arabo dedicato all'olocausto "Sono in molti, arabi e israeliani, a pensare che la pace si possa costruire dal basso, che il solco dell’odio debba essere riempito in fretta, senza attendere l’improbabile palingenesi della politica mediorientale. L’avvocato palestinese Khalid Mahamid è uno di loro. Tre anni fa, lo stesso giorno in cui fu inaugurato lo Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme, Khalid aprì a Nazareth, la più popolosa città araba d’Israele, il suo Arab institute for holocaust research and education: il primo e unico museo arabo dell’olocausto.«Gli arabi negano l’olocausto perché lo considerano un’arma nelle mani di Israele» spiega l’avvocato, che ha investito 200 mila dollari nel progetto, ha stampato più di 2 mila opuscoli, offre borse di studio sull’argomento e anima un sito web www.alkaritha.org). «Ma io sono convinto che non faremo progressi se non saremo capaci di abbattere il muro dei pregiudiz

GILBERT ACHCAR, “GLI ARABI E LA SHOAH”

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Roma, 29 maggio 2010, Nena News - «La condizione prima di ogni vera comunicazione è la possibilità di comprendere l’altro, l’interlocutore; detto altrimenti, di potersi mettere intellettualmente al suo posto, nella sua pelle – cosa che presuppone d’altronde che si sia in grado di praticare l’ascesa intellettuale che consiste nell’uscire temporaneamente dalla propria pelle per la necessità della riflessione. Nulla è più nefasto per la realizzazione di questa condizione sine qua non del dialogo dell’essenzializzazione dell’altro, che postula l’immutabilità del proprio essere e del proprio pensiero. Nessun dialogo è possibile a meno di riconoscere l’esistenza e l’esperienza, nella loro doppia dimensione individuale e collettiva, che formano la coscienza, compresa la comprensione dell’altro, e non un qualunque atavismo. L’essenzializzazione dell’altro è sempre essenzializzazione di sé – più spesso caricatura dell’altro e idealizzazione di sé, raramente il contrario» (Gilbert Achcar, Les

Comunità ebraica di Roma: vince la mediazione

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Secondo il “Corriere della Sera” di mercoledì 8 dicembre il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, intenderebbe attuare una protesta molto forte contro la decisione del Comune di indicare Villa Torlonia come sede del museo della Shoah. Pacifici vorrebbe far uscire la comunità ebraica di Roma dall’Ucei, l’unione delle comunità ebraiche italiane, e dimettersi dalla fondazione del museo della Shoah. Queste due decisioni sono state inserite all’ordine del giorno della prossima riunione della comunità ebraica capitolina. Riccardo Pacifici ha già inviato una lettera al sindaco Ignazio Marino, in cui ha manifestato la sua intenzione di dimettersi dal Cda della fondazione del museo della Shoah. Il “Corriere” rimarca come i motivi del dissenso non si limitino alla contrarietà alla scelta di Villa Torlonia come sede del museo, ma riguardino anche conflitti interni all’Ucei. Secondo il quotidiano Riccardo Pacifici non approva la conduzione di Renzo Gatteg

Magenta :Giornata Memoria, annullata mostra sulla Shoah: “Ci sono disegni di bimbi di Gaza”

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  È diventato un caso la mostra “ Shoah di ieri e shoah di oggi ” organizzata dall’associazione Il filo della memoria , inizialmente patrocinata dal Comune. Avrebbe dovuto tenersi il 27 gennaio nella storica libreria ‘Il Segnalibro’ di Magenta , popolosa cittadina in provincia di Milano. Ma l’amministrazione comunale di centrosinistra, a seguito di lamentele espresse dalla comunità ebraica di cui si è fatto portavoce l’onorevole Pd Emanuele Fiano , ha deciso di annullare l’evento. Il motivo? L’aver inserito nella stessa esposizione immagini dei campi di concentramento del secolo scorso e i disegni realizzati recentemente dai bambini palestinesi di Gaza . Tolta, eliminata, e con il beneplacito della sezione locale dell’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Intanto a Manuela Morani, libraia del Segnalibro da sempre impegnata nel sociale a favore dei più deboli e ideatrice della mostra, sono arrivate decine di lettere di insulti e accuse di antisemitismo. “Sotto

Israele: zeloti all'attacco, Stato laico come Terzo Reich

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  A ldo Baquis) (ANSAmed) - TEL AVIV - ''Siamo sopravvissuti a Hitler, sopravviveremo anche ai suoi continuatori...''. Queste parole di fuoco sono apparse ieri in poster appesi sui muri di un rione ultraortodosso di Gerusalemme, mentre si va esasperando in Israele il confronto fra due culture politiche : quella laica sionista, e quella ultraortodossa ebraica per molti versi anti-sionista. [Image] Le proteste degli ebrei ultra-ortodossi a Gerusalemme L'epiteto di 'nuovo Adolf', in questa occasione, e' stato affibbiato al capo della polizia locale, Niso Shaham. Reo di aver impiegato la forza per disperdere una recente dimostrazione di zeloti a Gerusalemme Shaham e' stato mostrato, con un rozzo fotomontaggio, mentre indossa una divisa nazista. Ancora pochi giorni fa, dimostranti ortodossi non avevano esitato ad indossare i vestiti a strisce imposti agli ebrei nei campi di sterminio nazisti. Un bambino ortodosso che ostentava una stella gialla con