Basta, Khalas:Una lettera aperta di giornalisti, blogger, fotografi ed esperti di Medio Oriente


Una lettera aperta di giornalisti, blogger, fotografi ed esperti di Medio Oriente per denunciare la cattiva informazione che i media italiani stanno veicolando da settimane su tutto ciò che riguarda il mondo arabo e l'Islam. E' ora di dire "basta".
osservatorioiraq.it

Basta, Khalas Una lettera aperta di giornalisti, blogger, fotografi ed esperti di Medio Oriente per denunciare la cattiva informazione che i media italiani stanno veicolando da settimane su tutto ciò che riguarda il mondo arabo e l'Islam. E' ora di dire "basta".

 Dopo settimane nelle quali abbiamo assistito alla messa in onda di trasmissioni televisive e alla pubblicazione di articoli che veicolano cattiva informazione e che rappresentano palesi violazioni della deontologia professionale, ieri, 20 gennaio 2015, ci siamo fermati di fronte alla pubblicazione da parte della testata “Il Fatto Quotidiano”, nella sua edizione cartacea e online, di un articolo titolato Greta e Vanessa, la cooperante ai migranti siriani: “Ecco come aggirare i controlli”. Riteniamo questa solo l’ultima di una lunga serie di esempi di pessimo giornalismo ai quali, nelle ultime settimane - pur in una più vasta e generale crisi di contenuti in atto ormai da tempo - si assiste in modo sistematico e impotente. Si potrebbe parlare di una - seppur grave - banale improvvisazione priva di professionalità, se solo non ci andasse di mezzo la vita delle persone, sulla quale viene impunemente gettata un’ombra di sospetto che rischia di avere ripercussioni personali e professionali. Ci chiediamo quale senso possa avere oggi un giornalismo che al servizio al cittadino ha sostituito un voyeurismo sensazionalista per il quale non ci si ferma neanche davanti al rispetto umano, in costante e grave violazione di tutte le norme di deontologia professionale. Quelle cioè che differenziano il mestiere del giornalista dal commentatore sui social network e dall’opinionista occasionale. La verifica delle fonti, un linguaggio appropriato, il rispetto della privacy delle persone, sono le basi della professione giornalistica, alle quali andrebbero sempre aggiunte conoscenza e competenze specifiche dei temi dei quali si vuole trattare, nonché il valore aggiunto delle esperienze personali sul campo, ma sempre e comunque privilegiando il rispetto del lettore e delle persone coinvolte. Non abbiamo la pretesa che il giornalismo possa essere al giorno d’oggi completamente libero da logiche politiche e di mercato, ma sentiamo forte l’esigenza di ribadire i valori fondanti della professione che abbiamo scelto, per la quale abbiamo studiato e che difendiamo ogni giorno con il nostro lavoro. Continuando su questa strada, non possiamo certo aspettarci da parte dei lettori una comprensione dei fenomeni attuali scevra da pregiudizi, sovrastrutture e stereotipi discriminanti. Ne’ possiamo aspettarci il rispetto verso la nostra categoria, sempre più priva di credibilità. Per scelte editoriali di questo tipo pagano tutti i professionisti, compresi quelli che, lontani dalle luci del mainstream e spesso a proprie spese, continuano ogni giorno a lavorare nel rispetto delle regole. La pubblicazione di articoli di questo genere, oltre a non fornire un buon servizio di informazione ai lettori, getta discredito sull’intera categoria. Per questo motivo molti di noi hanno sentito il bisogno di sottoscrivere questo documento, che sarà la base di un esposto all’Ordine dei Giornalisti in merito all’articolo pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” e da altri apparsi su “Il Giornale” e “Libero”, che hanno fomentato in queste settimane odio, pregiudizio, islamofobia. Ma vorrebbe anche rappresentare la prima fase di un progetto condiviso di informazione approfondita e dal basso, basata sulla competenza dei temi che riguardano il mondo arabo, l’Islam e le migrazioni,che ormai da tempo vediamo raccontati in modo superficiale e approssimativo da una serie di voci che nulla hanno mai avuto a che fare con un mondo che ci riguarda tutti.

 Questo appello è rivolto anche a coloro che non sono giornalisti, ma che rivendicano il proprio diritto ad un'informazione corretta e responsabile, approfondita e al servizio del cittadino. Per firmare l’appello mandare la propria adesione all’indirizzo email perunacorrettainformazione@gmail.com Primi firmatari: • Cristiano Tinazzi – giornalista • Riccardo Cristiano – giornalista Rai • Alberto Savoldi – archeologo esperto di Medio Oriente • Chiara Comito – blogger • Francesco Peloso – giornalista • Lorenzo Declich – dottore di ricerca in islamistica • Cecilia Dalla Negra – giornalista, vicedirettore Osservatorio Iraq • Laura Silvia Battaglia – giornalista • Gaspare Urso – giornalista • Fouad Roueiha – giornalista • Valerio Evangelista – presidente Cooperativa Frontiere • Christian Elia – giornalista, condirettore QCode Mag • Joshua Evangelista – giornalista, responsabile editoriale Frontiere News • Giuliana Sgrena – giornalista, Il Manifesto • Damiano Aliprandi – giornalista, Il Garantista • Savina Tessitore – FAO, Evaluation Manager • Eva Milan – massmediologa • ‪Simone Sibilio – arabista • Riccardo Troisi – presidente Associazione Re-Orient • Pina Sodano – dottore di ricerca in Sociologia, Università Roma Tre • Giovanni Piazzese – giornalista • Alessio Marri – giornalista • Valeria Brigida – giornalista • Eugenio Dacrema – giornalista e dottorando Università di Trento‬ • ‪Antonella Appiano – giornalista e scrittrice • Andrea Teti – professore associato Aberdeen University • Andrea Milluzzi – giornalista • Stefano Romano – fotografo • Monica Ranieri – antropologa e fotografa • Linda Dorigo – fotografa • Antonella Palmieri – giornalista • Rosa Maria Di Natale – giornalista • Riccardo Bottazzo – giornalista • Teo Butturini – fotografo • Giulia Pigliucci – cooperante • Daniele Biella – giornalista • Angelo Gabrielli – imprenditore • Anna Toro – giornalista, Osservatorio Iraq • Stefano Nanni – giornalista, Osservatorio Iraq • Enzo Mangini – giornalista, Osservatorio Iraq • Karim Metref – giornalista • Carlo Maria Miele – giornalista • Enrico De Angelis – ricercatore • Nino Lisi – giornalista 22 Gennaio 2015 di:

 Osservatorio Iraq, Medio Oriente e Nordafrica conta sul sostegno dei propri lettori e delle proprie lettrici. Un contributo anche minimo ci consentirà di continuare a produrre un'informazione indipendente e libera.

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