A:Hass:i checkpoint:simbolo della società israeliana

Chiunque voglia conoscere la realtà della società israeliana dovrebbe andare a vedere i checkpoint. Non per un quarto d'ora, sotto la guida del comandante che ne tesserà le lodi nel capannone che hanno costruito per la gente che aspetta in coda, e che spiegherà che lo sviluppo e l'estendersi dei checkpoint sono per il bene della popolazione locale.
Coloro che realmente vogliono conoscere i checkpoint devono rimanerci per ore, e per molti giorni. Quando osservi i soldati, scoprirai in loro molti dei valori presenti nella società israeliana, e che quasi sempre ci riempiono d'orgoglio.Per esempio, il cameratismo. E' talmente forte e radicato che vi sono delle persone che pensano di poter eludere le regole che sono state decise per il checkpoint e che sono di per sé perverse. Un esempio: al checkpoint di Taysir un soldato ha orinato in pubblico davanti alle donne, il che è stato documentato due volte nelle ultime due settimane. Forse si è trattato dello stesso soldato in entrambi i casi, oppure sono stati due soldati diversi. Questo episodio non è stato altro che la manifestazione estrema del disprezzo che i soldati nutrono verso la gente che è alla loro mercè e che è obbligata a passare per il checkpoint: insegnanti, contadini, commercianti, giovanissimi studenti, persone che lavorano negli insediamenti. I soldati sono consapevoli che comportamenti di questo genere non potrebbero tenerli a Binyamina o a Bnei Brak ma sono altrettanto sicuri che nessuno dei loro commilitoni vi si opporrà. Anche aiutare il prossimo fa parte dei valori israeliani. Il medesimo soldato ha aiutato un poliziotto nascosto dentro la sua jeep in un checkpoint remoto, situato alla fine della Valle del Giordano. Martedì della scorsa settimana il soldato ha raccolto i documenti d'identità di un certo numero di autisti, li ha dati al poliziotto che stava nella jeep ed è tornato con i documenti insieme ad un certo numero di multe da pagare alla tesoreria dello Stato per un ammontare di 100 shekel per ognuno, con la motivazione di non aver indossato le cinture di sicurezza. A proposito, gli autisti avevano le cinture inserite , nonostante stessero apettando da una mezzora se non di più..
La creatività è un altro valore del carattere israeliano molto apprezzato. C'è un'ordinanza militare che proibisce a tutti i palestinesi di entrare e soggiornare nella Valle del Giordano, eccezion fatta per i residenti e per coloro che lavorano a tempo pieno negli insediamenti ebraici. Nelle ultime settimane, i soldati del checkpoint di Taysir hanno informato quegli abitanti della Valle che avevano “osato” passare la notte fuori dalla Valle e ritornare al mattino presto, che “ciò era vietato”. Un anno e mezzo fa hanno deciso che era “proibito” agli agricoltori portare con sé i loro prodotti attraverso il checkpoint; risultato, i contadini hanno dovuto allungare il loro percorso di una trentina di chilometri e passare per un altro checkpoint. Quando è emerso che non vi era alcun ordine del genere, i soldati hanno escogitato un altro sistema per tenere lontano gli agricoltori che trasportavano in Cisgiordania i loro prodotti: obbligarli a scaricare e svuotare le cassette di verdura con la scusa di un controllo e poi fargliele ricaricare.
Anche la tenacia, poi, è un valore positivo, specialmente nell'esercito. Si avvicendano i comandanti, come anche i soldati, ma negli ultimi due anni le notizie che provengono dal lontano checkpoint di Taysir sono sempre le stesse: persone costrette a passare per un altro checkpoint a causa di abusi perpetrati dai soldati, dei tempi di attesa molto al di là del necessario sulla base di false motivazioni ( una volta si adducono i lavori al checkpoint, un'altra volta l'ipotesi che i documenti siano contraffatti, e ancora, un'ennesima volta, che sussistono misure di sicurezza).
E' facile affermare che il caso di Taysir costituisca un' eccezione. E' un fatto che il comportamento di cui si è riferito, da parte di quel singolo soldato, è stato considerato dal suo comandante molto grave, ed egli è stato allontanato dal suo posto. La brigata ha inoltre contraddetto la veridicità delle denunce dei residenti, ha anche aggiunto che il soldato in questione è stato presente e “ha prestato servizio” al checkpoint anche dopo l'allontanamento per circa due ore in un giorno e per altre tre ore in un altro. Ufficiali della brigata hanno sottolineato che il soldato è ancora in forza, continuando a manifestare la stessa arroganza denunciata dalle persone che lo hanno rivisto al checkpoint.
In ogni caso, nel passato, dopo che questo tipo di denunce erano state sottoposte all'attenzione dei comandanti, la situazione ai checkpoint era migliorata per alcuni giorni ed i tempi di attesa si erano accorciati, ma in seguito si è ritornati alla situazione precedente. Ognuno delle molte dozzine di checkpoint ha sviluppato nel corso degli anni i propri metodi per perpetrare abusi. Questi ultimi hanno origine da un ordine implicito che sta dietro l'esistenza di ogni checkpoint: impedire la libera circolazione dei palestinesi, con lo scopo di garantire la prosperità degli insediamenti ebraici, cioè di Israele. Viene la nausea a leggere dei checkpoint. Se ne devi scrivere, allora ti viene il vomito.
Ma la cosa più disgustosa è doverci passare. Però, siccome i palestinesi non hanno alcuna alternativa se non quella di passarci attraverso, questi checkpoint continueranno ad essere un simbolo della società israeliana.
http://www.haaretz.com/hasen/spages/817008.html
ASSOCIAZIONE DONNE ISRAELIANE CONTRO OCCUPAZIONE

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