Paola Caridi sulla stampa italiana, che in questi giorni, su alcune pagine, ha dato il peggio di sé (inviseblearabs)
Mi verrebbe da riprendere la parola che da anni gira per le strade del Cairo. Kifaya . Basta. Ne ho abbastanza. Sono giorni che leggo la stampa italiana sull’Egitto, e giorni che m’imbatto in articoli catastrofisti. Di quelli: se cade Mubarak sono guai per noi. O meglio, per l’Occidente. O meglio, per quell’ambiente artificiale che avevamo creato: una specie di resort, di albergo a cinque stelle politico, in cui gli altri sono solo i camerieri che ci devono servire cocktail a bordo piscina. Senza nome, senza faccia. Invisibili. Ops, ma i camerieri si sono ribellati! Quel dommage . Ma come… Ops, sono esseri pensanti, e magari hanno anche pensieri politici. Parlano di libertà, democrazia, dignità. Ops, ma allora non hanno solo fame perché lì, in quegli alberghi a cinque stelle gli danno uno stipendio da fame. E allora, ora, che succede?Ho letto che Hosni Mubarak è un moderato. Anzi, è il campione dei moderati. Ho letto che Omar Suleiman ci ha salvato dai Fratelli Musulmani. Ho let