Le confidenze di un uomo autorevole: Danny Ayalon.


Persona autorevole determinata a ridisegnare la mappa di Israele.”

di John Lyon, Middle East corrispondent QUANDO Danny Ayalon comincia a parlare sul ridisegnare la mappa di Israele, vale la pena starlo ad ascoltare.Ayalon, vice ministro degli esteri al quale si attribuisce una notevole influenza dietro le scene e sul piano internazionale, è rispuntato come attore chiave all’interno del governo israelianoAyalon, vice ministro degli esteri al quale si attribuisce una notevole influenza dietro le scene e sul piano internazionale, è rispuntato come attore chiave all’interno del governo israeliano.Ayalon è vice del Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ed è il secondo uomo più potente all’interno di Yisrael Beiteinu, o Israele è la Nostra Casa, il partito ultra-nazionalista che aiuta la coalizione governativa del Primo Ministro Benjamin Netanyahu a conservare il potere. Lieberman è sottoposto ad indagine per attività criminali organizzate. Egli sostiene con insistenza di essere innocente ma dichiara che abbandonerà l’attività politica nel caso in cui venisse incriminato, lasciando probabilmente ad Ayalon la carica di Ministro degli Esteri. In un’intervista concessa a The Weekend Australian , Ayalon ha accusato l’Arabia Saudita di aver sovvenzionato una campagnia per delegittimare Israele e di avere attinto al modello della ex-Unione Sovietica e della Yugoslavia per risolvere il conflitto Israelo-Palestinese. I suoi punti di vista sono importanti in quanto non sarà certamente la Sinistra – o ciò che della Sinistra rimane – a prendere una decisione in Israele su qualsiasi accordo di pace. In Israele, sono stati spesso quelli della Destra a concludere accordi in quanto la gente è divenuta sospettosa sul fatto che la Sinistra possa rinunciare a parte del territorio rendendo meno sicuro il paese. Fu compito di Sharon quello di convincere gli israeliani a ritirarsi da Gaza e molti sostengono che solo dirigenti di Destra sarebbero in grado di evacuare le colonie nella West Bank. I confini di Israele sono mal definiti. I suoi confini orientali, quelli che l’uniscono ai territori contesi della West Bank, non sono confini ufficiali, ma solo una linea armistiziale. “Così penso,” sostiene Ayalon, “che abbia senso che, se noi rifacciamo per intero la nuova architettura del Medio Oriente, invece di creare un nuovo stato che non è mai esistito, uno Stato palestinese, sarebbe giusto ridisegnare i confini.”“E, naturalmente, quando si tracciano di nuovo i confini, si devono prendere in considerazione gli aspetti geografici, come pure quelli demografici. Non vogliamo produrre qui un processo di balcanizzazione. Difatti, vogliamo delle nazioni-stato stabili – una nazione-stato israeliana, che è quasi completamente ebraica, e una nazione-stato palestinese, che è quasi del tutto araba.” Ayalon afferma che l’80 per cento dei coloni ebrei risiedono sull’8 per cento della West Bank.“In tal caso la soluzione è del tutto ovvia,” dice. “Noi inglobiamo questo 8 per cento facendo qualche scambio. Penso che sarebbe sensato che questo 8 per cento – mettiamo il caso che accettino il cambio – che dovrebbe essere pari alla terra che incorporiamo in Israele, dovrebbe essere pure densamente popolata e a questo punto, penso, si sarebbero create veramente due paesi che sarebbero più omogenei e che sarebbero più in armonia con se stessi. E riteniamo che ciò rappresenti l’orientamento valido a livello internazionale – disgregare effettivamente paesi fino ad ottenere ambienti omogenei.” Come? “Come la dissoluzione dell’Unione Sovietica nelle 15 repubbliche. La disintegrazione della ex-Yugoslavia in 5 paesi diversi su una base prevalentemente religiosa o culturale o etnica o di nazionalità. O proprio come la Cecoslovacchia che si è scissa nella Repubblica Ceka e in quella Slovacca, due paesi distinti.” Secondo questo progetto, le città arabe in Israele, come nel caso di Umm Al-Fahm, potrebbero essere scambiate con insediamenti coloniali ebraici. “Se si guardano quegli arabi che al momento sono cittadini israeliani, che vivono giusto direttamente sulla Linea verde, o dove potrebbe esserci uno stato palestinese, penso che le loro aspirazioni siano palestinesi, come le loro tradizioni, la loro religione e qualsiasi altra cosa, e che sostengono che sarebbero fieri di essere palestinesi, allora penso che viene data loro una grande occasione per farlo,” ha dichiarato. “Nessuno lascia la propria casa. Al contrario, essi potrebbero continuare a conservare i loro beni qui, i loro lavori qui, qualsiasi altra cosa, proprio una questione di nazionalità e avere la possibilità di votare per il parlamento di Ramallah, e penso che tutto ciò genererebbe fiducia tra le due nazioni.” A differenza dei media internazionali che li scherniscono, probabilmente Ayalon e Lieberman riflettono l’opinione pubblica israeliana attuale: la West Bank ha un patrimonio ereditario ebraico ma solo per portare a una pace permanente, le colonie potrebbero essere oggetto di negoziati fatta eccezione per le tre maggiori, Gush Etzyon, Maale Adumin e Ariel. “Questa è la culla della nostra civiltà – Giudea e Samaria. Se si parla del nostro diritto alla terra, esso riguarda la Terra di Israele, la Terra di Sion, che comprende la West Bank,” ha sostenuto.“Tuttavia, noi cerchiamo di essere molto pragmatici, molto accomodanti, cerchiamo di capire che qui c’è un altro popolo con i suoi diritti.” Ayalon descrive la calma in Israele come “una pillola ricoperta di zucchero avvelenato”.“Non credo che l’attuale situazione sia positiva per chiunque – non per noi, né per i palestinesi, né per i paesi arabi.” Egli accusa l’Autorità Palestinese, che dovrebbe essere partner di pace, di star conducendo una campagna per “de-legittimare” Israele. “In ogni caso è l’Autorità Palestinese con il denaro dell’Arabia Saudita e quello proveniente da altre fonti. Essa fa abuso del denaro proveniente da donatori internazionali, quel denaro che essi hanno dato per la ricostruzione delle sua economia e delle istituzioni democratiche, ma che sfortunatamente essa usa anche per istigare.”Ma perché mai gli Stati Uniti hanno permesso ad un alleato, l’Arabia Saudita, di promuovere una campagna contro Israele? “Sono sicuro che essi non lo stanno permettendo, ma che ci sono molti modi per farlo in modo indiretto e in segreto e ciò è quello che riteniamo.” Ayalon resta ottimista. Richiesto di descrivere Israele nei prossimi 30 anni, risponde: “Credo che il Medio Oriente, grazie alla cooperazione tra israeliani ed arabi, può divenire di fatto uno dei futuri motori dell’economia mondiale.” (tradotto da mariano mingarelli)Le confidenze di un uomo autorevole: Danny Ayalon. Lo scambio

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