GIDEON LEVY - COS'È L'OSSESSIONE DI ISRAELE DI CENSIRE GLI EBREI?

Quanti ebrei ci sono nel mondo? Chi li conta e come? Perché è così importante? Il giornalista Or Kashti in un articolo su Haaretz del 25 gennaio ha riferito che Israele inizierà a fare i propri calcoli sul numero di ebrei nel mondo dopo anni di affidamento sulle valutazioni del professor Sergio Della Pergola. L'ossessione ebraica di Israele colpisce ancora: Un censimento per gli ebrei, il cui significato nascosto è: Chi è con noi? Gli ebrei ci appartengono. Ora non resta che decidere chi sia "abbastanza ebreo" e cosa sia il "giudaismo allargato".
Israele è convinto di dover sapere quante persone nel mondo sono ebrei. La logica sionista dice che questa è la riserva di una possibile immigrazione in Israele e il potenziale per un cieco sostegno allo "Stato Ebraico". Più ebrei ci sono, meglio è per Israele. Più nuovi immigrati ci sono in Israele, e meglio è per Israele.
Ma è ora di farla finita con questi luoghi comuni. Hanno perso ogni connessione con la realtà.
Israele non ha bisogno di censire quanti ebrei ci sono nel mondo perché non è la "Patria del popolo ebraico". Meno della metà del popolo ebraico ha scelto di immigrare qui, anche quando l'aliya è stata disponibile per ogni ebreo, e non è la Patria di coloro che non sono suoi cittadini. Israele è la Patria degli israeliani, la maggior parte dei quali sono ebrei. Contare ed etichettare i cittadini di paesi stranieri non è affare di Israele e potrebbe essere considerato un'inopportuna intrusione negli affari interni di quei paesi e nei diritti dei loro cittadini. Nella maggior parte dei paesi, non è legittimo etichettare i cittadini in base alla loro religione o origine. È considerata un'invasione del privato. Questo è tanto più vero quando non c'è una definizione chiara del giudaismo, e non è nemmeno del tutto chiaro se si tratta di una nazionalità o di una religione.
E come Israele li definirà e li etichetterà? Il suo intervento solleverà anche con forza la questione della doppia lealtà. Se Israele è occupato a contare gli ebrei, è perché presume che questi lo sosterranno, forse anche contro l'interesse nazionale dei propri paesi. Ma gli ebrei del Canada sono cittadini del Canada e sono canadesi a tutti gli effetti. Lo stesso vale per gli ebrei di Francia, e così via. Inquadrarlo in un altro modo farà loro solo del male.
Israele non ha alcun ruolo da svolgere tra gli ebrei del mondo a parte quello di lasciare loro le porte aperte, in base al ruolo che ha assunto al momento della sua istituzione. Tuttavia, non è più un rifugio sicuro: oggi è il posto più pericoloso al mondo in cui vivere per gli ebrei. E neanche la promozione dell'immigrazione in Israele è più rilevante; meglio se la gente smette di venire, qui è già sovraffollato.
La maggior parte degli ebrei americani ha perso interesse per Israele. Non è una brutta cosa. Perché Israele dovrebbe censirli? Qual è la giustificazione? Questo tipo di conteggio è compulsivo. Proprio come il conteggio del numero dei premi Nobel ebrei. Hanno tutti vinto il Premio Nobel prima di tutto per i paesi e le società in cui sono nati e cresciuti, non per la loro ebraicità. Infatti, provengono tutti dagli stessi luoghi da cui provengono la maggior parte dei premi Nobel, l'America e l'Europa.
Altrettanto patetica è l'ossessione per il passato di ogni celebrità internazionale: Avevano una nonna ebrea? Una zia ebrea? Un parente? O chicchessia? Come se questo equivalesse a un nullaosta di approvazione che loro sono uno di noi e devono sicuramente amarci anche loro. Quando gli ebrei erano una minoranza perseguitata, questo sarebbe stato comprensibile. Ma ora anche l'assimilazione non è la grande calamità che ci era stata insegnata. Cosa c'è di male? Cosa c'è di così terribile se una gran parte degli ebrei del mondo sceglie di non identificarsi come ebrei, proprio come una parte crescente di israeliani. Un'identità laica e civica nel mondo globale sta gradualmente sostituendo l'Yiddishkeit (l'ebraicità) ed è diventato ridicolo continuare a fare il censimento degli ebrei.
Altrettanto ridicolo è continuare a parlare di etica ebraica. In che modo è diversa dall'etica universale? Sono in qualche modo superiori? Servono come bussola morale per questo Paese notoriamente "morale"?
Con sette milioni di ebrei in Israele, alcuni che si sentono ebrei e altri che ci si sentono sempre meno, lsraele dovrebbe riconoscere di essere unicamente la Patria degli israeliani, proprio come la Svezia è la Patria degli svedesi. Date un'occhiata alla Svezia e vedrete che questo non è affatto un cattivo compromesso.
Gideon Levy è editorialista di Haaretz e membro del comitato editoriale del giornale. Levy è entrato in Haaretz nel 1982 e ha trascorso quattro anni come vicedirettore del giornale. Ha ricevuto il premio giornalistico Euro-Med per il 2008; il premio libertà di Lipsia nel 2001; il premio dell'Unione dei giornalisti israeliani nel 1997; e il premio dell’Associazione dei Diritti Umani in Israele per il 1996. Il suo nuovo libro, La punizione di Gaza, è stato pubblicato da Verso.
tradotto da : Beniamino Benjio Rocchetto
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