Il Disegno di legge Prawer di Israele mira a emarginare ed espropriare i cittadini beduini.
MEMO- Meddle East Monitor09.07.2013
http://www.middleeastmonitor.com/articles/middle-east/6515-israels-prawer-bill-aims-to-marginalise-and-dispossess-bedouin-citizens
Il disegno di legge Prawer di Israele mira a emarginare ed espropriare i cittadini beduini.
Di recente, la Knesset israeliana ha approvato la controversa proposta di legge concernente l’Accordo sull’Insediamento dei Beduini, altrimenti nota come Prawer Bill, che porterebbe al trasferimento coatto di oltre 30.000 beduini, che attualmente vivono il villaggi “non riconosciuti” nel deserto del Negev, per essere concentrati in comunità riconosciute: i diritti sui terreni verrebbero risarciti.Il disegno di legge contestato è stato approvato in prima lettura con 43 voti contro 40. Esso verrà sottoposto ad altre due letture prima di entrare in vigore.
di Raluca Besliu
In risposta all’approvazione del disegno di legge, alcuni legislatori arabo-israeliani hanno versato acqua sul documento e l’hanno stracciato perchè censurato come razzista e discriminatorio.
Per
questo fatto, alcuni di loro sono stati allontanati dalla Camera. Anche
se il governo sostiene che questa proposta mira a consentire ai beduini
di sfruttare il vantaggio di un aumento di opportunità a disposizione
di tutti i cittadini di Israele, essa rappresenta di fatto l’esempio più
recente di decenni di emarginazione, di discriminazione e di
espropriazione di questo settore della popolazione. Il disegno di legge
non solo imporrà la traslazione di decine di migliaia di beduini, ma ne
distruggerà pure il loro sistema tradizionale di vita e il diritto
storico alle loro terre. Allo stesso tempo li condannerà a una vita di
povertà e di alienazione in centri fondati appositamente a tale fine dal
governo.
Sebbene
siano cittadini israeliani, i beduini sono stati storicamente
discriminati dal governo. Essi, per tradizione, avevano conservato un
loro sistema di proprietà relativo alla terra e si dedicavano
all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Dopo la fondazione dello
Stato di Israele nel 1948, i beduini furono esposti a rigide
limitazioni al movimento, mentre, nel 1951, l’imposizione di un governo
militare li costrinse a spostarsi in un’area compresa tra Dimona, Arad e
Beer Sheva. Quando infine, nel 1966, venne abolita la legge marziale,
sia il governo che i beduini cominciarono a rivendicare la proprietà su
vaste aree del Negev e cercarono di fare l’accatastamento della terra.
Molte delle istanze relative ai terreni sono rimaste irrisolte.
Nel
1963, il generale israeliano Moshe Dayan proclamò che i beduini
dovrebbero essere convertiti in proletariato urbano. Questo è divenuto
l’obiettivo dello Stato israeliano. Esso ha costruito sette centri per
beduini e ha preteso che coloro che vivono nei villaggi “non
riconosciuti” vi si trasferiscano. Molti beduini si sono rifiutati
continuamente di spostarsi nei centri sostenendo che le loro abitudini
agricole sono incompatibili con la vita di città.
I beduini del Negev
Al
momento, i beduini rappresentano il 30 % della popolazione del Negev e
hanno diritto a solo il 5,4% del territorio. Circa 90.000 beduini, su un
totale di 200.000, vivono in 45 villaggi, dieci dei quali sono in
procinto di venire riconosciuti dallo stato. Gli altri 35 non sono
riconosciuti ufficialmente dalle autorità israeliane e viene quindi
negato loro l’accesso a servizi quali strade asfaltate, acqua,
fognature, elettricità e raccolta rifiuti. I villaggi “non riconosciuti “
hanno alcuni dei tassi più elevati di povertà in Israele, con oltre il
71,5 % di famiglie beduine che, nel 2007, vivono al di sotto della
soglia di povertà, rapportato al 54,5 % delle famiglie arabe non beduine
e il 16,2 % delle famiglie ebree. Solo il 28 % dei bambini beduini
completa la scuola superiore.
La
nuova proposta di legge vorrebbe costringere i beduini ad abbandonare i
loro villaggi e gli stili di vita tradizionali per istallarli in centri
sovraffollati e sottosviluppati, che risultano classificati con gli
standard socio-economici più bassi di Israele, in quanto risentono di
elevati livelli di disoccupazione e di povertà e sono spesso carenti dei
servizi basilari, proprio come i villaggi beduini. Dopo la traslazione,
la maggior parte dei villaggi “non riconosciuti” verrà distrutta.
Pertanto, il disegno di legge condanna l’intera comunità beduina a una
vita inurbata di emarginazione e di povertà all’interno di Israele.
La T’ruah: la Prawer Bill è estremamente complessa
Oltretutto,
la ONG ebraico-americana T’ruah sottolinea il fatto che la Prawer Bill è
estremamente complessa e non deve essere approvata, in quanto essa non
tiene in considerazione i diritti di proprietà dei beduini e omette di
riconoscere la proprietà della terra dei beduini e ignora i molteplici
legami storici dei villaggi beduini col territorio, mentre la sua
proposta di risarcimento in alternativa con terreno o in denaro, a un
tasso massimo del 50% del valore attuale, è arbitraria e irragionevole.
Il T’ruah rimarca ulteriormente il fatto che il Comitato Prawer non ha
considerato in modo adeguato la gente che subisce le conseguenze del
piano e ha mancato di ricercare seriamente delle alternative e che ciò
costituisce una discriminazione razziale illegale per quanto riguarda il
territorio, la pianificazione, la fornitura di servizi pubblici, nonché
i criteri tra arabi ed ebrei per la creazione di città nel Negev. Oltre
a ciò, i beduini sono stati solo consultati sul contenuto della
proposta di legge dopo che il piano del governo per il loro
trasferimento era quasi ultimato, mentre una proposta elaborata dai
beduini è stata praticamente ignorata dallo stato.
Se
attuato, il disegno di legge Prawer mira a comprimere il più possibile
lo spazio abitato da beduini e consentire alla popolazione ebraica di
impadronirsi del Negev. Esso spoglierà pure i beduini del loro diritto
di scegliere dove vivere e minaccia di distruggere il loro stile di
vita, ignorando il loro tradizionale legame con la terra.
I beduini vs i cittadini ebrei-israeliani
Mentre
è impegnato a rimuovere i beduini, il governo fornisce incentivi ai
cittadini ebrei perché si trasferiscano nel Negev, al fine di spostare
in modo rilevante tale popolazione a scapito dei residenti beduini del
posto. Mentre il governo israeliano costringe i beduini ad urbanizzarsi,
i cittadini ebrei-israeliani vengono incoraggiati a vivere dove
vogliono, dai villaggi agricoli alle città, in villaggi o fattorie
private. Nel 2010, il governo ha riconosciuto retroattivamente decine di
singole aziende ebraiche, costruite illegalmente senz’alcuna
autorizzazione, nel mentre rifiuta di riconoscere i beduini sulle terre
delle quali sono legittimi proprietari.
Allo
stesso tempo, il governo e i mezzi di informazione hanno condotto una
campagna aggressiva di istigazione e disinformazione rivolta ai
cittadini israeliani sostenendo che i beduini si stanno impadronendo del
Negev e che essi fanno solo lamentele e avanzano pretese, ma mai
propongono soluzioni. I beduini vengono ulteriormente delegittimati alla
stregua di persone pericolose e violente e criminali.
Invece
di tendere a rimuovere i beduini dai loro villaggi, il governo
israeliano dovrebbe semplicemente riconoscerli, permettendo loro di
accedere a servizi, tra cui l’istruzione, la sanità, a infrastrutture
adeguate, nonchè alle opportunità di impiego che sono state loro negate
strategicamente fin dalla fondazione di Israele. Grazie a questo, il
governo israeliano mostrerà la sua volontà di trattare i beduini in modo
giusto riconoscendoli quali cittadini alla pari dello stato.
Reluca Basliu si è laureata presso la Oxford University sul Corso di Studi sui Profughi e l’Esodo Coatto.
(tradotto da mariano mingarelli)
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