Aleppo, salvare i bambini, generazioni ‘dannate e perdute’ dalla guerra
Oltre 150 giovani fra i 6 e i 13 anni
partecipano ai corsi dopo-scuola promossi dalla parrocchia latina. P.
Ibrahim: “Sono i più fragili e bisognosi di assistenza”. Fra loro anche
“casi difficili”. I partecipanti seguono corsi di matematica e lingua;
poi spazio al gioco, alla musica, allo sport. La storia del piccolo
Milad e l’incubo delle bombe.
Aleppo (AsiaNews) - “Recuperare a livello psicologico,
scientifico e spirituale” oltre 150 bambini fra i 6 e i 13 anni, grazie
ad attività di dopo-scuola che permettano di “ristabilire legami e
guarire le ferite profonde” causate da anni di guerra sanguinosa. È il
progetto promosso per tutto l’anno scolastico 2017-2018 dalla parrocchia
latina di Aleppo, come racconta ad AsiaNews il 44enne
francescano p. Ibrahim Alsabagh. “Si tratta - sottolinea il guardiano e
parroco - di uno dei migliori progetti nel campo dell’educazione e
dell’assistenza alle piccole vittime del conflitto”.
Le nuove generazioni di Aleppo, un tempo capitale economica e
commerciale della Siria, manifestano disturbi, difficoltà di
apprendimento e problematiche legate ai traumi subiti. Professori ed
educatori faticano a garantire educazione e sostegno a tutti gli
studenti, rischiando di lasciare da parte quella che viene definita una
“generazione dannata e non più recuperabile”.
Di fronte alle difficoltà degli insegnanti e di molti genitori, la
Chiesa locale ha deciso - pur fra mille fatiche e difficoltà - programmi
mirati di apprendimento e recupero, secondo gli insegnamenti e la
spiritualità di san Giovanni Bosco. “Con l’aiuto di tanta gente di buona
volontà - racconta p. Ibrahim - abbiamo avviato una iniziativa per
oltre 150 bambini e bambine (su un totale di 600 in età elementare), i
più colpiti dalla guerra. Sono i più fragili e hanno bisogno di
assistenza di vario tipo”.
Alcuni, ricorda il sacerdote, in un primo momento “hanno opposto
resistenza” ma con il contributo di circa 65 fra educatori, animatori,
professori e specialisti di ambiti diversi “siamo riusciti a far
decollare il progetto e già oggi si vedono i primi miracoli”. “Con
alcuni di questi giovani - ricorda - in particolare 15 di loro è stato
davvero difficile trattare. Erano inquieti e opponevano resistenza di
fronte al nostro tentativo di avvicinamento”.
Fra i tanti bambini vi è il piccolo Milad, che ancora oggi si sveglia
di notte con l’incubo di un missile che esplode nelle vicinanze. Tre
anni fa suo padre è stato mutilato da un colpo di mortaio. “Mio papà -
racconta - non vede più perché ha perso l’uso degli occhi. Mi picchia
ogni giorno perché è arrabbiato, ma lo perdono perché so che soffre. Al
posto delle mani e delle gambe ha delle protesi. E beve ogni giorno
liquori, per dimenticare e chiede al Signore di farlo morire”.
E ancora Maher, di 12 anni, che ama giocare a calcio con i suoi amici
e sogna di incontrare un giorno Messi [Lionel, attaccante argentino del
Barcellona]. Ha raccolto alcuni pezzi di carta con i quali costruirsi
un pallone per poter giocare con i suoi compagni. Giocando per strada,
egli è esposto a ogni pericolo. “Maher - spiega p. Ibrahim - non conosce
l’alfabeto e non sa contare”.
“Avremmo voluto aiutare migliaia di bambini e ragazzi di Aleppo -
prosegue il sacerdote - che hanno bisogno di essere seguiti, ma la sfida
è molto più grande. Per soddisfare le necessità di ogni bambino che
partecipa al dopo-scuola servono 85 dollari al mese. Una somma
consistente per questa realtà, ma il recupero di una giovane vita vale
infinitamente di più”.
A questi bambini e ragazzi, prosegue, la Chiesa di Aleppo ha voluto
offrire i diritti più elementari: il cammino della guarigione, un
balsamo per le loro ferite, un po’ di sollievo in un’oasi di amore e
tenerezza. “Abbiamo creato questo spazio da sogno per i bambini, di
ricostruzione fra le devastazioni. Ogni giorno, a partire dalle 3 del
pomeriggio - conclude p. Ibrahim - possono seguire corsi di
approfondimento in tutte le materie più importanti: matematica, arabo,
francese, inglese, con insegnanti competenti e vediamo già un
miglioramento nei loro studi. Poi, a seguire, vi è un momento per
giocare, disegnare, fare sport, danza o musica, a seconda dei loro
desideri ”.
In questi anni la Chiesa di Aleppo ha avviato diversi progetti di
sostegno e aiuto a una popolazione - anche minorile - martoriata da
guerra e violenze. Molti di questi proseguono ancora oggi con successo:
dalla pulizia della città agli aiuti alle giovani coppie di sposi, dai pacchi alimentari ai fondi per le forniture elettriche; e ancora i centri estivi per centinaia di bambini, i contributi per coprire le spese sanitarie e le medicine, le visite, gli esami, le cure.
Sono tutte iniziative a favore dei bisognosi, che in molti casi la
gente di Aleppo - per anni epicentro del conflitto siriano sino alla
liberazione nel dicembre del 2016 - non si può permettere
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