Mappa : scavi archeologici a Gerusalemme
Le carte a colori di Limes 10/15 Israele e il Libro
“Dopo l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est,
un altro simbolico motivo di conflitto divennero le ricerche
archeologiche. Agli israeliani si offrì l’opportunità di approfondire le
conoscenze sul passato della parte più antica e scientificamente
importante della città. Perciò iniziarono scavi in molti siti – alcuni
dei quali attorno al perimetro di al-Ḥarām al-Šarīf – in aperta violazione del diritto internazionale, che vieta di condurre attività archeologiche in territorio occupato.
Una volta distrutto l’antico quartiere arabo prospiciente il Muro del Pianto,
il governo israeliano affidò la responsabilità di quel luogo santo al
Gran rabbinato. Alcuni influenti rabbini, però, consideravano sacra
tutta la parte occidentale del muro di sostegno del Monte del Tempio, il
Muro Occidentale.
Dopo un’interminabile controversia tra l’Università ebraica e il rabbinato
sul diritto di effettuare scavi lungo il perimetro sud-occidentale del
Monte del Tempio, a quest’ultimo fu riservata la parte sotterranea che
dal Muro del Pianto conduce all’angolo nord della spianata, fin dentro
il quartiere arabo (giugno 1968). [..]
Negli anni successivi l’attento esame scientifico dei sotterranei
condusse a significativi ritrovamenti. Nel 1990 l’intero tracciato fu
aperto al pubblico, nonostante il grave inconveniente costituito dal
fatto che ingresso e uscita potevano avvenire solo dal lato del Muro del
Pianto.
Nel gennaio 1996 il governo guidato dal laburista Peres raggiunse un accordo col Waqf:
in cambio dell’acquiescenza palestinese all’apertura di una seconda
uscita del tunnel nel quartiere musulmano sarebbe stato permesso il
completamento dei lavori per una moschea nei sotterranei di al-Ḥarām
al-Šarīf: le Stalle di Salomone.
Tuttavia, i gravi attentati palestinesi delle settimane successive consigliarono di soprassedere.”
Carta e citazione da “Monte del Tempio, la disputa infinita“, presente in Limes 10/15 Israele e il libro.
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