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Paola Caridi 181 pagine glamour

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Stato Palestinese o realtà virtuale? Visione per la pace. 181 pagine studiate ben bene. Colori azzeccati e decisamente contemporanei, font molto elegante, la bella brochure di un ufficio di comunicazione. Quella macchia azzurro petrolio dalla singolare forma di un rene è la Palestina. Attenzione! Non c’è alcuna indicazione. Non c’è scritto “Palestina”. Lo si evince perché quella macchia azzurro petrolio è proprio dov’è un pezzo di Cisgiordania. A cui, peraltro, manca tutta la Valle del Giordano. Una vera e propria enclave. Una macchia dentro Israele. Che, al contrario, viene indicata in questa mappa. C’è scritto Israele per ben due volte, sulla mappa. E c’è scritto Gerusalemme, un nome stampato sul color crema che indica Israele. L’azzurro petrolio scompare. Scompare la città, che diventa semplicemente una scritta in un mare color crema. Il corpus separatum, la città di tutti, degli uni e degli altri, non c’è più. E’ annessa, è solo parte di Israele. Una proposta-capestro,

Cattolico palestinese: ‘L’accordo del secolo’ di Trump un piano della destra israeliana

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Stato Palestinese o realtà virtuale Gerusalemme (AsiaNews) - Il piano di pace per il Medio oriente del presidente Usa Donald Trump, ribattezzato a più riprese  “l’accordo del secolo”  dalla narrativa della Casa Bianca, è “un piano della destra israeliana” e riduce “la Palestina a entità sotto il controllo della stessa Israele”. È quanto sottolinea ad  AsiaNews  il prof. Bernard Sabella, rappresentante di Fatah per Gerusalemme e segretario esecutivo del servizio ai rifugiati palestinesi del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente. “Ora - aggiunge il leader cattolico - si certifica di fatto l’annessione degli insediamenti e la valle del Giordano. Con questo progetto emerge in tutta la sua evidenza che, per l’amministrazione Usa, i palestinesi non sono pronti a governarsi da soli”. Presentato ieri a Washington durante una conferenza stampa congiunta fra il padrone di casa Trump e il premier ad interim israeliano Benjamin Netanyahu, il piano ha già registrato la netta opposizione

L’Assemblea degli Ordinari Cattolici risponde al Piano “Peace-to-Prosperity” e invita alla preghiera tutte le Chiese cristiane del mondo

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Nascondi o segnala LPJ.ORG L'Assemblea degli Ordinari Cattolici risponde al Piano… Stato Palestinese o realtà virtuale? Comunicato sul Piano “Peace-to-Prosperity” Il conflitto israelo-palestinese da decenni è al centro di molte iniziative di pace e proposte di soluzione. Come detto più volte in passato, pensiamo che nessuna proposta e nessuna prospettiva seria possa essere raggiunta senza l’accordo dei due popoli, israeliano e palestinese. Queste proposte devono essere basate sull’uguaglianza dei diritti e sulla dignità. Il piano “Peace-to-Prosperity” presentato ieri non contiene queste condizioni. Non dà dignità e diritti ai palestinesi. È da considerarsi un’iniziativa unilaterale, poiché sostiene quasi tutte le richieste di una parte, quella israeliana, e la sua agenda politica. D’altra parte, questo piano non prende veramente in considerazione le giuste richieste del popolo palestinese per la sua terra d’origine, i suoi diritti e una vi

Ugo Tramballi PERCHE' GLI USA NON SONO MAI STATI MEDIATORI EQUIDISTANTI

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Stato Palestinese o realtà virtuale? Il Sole 24 Ore Ugo Tramballi La pace fa israeliani e palestinesi – un accordo che ai primi riconoscesse il diritto alla sicurezza e ai secondi l’indipendenza nazionale – è sempre stato il Santo Graal di ogni presidente americano. Almeno a cominciare da Richard Nixon. Anche se indebolito dallo scandalo del Watergate, era stato lui con il segretario di Stato Henry Kissinger, a costruire le condizioni per la pace di Camp David che Jimmy Carter avrebbe fatto firmare a Egitto e Israele. Quell’accordo del 1979, come la pace del 1994 fra Israele e Giordania, erano i passaggi essenziali per arrivare al vero obiettivo della politica estera americana in Medio Oriente: la soluzione del conflitto fra lo stato ebraico e i palestinesi. Raggiunto quello, l’intero Medio Oriente si sarebbe pacificato. In un certo senso Egitto e Giordania erano stati i passaggi diplomatici più semplici per poi arrivare all’ostacolo che sembrava insormontabile. Ci provò senza

Fulvio Scaglione : IL "PIANO DI PACE" DI TRUMP, UNA PRESA IN GIRO PER I PALESTINESI

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29/01/2020   Il progetto - propaganda pura e semplice - del presidente Usa è tutto sbilanciato dalla parte degli israeliani. Per gli altri prevede il simulacro di uno Stato, dimezzato, spezzettato, cacciato da Gerusalemme, confinato nelle terre più aride. E nessun diritto al ritorno per i profughi della diaspora. L'analisi di Fulvio Scaglione   Il cosiddetto "piano di pace" approntato da Donald Trump per il Medio Oriente è una porcheria.  C’era da aspettarselo, anche perché il lungo percorso di stesura aveva lasciato filtrare parecchie indiscrezioni. Ma è una porcheria più interessante di quel che sembra. Il "piano", infatti, si basa sulla smentita totale, quasi filosofica, dell'assunto che ha ispirato la politica di Benjamin Netahyahu in tutti questi anni, e cioè che la "soluzione a due Stati" (Israele e uno Stato palestinese, l’uno accanto all’altro) fosse non solo impossibile ma da respingere in ogni modo. Il "piano" presentato ieri d