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I miti ebraici, l’Iran e le ossessioni di Netanyahu di Anna Maria Cossiga

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Secondo alcuni media il primo ministro israeliano sarebbe un demagogo estremista. Un'analisi del suo pensiero e della tradizione ebraica suggerisce una spiegazione diversa. Dopo i nazisti, Ahmadi-Nejad è il nuovo Amalek? Il discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu in occasione della 67° sessione dell’Assemblea generale dell’Onu dello scorso settembre ha suscitato non poche reazioni sulla stampa e sul web. Alcune positive, che hanno visto nelle sue parole, benché pronunciate davanti ad una “bomba di cartone”, un segnale di distensione nei confronti dell’amministrazione americana, “diffondendo un’immagine di Netanyahu mai così positiva prima di allora. L’immagine del leader di uno degli Stati più piccoli e allo stesso tempo più influenti del mondo che, quasi in un momento di illuminazione, ha mostrato tutto il suo lato diplomatico” [1]. Una parte della stampa, soprattutto quella israeliana che potremmo chiamare “progressista”, e anche qualcuno

Gli abitanti di Gaza producono pesce e verdure in spazi minuscoli sui tetti

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Gli abitanti di Gaza producono pesce e verdure in spazi minuscoli sui tetti Abu Ahmed si affaccia su un mare di grigi, vuoti tetti di Gaza, e sorride mentre guarda indietro al verde che germoglia in vasche e tubi sulla parte superiore del suo condominio. Fa parte di un progetto di un'agenzia delle Nazioni Unite di introdurre qualcosa di avanguardia nell'agricoltura urbana a Gaza City, ossia di insegnare ai palestinesi di coltivare senza terra nello spazio a loro disposizione, in uno dei luoghi più densamente popolati del mondo. La maggior parte del suo tetto è dedicata a un sistema aquaponic, che produce cibo collegando vasche di pesci tilapia a fioriere piene di ghiaia . Il sistema integrato alimenta l'acqua dalle vasche di allevamento nelle aiuole, dove Abu Ahmed coltiva lattuga, peperoni, broccoli, sedano ed erbe aromatiche- che è fecondata da rifiuti prodotti dai tilapia. Come l'acqua attraversa la ghiaia, le piante assorbono i rifiuti nutrie

Amira Hass :2.279 calorie pro capite: ecco come Israele si è assicurato che Gaza non morisse di fame

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2.279 calorie pro capite: ecco come Israele si è assicurato che Gaza non morisse di fame Lo Stato è stato costretto, solo dopo una battaglia legale, a rendere noto il documento contenente le red lines (red lines) per il consumo di cibo nella striscia di Gaza. È ufficiale: lo Stato ha diritto a decidere chi assistere. Di Amira Hass | 17 ottobre 2012 | Ragazzo palestinese seduto dietro dei sacchi di farina donati dalle agenzie umanitarie come parte dei propri programmi di assistenza alimentare nel campo profughi di Shati, a Gaza. Photo AP Dopo una battaglia legale durata tre anni e mezzo intrapresa dall'associazione per i diritti umani Gisha [1], il Coordinamento delle attività di governo nei Territori [occupati, NdT ] (COGAT) ha infine consegnato un documento del 2008 che descriveva nel dettaglio le red lines per "il consumo di cibo nella Striscia di Gaza". Il documento in questione misura il numero minimo di calorie necessario, secondo il COGAT, per ev

Gaza: la formula israeliana per una dieta da fame

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 di Jonathan Cook – 24 ottobre 2012 Sei anni e mezzo fa, poco dopo che Hamas aveva vinto le elezioni nazionali palestinesi e assunto il controllo di Gaza, un altro dirigente israeliano descrisse la reazione pianificata da Israele: “L’idea,” disse, “consiste nel mettere i palestinesi a dieta, ma senza farli morire di fame.” Anche se Dov Weisglass era consigliere di Ehud Olmert, il primo ministro dell’epoca, pochi osservatori considerarono quel commento come più che un’iperbole, una descrizione presumibilmente spiritosa del blocco che Israele stava per imporre alla minuscola enclave. La settimana scorso, tuttavia, è finalmente emersa la prova che dimostra che questa divenne davvero la politica israeliana. Dopo tre anni di battaglie legali condotte da un gruppo israeliano per i diritti umani, Israele è stato costretto a rivelare il documento cosiddetto delle “Linee rosse”. Elaborato agli inizi del 2008, mentre il blocco si inaspriva ancora di più, il documento del minis