Tamarod arriva in Palestina
Tamarod arriva in Palestina
Tamarod arriva in Palestina
di Asmaa al Ghoul, giornalista e scrittrice dal campo profughi di Rafah, con sede a Gaza.
A differenza del governo, che è rimasto in silenzio, il popolo palestinese - in particolare i residenti di Gaza - hanno discusso la crisi egiziana sui social media come Facebook e Twitter. Alcuni sostengono l'ormai deposto presidente Mohammed Morsi, mentre altri si oppongono.
Un movimento palestinese chiamato Tamarod, che significa ribellione, ha aperto unapagina su Facebook il 1° luglio, ed ora ha quasi 21mila seguaci. Il movimento è stato chiamato così, dopo il movimento egiziano che chiedeva la rivoluzione il 30 giugno scorso.
Nella sua prima dichiarazione, il movimento palestinese Tamarod ha dichiarato:"Siamo una iniziativa indipendente che non è legata ad alcun partito, movimento, fazione o autorità. Siamo un'iniziativa giovanile che mira a far sentire la voce dei giovani ed a consentire la loro partecipazione politica."
Il movimento, il cui slogan è simile a quello della Rivoluzione del 25 gennaio [libertà, dignità e giustizia sociale], ha dichiarato: "Oh palestinesi, rivolta contro l'oppressione e contro la divisione, rivolta contro coloro che intralciano le elezioni. Nessuno è legittimo, il mandato di tutti, si è concluso. L'unica legittimità è quella del popolo. Il nostro movimento nella West Bank e a Gaza è pacifico, con un chiaro obiettivo - il ritorno della legittimità al popolo."
Al-Monitor ha cercato di contattare i leader chiave, di Hamas, per conoscere le loro opinioni, ma la maggioranza si è astenuta dal commentare la questione, a causa della delicatezza della situazione, come l'hanno definita loro.
Yahia Moussa, un parlamentare di Hamas, ha detto ad Al-Monitor durante un'intervista telefonica l'8 luglio scorso, "C'è un accordo tra le fazioni a Gaza di non fare commenti."
Bassem Naim, consigliere del primo ministro del governo di Gaza per gli affari internazionali, ha detto: "Certo, la situazione interna in Egitto ha avuto conseguenze sulla vita quotidiana [dei palestinesi], soprattutto dopo la chiusura del valico di Rafah, che influisce sulla situazione umanitaria a Gaza e influenzerà la situazione economica". Naim considera la decisione che è stata presa in data 9 luglio 2013, di riaprire la frontiera e fare andare coloroche erano in stato di fermo, non sufficiente a soddisfare le esigenze dei 1.7 milioni di residenti a Gaza.
Parlando ad Al-Monitor, il 9 luglio, Naim ha aggiunto: "La causa palestinese rappresenta la causa della nazione araba islamica e non sarà influenzata da un evento, dal momento che è una causa giusta e ha subito pesanti difficoltà. Il rapporto tra l'Egitto e la Palestina va oltre i partiti e le politiche, ha una profondità storica e noi siamo paesi vicini".
Una delle pochissime reazioni di Hamas fu una dichiarazione pubblicata l'8 luglio scorso, dopo la morte di decine di membri dei Fratelli Musulmani e due guardie presidenziali all'alba del giorno stesso. La dichiarazione è stata pubblicata sulla pagina Facebook di Izzat al-Rishq, membro dell'ufficio politico di Hamas. Diceva: "Hamas condanna il massacro che causò la morte di decine di civili pacifici all'alba."
"Il movimento esprime profonda tristezza e dolore per la morte di queste vittime. Chiede di fermare lo spargimento di sangue del fratello popolo egiziano. Porgiamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime."
Per quanto riguarda le reazioni dei media, Hamas ha negato più volte di aver rilasciato qualsiasi tipo di dichiarazione ai media egiziani, che hanno diffuso e attribuito al movimento. Hamas ha descritto queste dichiarazioni come false.
In una dichiarazione rilasciata l'8 luglio scorso, Hamas accusa Fatah di cercare di diffamare il movimento. Hamas ha affermato di aver acquisito i documenti ufficiali attestanti che Fatah ha fabbricato le accuse, ed ha fornito ai media egiziani storie false per incitare gli egiziani contro il popolo palestinese. In precedenza, Fatah chiese ad Hamas di non interferire negli affari egiziani.
Da parte sua, il governo di Hamas, ha affermato durante la seduta tenutasi il 9luglio 2013, che Fatah sta cercando di imbrogliare Hamas negli affari internidi altri paesi. Il governo di Hamas, ha chiesto di finirla con questa assurdità, immediatamente.
In una prima reazione di Hamas, per quanto riguarda la crisi in Egitto, il primo ministro Ismail Haniyeh ha detto che i cambiamenti in Egitto non avranno un impatto sulla causa palestinese, in quanto rappresenta una causa essenziale perla nazione araba islamica .Nel corso di un discorso pronunciato il 5 luglio 2013, Haniyeh ha parlato della deposizione di Morsi per mano dell'esercito egiziano, dicendo che essa non avrà un impatto nella politica dell'Egitto in materia di Gaza e della causa palestinese.
Chiedendosi se Hamas sta superando la frustrazione causata dalla cacciata di Morsi, Nouhadal-Sheikh Khalil, uno studioso di storia moderna, crede che Hamas non è solo. In realtà, Hamas ha legami con tutte le parti in Egitto e il suo destino non è legato ad una sola delle parti. Hamas definisce il suo rapporto con i paesi in base alla posizione che assumono per quanto riguarda la causa palestinese e l'argomento dell'unità nazionale. Il movimento non dipende da nessuno.
In un'intervista telefonica con Al-Monitor, l'8 luglio scorso, Khalil ha detto che lui non ha negato che Hamas aveva radici nei Fratelli Musulmani. Tutte le fazioni dei Fratelli musulmani cooperano e si coordinano tra loro, e questo non è un segreto. Eppure, non intervengono negli affari interni, i Fratelli Musulmani in Egitto hanno avuto legami con [il presidente palestinese] Mahmoud Abbas nella West Bank, e Hamas ha collaborato con movimenti che si opponevano ai Fratelli Musulmani, in Egitto.
Khalil, l'autore di "Struttura interna dei Fratelli Musulmani a Gaza:1967-1987", ha osservato: "Se chi ha spodestato Morsi crede che sta continuando la Rivoluzione del 25 gennaio, la questione di Gaza è la prova alla quale saranno sottoposti." Khalil ha detto che, anche se il blocco della circolazione è intensificato e raggiungerà il suo apice, non sarà più duro del blocco del 2007.
Alcontrario, il politico e scrittore Mukhaymar Abu Saada, ha detto nel corso di un colloquio telefonico con Al-Monitor, l'8 luglio scorso, che le ripercussioni della cacciata di Morsi sui gruppi islamici politici, tra cui Hamas, saranno simili a quelli del 2007. Hamas è stato politicamente ed internazionalmente assediato. "Oggi, la situazione è persino peggiore. Quando Hamas venne assediato nel 2007, l'Iran e la Siria sono stati un sostegno. Ora, le relazioni di Hamas, con l'Iran e Hezbollah, sono tese ed ostili, mentre i suoi legami con la Siria sono rotti. Nessuno sa come andranno le cose con il Qatar, dopo l'incoronazione del nuovo emiro".
Abu Saada ha aggiunto: "La Turchia, che ha recentemente sperimentato avversità, è l'unico alleato politico rimasto per Hamas. La Tunisia è debole perché il suo governo di coalizione comprende partiti laici e islamici. Hamas è totalmente isolato ed è ora un "orfano" politico; come descritto da alcuni giornali. Tuttavia, questo non significa che il movimento è debole internamente, perché questa situazione potrebbe renderlo più forte in termini della sua influenza a Gaza.
traduzione tratta da FB
Hamas and Fatah are exchanging accusations over Egypt, while a Tamarod social media movement gathers steam in Palestine.
Commenti
Posta un commento