Carlo Strenger: gli israeliani continueranno a seguire le divisioni etniche e religiose nelle prossime elezioni
Sintesi personale
Le elezioni si terranno probabilmente nel mese di settembre e ,mentre la fiducia nella Knesset è al minimo storico, gli israeliani si apprestano a rieleggere un governo di destra che non migliorerà la posizione di Israele nel mondo e nel Medio Oriente. Poiché il blocco di destra probabilmente guadagnerà 61 seggi, cioè la maggioranza, Netanyahu si troverà in una posizione sicura .Egli probabilmente ripetere la strategia del 2009: in primo luogo comporrà una coalizione con i suoi cosiddetti "alleati naturali" (cioè la destra e i partiti religiosi), questo gli permetterà di scegliere tra Yacimovich e Lapid che si sono dichiarati disponibili a far parte del nuovo governo.Netanyahu si presenta come l'unico leader in grado di prevenire la distruzione del popolo ebraico e di Israele e questa carta sembra funzionare per lui: gli israeliani non sono pronti a sostituirlo.Ciò è abbastanza sorprendente dato che Netanyahu ha ricevuto un clamoroso voto di sfiducia da parte dell' establishment della sicurezza . Ogni importante funzionario della difesa che ha lavorato con lui ha espresso profonda preoccupazione per la sua capacità di guidare il Paese in un momento di crisi e messo in discussione la sua capacità di giudizio sull'Iran.
IL comportamento degli elettori israeliani non è guidato da interessi pragmatici: è innanzitutto l'espressione di identità etniche e religiose. Studiosi della politica come Dani Filc e Udi Lebel hanno paragonate questa tendenza ai movimenti populisti della destra europea e americana, caratterizzata da un forte sentimento anti-elitaria. Le destre cavalcano la sfiducia verso le istituzioni e l' esigenza di idealizzazione di un popolo. Sono generalmente diffidenti nei confronti dei valori liberali e ,in effetti ,questo sembra essere il caso di Israele: la coalizione di Netanyahu è principalmente guidata e tenuta in vita da un sentimento anti- liberale.Probabilmente la campagna elettorale sarà dominata da appartenenze tribali piuttosto che da interessi pragmatici e questo vale anche per la classe media Ashkenazi. Il prezzo sarà alto: la posizione di Israele nel mondo continuerà a peggiorare a livelli senza precedenti e saranno posti gli ultimi chiodi alla bara dei due stati.
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