Padre Jacques, un altro monaco di Mar Mousa rapito in Siria



Padre Jacques, un altro monaco di Mar Mousa rapito in Siria


Padre Jacques Mourad, sacerdote cattolico di rito siriaco e priore del monastero di Mar Elian, nella cittadina di Qaryatayn, in Siria, è stato rapito ieri pomeriggio da quattro uomini armati appartenenti ad un gruppo fondamentalista, mentre si trovava nel suo monastero. Qaryatayn si trova a un centinaio di chilometri ad ovest di Palmira, la città appena finita nelle mani dello Stato Islamico. E il suo rapimento confermerebbe, caduta Palmira, il dilagare dei fondamentalisti ad ovest della città sito archeologico, in regioni sempre più vicine a Homs e a Damasco.
La notizia del rapimento è stata confermata alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre da padre Nawras Sammour, direttore del Servizio dei gesuiti per i rifugiati in Medio Oriente. Il monaco si trovava assieme ad un suo collaboratore quando due moto si sono accostate alla sua auto. I sequestratori si sono impadroniti dei veicolo, portando con loro il religioso.
Padre Sammour ha raccontato ad Aiuto alla Chiesa che soffre l’ultimo incontro con padre Jacques, circa due mesi fa. «Era estremamente preoccupato per la presenza dei fondamentalisti a Qaryatayn. Quando gli ho chiesto se intendeva andarsene – continua padre Sammour – mi ha risposto che lo avrebbe fatto soltanto se costretto, altrimenti sarebbe rimasto con il suo popolo». In una comunicazione di alcuni giorni fa con alcuni amici italiani, invece, padre Jacques aveva raccontato di un suo recente viaggio ad Aleppo, in visita a parenti: «Sono scampato due volte alla morte in questi anni – aveva confidato il sacerdote – ma quello che ho visto ad Aleppo questa volta è drammatico... La città è sotto assedio e la gente pensa a fuggire». Negli ultimi giorni padre Jacques aveva accolto nel monastero anche numerosi sfollati giunti da Palmira, la città appena caduta nelle mani dello Stato Islamico. E il suo rapimento confermerebbe, caduta Palmira, il dilagare dei fondamentalisti ad ovest di Palmira, in regioni sempre più vicine a Homs e a Damasco.
Padre Jacques fa parte della comunità monastica di Deir Mar Mousa che fin dagli anni Novanta del secolo scorso è stata molto attiva in Siria nel dialogo con l’Islam. Anche il fondatore della comunità di Deir Mar Mousa, padre Paolo Dall’Oglio, il 29 luglio 2013 è stato rapito dai fondamentalisti islamici nella città siriana di Raqqa. Di lui non si sono avute più notizie certe.
Fino al momento del rapimento, padre Jacques è rimasto a fianco del suo popolo, condividendone la sorte spesso tragica e tenendo sempre aperte le porte del monastero per accogliere chiunque avesse bisogno. Nell’aprile del 2013 avevamo raccolto la sua testimonianza in un momento di grande pericolo per il monastero: «Oltre alla povertà e alla fame, in città è arrivata anche la distruzione – raccontava allora padre Jacques –. Ieri ci siamo ritrovati in monastero tra gli 800 e i 900 profughi cristiani e musulmani. Elettricità e telefoni vanno ad intermittenza. Anche acqua e cibo scarseggiano. In città, le personalità più autorevoli - il muftì, il giudice, io stesso -, cercano di mantenere la pace, di tranquillizzare gli animi, ma non è facile... Quello che manca più di ogni altra cosa è la sicurezza».
La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha proposto a tutte le comunità cristiane del nostro Paese, di dedicare la Veglia di Pentecoste di domani sera (23 maggio), ai martiri contemporanei, alla tragedia di tanti cristiani e persone i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematicamente violati. In questo senso anche noi invitiamo a pregare per padre Jacques Mourad, padre Paolo Dall’Oglio e tutti i cristiani perseguitati di Siria e Iraq.

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

Video:Defamation - di Yoav Shamir Film

La Spoon River degli artisti di Gaza. Scrittori, poeti, pittori: almeno 10 vittime nei raid. Sotto le bombe muore anche la cultura palestinese