Yitzhak Laor :Poi venne Piombo Fuso a Gaza



E allora arrivò Piombo Fuso a Gaza. 
L'occupazione si è trasformata in una lunga serie di storie atroci e sanguinose, ma ben poco arriva abbastanza vicino alle orecchie degli israeliani perché ascoltino il grido di dolore proveniente dall'oscurità. 
di Yitzak Laor  
Se i palestinesi avessero prodotto un film in cui dei medici israeliani avessero buttato fuori dall'ospedale un palestinese ferito, e dopo ciò i poliziotti lo avessero gettato fuori dalla loro macchina a morire nell'oscurità, il primo ministro avrebbe denunciato i suoi sudditi per incitamento contro i loro padroni. Se invece fosse stato un regista israeliano a fare un documentario su un simile comportamento nei confronti di un prigioniero palestinese,in cura all'ospedale Sheba ma non guarito, costui sarebbe stato oggetto di critiche da parte della Im Tirtzu, la nostra istituzione che si occupa di censura, mentre il ministro della cultura gli avrebbe consigliato di girare un film sul modo in cui vengono trattati i bambini palestinesi nei nostri ospedali.
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Come si sa, questo film è stato già prodotto - “La vita preziosa” di Shlomi Eldar -.Il film ha vinto molti premi, compreso quello dell'Accademia cinematografica israeliana, il che ha accresciuto l'entusiasmo nei confronti della sensibilità dell'insigne regista che lo ha fatto. In sintesi questo è un buon film di propaganda. Documenta in modo straordinario la meravigliosa dedizione dei medici, che curano i bambini malati provenienti dalla Striscia di Gaza al pari di come curano i bambini malati israeliani. 
Ma nel film di Eldar non si menziona che per decenni Israele ha impedito sistematicamente il sorgere di strutture sanitarie nei territori occupati; né che ha bloccato l'invio a Gaza di materiale sanitario che avrebbe permesso di curare in loco i bambini malati con il risultato che la cura di pazienti dei territori occupati è divenuta un'attività altamente remunerativa per gli ospedali israeliani. I pagamenti sono immediati e non si devono attuare sconti (al contrario, le organizzazioni sanitarie israeliane non solo pagano meno, ma possono ottenere comode dilazioni per il pagamento). Così chi paga? O i donatori o l'Autorità palestinese cui Israele periodicamente rifiuta di passare, con un azione banditesca tipica di un paese coloniale, i fondi fiscali che le spetterebbero. 
Cosa ha a che fare tutto ciò con il piccolo scandalo riportato da Chaim Levinson (Haaretz, 20 Febbraio, 2012)?[1] Lo shock degli israeliani nel venire a conoscenza di questa storia imbarazzante è altrettanto vergognoso della storia stessa. Giacché quel palestinese ferito è stato buttato fuori dall'ospedale e da una auto della polizia a morire in una notte buia qualche mese prima dell'operazione Piombo Fuso a Gaza del dicembre 2008.
In quella operazione i nostri meravigliosi ragazzi fecero cose terribili a un numero considerevole di uomini, donne, bambini indifesi. Ancora adesso i crimini da loro commessi sono diventati parte della storia rimossa delle nostre guerre. Nessuno è stato accusato di crimini di guerra. Nemmeno viene discussa la differenza tra un soldato che lancia una bomba al fosforo contro una casa e un pilota che sgancia una bomba su una cerimonia di consegna di diplomi a poliziotti, o tra uno di costoro e il poliziotto (israeliano) che ha buttato fuori dall'auto il prigioniero ferito. Il padrone dimentica le sofferenze dello schiavo. Il passato inghiotte tutte le atrocità. 
Accanto a Piombo Fuso, l'Ospedale Sheba ha anche assunto un ruolo ideologico nel migliorare l'immagine di Israele. Non vi è solo il film di Eldar a giocare un ruolo in questa campagna. La prof.ssa Daphna Birenbaum-Carmeli dell'Università di Haifa ha descritto le sofferenze che i bambini di Gaza devono subire durante il loro viaggio verso l'ospedale di Sheba, ed anche come i media nascondono il rapporto tra l'assedio di Gaza e l’obbligo di pagare senza sconti le loro cure.: “Questa descrizione dipinge un quadro di un gesto umanitario da parte di uno Stato progressista e ricco che salva le vite di bambini appartenenti a uno Stato povero... Un esempio particolarmente crudele rappresentato dalla seguente affermazione del direttore dell'Ospedale Sheba: “Noi vogliamo stabilire qui un centro per la pace, per mettere in relazione le nostre equipes mediche con quelle di Gaza, vogliamo intitolare il centro alle figlie del Dr. Abuelaish uccise durante Piombo Fuso, e dire a gran voce che qui c'è la vita e che bisogna andare avanti. Anche se ciò non è stato incluso nel Rapporto Goldstone”. Il direttore dell'ospedale ha pure avuto qualcosa da dire sul rapporto che ha accusato Israele di crimini di guerra durante l'operazione Piombo Fuso. 
Ma la immagine che Israele ha di sé stesso è costruita su una disponibilità disinteressata. Qualsiasi altra cosa è “un eccezione” 
Qui ritorniamo al caso del palestinese ferito buttato fuori dalla macchina della polizia, alla originaria nostra fissazione su quel caso isolato. I territori occupati, sia quelli dell'est che dell'ovest, stanno sprofondando nella nostra indifferenza. L'occupazione si è trasformata in una lunga serie di storie atroci e sanguinose, ma ben poco arriva abbastanza vicino alle orecchie degli israeliani per udire il grido di dolore proveniente dall'oscurità. 
L'occupazione sta perdendo lentamente quella fisionomia politica che gli oppositori israeliani gli avevano dato e sta sprofondando in una cultura di panem et circenses. La nostra ignoranza non deriva da una censura sulle notizie, ma da notizie parziali che lusingano l’immagine che il lettore ha di se stesso.. Una resa incondizionata al destra colonialista ci sta avvolgendo. Questa storia riesce ancora a colpirci? Ah quindi possiamo sentire ancora una volta quanto siamo sensibili- non soltanto crudeli.
(traduzione di Carlo Tagliacozzo e Amedeo Rossi)

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