CRISTIANI E MUSULMANI? Rimbocchiamoci le maniche

Giovani di entrambe le religioni volontari insieme a Milano in due mense per i poveri    Giovani cristiani e musulmani insieme. Non per fare grandi discorsi sul dialogo, ma per provare a mettersi al servizio di chi più ha bisogno nelle nostre città. Con gesti semplici come dare una mano con i vassoi o pulire i tavoli. E soprattutto stare tra i poveri come una presenza amica e accogliente presso le mense dell’Opera San Francesco in viale Piave e delle Suore Francescane Missionarie di Maria in via Ponzio.
Un sabato di volontariato interconfessionale chiamato «Cristiani e musulmani? Rimbocchiamoci le maniche», organizzato insieme dalla rivista del Pime Mondo e Missione e dalla nostra redazione di Yalla Italia.  Insieme al gruppo proveniente dai cammini di animazione promossi dal Centro missionario Pime di Milano, c’è una musulmana come Imane, originaria del Marocco, e suo fratellino Hamza. Ma anche l’egiziana Rania, mamma di tre figli e sposata con un italiano. Salwa detta Sabrina, mamma italiana e padre egiziano, è appena arrivata dall’Egitto e non ha saputo dire no a questa iniziativa.

Con questo gesto anche Milano aderisce a un’iniziativa di respiro europeo, la Semaine de Recontres Islamo-Chrétiennes (Seric), nata in Francia alcuni anni fa e che oggi coinvolge diversi Paesi del Continente con iniziative di sensibilizzazione sul tema del dialogo tra cristiani e musulmani. In questa settimana - oltre a decine di iniziative in tutta la Francia - altri eventi si svolgono in Belgio, Spagna, Finlandia, Olanda, Polonia, Regno Unito e - appunto - a Milano per l’Italia.
«Abbiamo scelto di promuovere un gesto di servizio anziché la classica conferenza - spiega la redazione della rivista Mondo e Missione - per sottolineare che il dialogo è qualcosa che porta frutti positivi non solo per chi vi prende parte. Scegliere poi due mense legate alla figura di san Francesco è stato un modo per richiamare alla memoria questo grande testimone del dialogo tra cristiani e musulmani e i 25 anni dell’incontro delle religioni ad Assisi, voluto da Giovanni Paolo II e ripetuto pochi giorni fa da Benedetto XVI. Il nostro sarà comunque un gesto molto semplice: saremo presenti a piccoli gruppi, senza fare passerelle, ma solo con l’intenzione di dare una mano a chi oggi ha più bisogno».
Per il Pime l’iniziativa ha anche un altro significato particolare: si tratta di uno dei momenti della campagna «Contro la fame cambIa la vita», che durante tutto quest’anno il Centro missionario di Milano promuove in occasione dei 50 anni dalla sua fondazione.
Rimboccarsi le maniche e dedicare un po’ di tempo a chi ha bisogno, dunque, è un modo per rispondere alla fame (non solo di pane) che tante persone vivono sulla propria pelle oggi.

«Secondo un detto arabo un estraneo che giunge in casa tua ha diritto a tre giorni di ospitalità prima che tu gli chieda addirittura il suo nome - scrive invece in proposito dell’iniziativa la redazione di Yalla Italia -. Dobbiamo ammettere che noi arabi in Italia facciamo fatica a mobilitarci per cause non attinenti alla nostra identità e appartenenza religiosa. Ci mobilitiamo per quello che succede in Medio Oriente, mentre diamo poca rilevanza alle emergenze umane che toccano la vita di molti italiani e di molti immigrati. È ora di cambiare registro e di tradurre in pratica i valori dell’altruismo e della solidarietà araba in altri contesti.
L’opportunità che si prospetta presso le mense, deve essere l’inizio di un nuovo percorso sia per ognuno di noi a livello personale, sia per mobilitare le coscienze delle nostre comunità.Oltre a partecipare noi di Yalla Italia intendiamo comunicare questa esperienza con tutti i mezzi a disposizione. Questa iniziativa, infatti, ha senso se non rimane un’esperienza isolata. Quando le buone pratiche circolano, poi possono essere emulate, riprodotte e magari anche migliorate».
SERIC

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