Egitto : Il califfato attacca nella notte: 32 morti
AGGIORNAMENTO
ore 12.45 – Sale a 32
il bilancio delle vittime degli attacchi islamisti della notte scorsa, fanno
sapere le autorità egiziane.
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della
redazione
Roma, 30
gennaio 2015, Nena News – L’Isis colpisce l’Egitto: ieri notte una serie di attacchi hanno avuto
come target i simboli dell’autorità statale, uccidendo almeno 27 membri della
sicurezza. A rivendicare l’azione, su Twitter, è stato il gruppo islamista
Ansar Beit al Maqdis, lo stesso che nei mesi precedenti aveva giurato fedeltà
al califfato di al-Baghdadi.
Le
esplosioni avvenute a distanza di un’ora l’una dall’altra, una delle azioni più
sanguinose nella Penisola del Sinai, hanno colpito prima base militari e un
hotel nella città di El-Arish, uccidendo 25 persone e ferendone almeno 58. Il quotidiano Al-Ahram, legato al
Cairo, è stato completamente distrutto perché si trovava dal lato opposto di
una sazione militare. Più tardi un gruppo di miliziani ha ucciso un maggiore
dell’esercito e ferito sei soldati ad un checkpoint a Rafah. Infine, una
bomba posta lungo la strada nella città di Suez ha ucciso un ufficiale della
polizia.
Sarebbe
invece stato fermato un uomo sospettato di voler mettere una bomba nel
trasformatore d’energia a Port Said.
Un attacco
di inaudita violenza diretto al cuore del nuovo Stato egiziano, a pochi giorni
dagli scontri e i 25 morti di piazza nell’anniversario della rivoluzione.
Dopo la deposizione del presidente Morsi, il 3 luglio 2013, e il colpo di
Stato militare gli attacchi nella Penisola del Sinai da parte di gruppi
islamisti si sono intensificati, diventando la migliore delle
giustificazioni per il nuovo presidente al-Sisi per entrare nella coalizione
anti-terrore lanciata dal presidente Obama e interferire così negli affari dei
vicini.
Bombe
ufficiose su Bengasi, lo sblocco degli aiuti militari miliardari da Washington,
ma soprattutto la crociata contro Hamas e contro la Striscia di Gaza: è
tuttora in corso la demolizione di altre duemila abitazioni civili egiziane nella
città di Rafah per fare spazio ad una zona cuscinetto che isoli l’Egitto da
Gaza, ultima forma di chiusura messa in atto dopo la distruzione di oltre
mille tunnel sotterranei, solo strumento di ingresso di materiali e beni di
prima necessità per la popolazione sotto assedio israeliano.
Immediata è
giunta la condanna agli attacchi di ieri notte del Dipartimento di Stato Usa:
“Gli Stati Uniti restano al fianco del governo egiziano negli sforzi per
combattere la minaccia del terrore come parte del nostro continuo impegno della
partnership strategica dei nostri due paesi”. A preoccupare, però, è la
buona riuscita della riunione di investitori internazionali che giungeranno in
Egitto a marzo, poco prima delle elezioni parlamentari: un’occasione d’oro per
al-Sisi, per attirare investimenti e quindi voti. Tra i progetti in ballo,
c’è quello di un secondo canale a Suez per migliorare la distribuzione
dell’acqua. Nena News
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