Diana Buttu:«Alla Cpi sarà una dura battaglia»

Israele ha rea­gito con stizza alla deci­sione della pro­cura della Corte Penale Inter­na­zio­nale dell’Aja di aprire un’inchiesta pre­li­mi­nare su cri­mini di guerra com­messi nei Ter­ri­tori pale­sti­nesi che Israele occupa dal…
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Israele ha rea­gito con stizza alla deci­sione della pro­cura della Corte Penale Inter­na­zio­nale dell’Aja di aprire un’inchiesta pre­li­mi­nare su cri­mini di guerra com­messi nei Ter­ri­tori pale­sti­nesi che Israele occupa dal 1967. Il passo è stato reso pos­si­bile dalla recente richi­sta ade­sione della Pale­stina al tri­bu­nale dell’Onu. «È una deci­sione assurda», ha pro­te­stato ieri il primo mini­stro Neta­nyahu. «È una mossa scan­da­losa», ha com­men­tato da parte sua il mini­stro degli esteri Lie­ber­man, secondo il quale la pro­cura dell’Aja dovrebbe inda­gare in Siria, Libia e altri Paesi della regione e non sul com­por­ta­mento dell’Esercito israe­liano che ha descritto come «il più morale del mondo». Al con­tra­rio è ampia la sod­di­sfa­zione in casa pale­sti­nese. Il primo aprile la Pale­stina diven­terà mem­bro della Cpi e i respon­sa­bili poli­tici pale­sti­nesi, assieme a con­su­lenti inter­na­zio­nali, sono inten­zio­nati a chie­dere che Israele sia incri­mi­nato per la colo­niz­za­zione di Cisgior­da­nia e Geru­sa­lemme Est, per le demo­li­zioni di case pale­sti­nesi e per le deva­stanti con­se­guenze sui civili delle ope­ra­zioni mili­tari che dallo scorso giu­gno ha con­dotto con­tro Gaza e in Cisgior­da­nia. Un noto espo­nente poli­tico, Mustafa Bar­ghouti, pre­vede che denunce con­tro Israele saranno pre­sen­tate anche da molte orga­niz­za­zioni inter­na­zio­nali per i diritti umani. Da parte sua il pro­cu­ra­tore capo della Cpi, Fatou Ben­souda, ha affer­mato che tutte le valu­ta­zioni saranno con­dotte in piena indi­pen­denza e con impar­zia­lità, e che saranno presi in con­si­de­ra­zione anche even­tuali cri­mini di guerra com­messi dal movi­mento isla­mico pale­sti­nese Hamas. Sull’annuncio fatto dalla Cpi e gli svi­luppi futuri abbiamo inter­vi­stato Diana Buttu, esperta di diritto inter­na­zio­nale ed ex con­su­lente legale del governo palestinese.
La Cpi ha fatto un passo pre­li­mi­nare. In cosa consiste
Siamo di fronte alla prima mossa da parte della pro­cura inter­na­zio­nale. In sostanza i magi­strati dell’Aja faranno una ana­lisi per veri­fi­care se esi­stono gli ele­menti per avviare un’indagine su cri­mini di guerra. Pren­de­ranno in esame cosa è acca­duto a Gaza, le atti­vità di inse­dia­mento por­tate avanti da Israele, che sono con­si­de­rate un cri­mine di guerra dalle con­ven­zioni e riso­lu­zioni inter­na­zio­nali, le demo­li­zioni di case pale­sti­nesi e tanti altri casi. Quindi valu­te­ranno la con­si­stenza di ciò che rac­co­glie­ranno e deci­de­ranno se aprire una inda­gine vera e pro­pria o chiu­dere il file. Allo stesso tempo, è bene sot­to­li­neare, che dopo que­sta fase, la Cpi agirà solo se a farne richie­sta sarà una delle parti coin­volte, quindi dopo che le auto­rità pale­sti­nesi chie­de­ranno che un pro­ce­di­mento con­tro Israele.
Il governo Neta­nyahu sostiene che l’Autorità nazio­nale pale­sti­nese (Anp) sarà a sua volta accu­sata di cri­mini di guerra, per­chè ha for­mato un governo con il movi­mento isla­mico Hamas respon­sa­bile del lan­cio di razzi con­tro Israele. È pos­si­bile che Israele gio­chi in anti­cipo chie­dendo l’incriminazione dell’Anp.
Certo, è una even­tua­lità che non si può scar­tare ma non credo che il governo Neta­nyahu sia dav­vero inten­zio­nato a fare quel passo. Per­chè non reg­ge­rebbe. È troppo evi­dente la dif­fe­renza di poten­ziale mili­tare (tra Israele e Hamas, ndr), troppo ampie e denun­ciate, anche da agen­zie dell’Onu, da ong ed isti­tu­zioni inter­na­zio­nali, le vio­la­zioni israe­liane. Tale passo si rive­le­rebbe un boo­me­rang per Israele.
Non sono pochi a pre­ve­dere che le pres­sioni di Paesi potenti ed influenti, come gli Stati Uniti, avranno un impatto sulla pro­cura dell’Aja, spin­gen­dola a for­mu­lare comun­que accuse anche nei con­fronti dei pale­sti­nesi per equi­li­brare, almeno in parte, quelle verso Israele.
È uno sce­na­rio cre­di­bile. Sarà una bat­ta­glia legale molto com­plessa, dove le parti pro­ta­go­ni­ste non esi­te­ranno ad usare la loro influenza per atte­nuare deter­mi­nate deci­sioni. E non è secon­da­rio che la Cpi fino ad oggi abbia speso gran parte del suo tempo ad incri­mi­nare lea­der afri­cani, tenen­dosi lon­tana dal Medio Oriente. Un dato che qual­cosa ci dice. Vedremo come andrà a finire. Tut­ta­via mi sento anche di affer­mare che è irrea­li­stico pen­sare che la que­stione pale­sti­nese, che l’occupazione israe­liana, pos­sano tro­vare una solu­zione solo sui ban­chi della Cpi. Chie­dere giu­sti­zia con­tro i cri­mini di guerra è stato impor­tante ma la lea­der­ship pale­sti­nese sa che non sarà affatto facile otte­nere l’attuazione di una even­tuale sen­tenza di con­danna (di Israele, ndr).

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