If Omar Shakir deserves to be deported, then so do I and others like me. Shakir is being expelled for his views. But his views are my views exactly, even though we’ve never met. If they are forbidden and dangerous, then everyone who advocates them must be deported.
Therefore, it is obligatory to deport everyone who holds those positions that were prohibited Tuesday by the Supreme Court, sitting as the State of Israel’s Court of Thought Control.
But let’s not get carried away: That was the intention of those who legislated the BDS law, the propagandists of the Strategic Affairs Ministry and right-wing NGOs, with the support of the High Court of Justice, which gave the law its imprimatur.
Today it’s foreigners, tomorrow it will be Israelis. Because what’s the difference? If an opinion is dangerous, it should be forbidden to all. We’ll start with foreigners, go on to deporting Arab citizens who support a boycott, and we’ll finish off with the leftists. We’ll start with those who support sanctions against Israel, continue with those who oppose the occupation and finish with those who dare to criticize Israel.
The court gave a clear green light to this inevitable slippery slope. What else will enlightened Justices Neal Hendel, Noam Sohlberg and Yael Willner, who approved Shakir’s deportation without finding any fault with him, say about deporting an Israeli Arab who calls for a boycott, after a relevant amendment is made to the law?
There will already be a precedent for deporting a person because of his views, approved by the Supreme Court. which paved the way for continuing this destructiveness and silencing, until there will be no one left to stop this Erdanism.We’ll have to remember this about the court down the road. Continue to be impressed by it, to fight for its independence and existence, so you, its devotees, can feel enlightened in your own eyes.
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Quando il giornalista ha un’etica 5 maggio 2017 Lascia un commento Qualche decennio fa si usava dire che il privato è pubblico. I tempi sono cambiati, forse per fortuna. E dunque su questo blog la presenza della dimensione privata è stata rarissima. Centellinata. Ci sono, però, momenti nei quali il privato assume un significato più che pubblico. In questo caso etico e deontologico. È questo il motivo per il quale pubblico oggi la lettera che mio marito Filippo Landi ha già postato su Facebook e diffuso tra amici, colleghi giornalisti, e tutto quel mondo che attorno agli esteri ruota. Continua a leggere Pubblicato in Medioriente politico Prigionieri (in Egitto)per libertà d’espressione 28 aprile 2017 Lascia un commento Pubblicato in Medioriente politico La rivoluzione di Francesco...
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