Linda Gordon :Donne e bambini innocenti


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3 settembre 2014
Quando l’esercito serbo-bosniaco ha attaccato Srebrenica nel 1995, ha ucciso tutti gli uomini e i ragazzi più grandi, ma non le donne e i bambini. L’esercito sosteneva che poiché non avevano assassinato donne e bambini innocenti, si conformavano agli standard internazionali. Oggi i giornalisti che dimostrano qualche simpatia per la causa palestinese, tendono a mostrare l’orribile bilancio delle vittime tra “donne e bambini innocenti”, mentre gli israeliani che difendono i loro bombardamenti, incolpano Hamas della morte delle donne e dei bambini. La studiosa di scienze politiche Cynthia Enloe ha fatto riferimento a questa comune equazione di “innocenza” con donne e bambini coniando il termine “donneebambini” come un unico concetto che unito. Questa linea di pensiero e di scrittura è stata ripetuta più volte nei servizi giornalistici sulla guerra di Gaza. E’ come se il più grosso torto fatto dagli israeliani fosse stato il ”danno collaterale” tra donneebambini.
L’idea di innocenza in questo contesto ha una lunga storia, satura di concetti religiosi. Nel linguaggio della religione coloro che non sono innocenti sono peccatori. Nei termini laici della guerra moderna, i non-innocenti sono i combattenti. Si presume che i bambini siano innocenti perché non sono stati vivi abbastanza a lungo per diventare peccatori, o perché non hanno ancora una formazione completa e non sono quindi colpevoli dei loro peccati. Ma il caso dei bambini dimostra che i confini tra innocenza e colpa sono confusi, perché alcuni bambini sono combattenti. Analogamente alle donne, alcuni di loro portano e usano armi. Inoltre l’ideologia del senso comune che le donne devono essere protette dalla violenza, fa acqua da tutte le parti: la massiccia violenza contro le donne è comune in alcune guerre, e le stesse donne sono spesso sospettate di sedurre gli uomini, di collaborare con il nemico. Ma in questa guerra, forse a causa degli stereotipi occidentali sugli arabi e sull’Islam, si è dato risalto all’innocenza delle donne.
Questa versione della dicotomia innocenza-colpa basata sul sesso, non ha senso. Gli uomini per definizione non sono innocenti? Molti uomini sono non-combattenti per scelta, o perché sono vecchi o disabili. Molte donne sono combattenti, come lo erano in Vietnam e in Cina e a Cuba, e come lo sono in molti luoghi oggi. E che dire di quegli uomini e di quelle donne che non combattono, ma che appoggiano la loro parte in guerra fabbricando materiale bellico, dando da mangiare e vestendo i combattenti, facendo propaganda o attività di spionaggio? Sono forse più “innocenti” degli uomini che affrontano e che usano armi belliche? Per fare un esempio dell’America, le donne che lavoravano 24 ore su 24 costruendo navi da guerra nella II Guerra mondiale, erano più “innocenti” degli uomini che venivano chiamati alle armi?
Anche la logica dei “bambini innocenti” è problematica. Naturalmente i bambini hanno bisogno di più protezione, ma ne hanno necessità perché sono vulnerabili e di solito non possono proteggersi, non perché sono più “innocenti” della maggior parte degli adulti. Le leggi stabiliscono età arbitrarie per l’età adulta ma molte persone più giovani hanno combattuto in eserciti regolari o irregolari. Per anni i giovani americani hanno potuto fare il servizio militare prima che potessero essere considerati abbastanza responsabili per votare.
Negli attacchi di Israele a Gaza, i danni dell’etichetta ”donneebambini innocenti” funziona per oscurare il vero bilancio delle vittime palestinesi. Riguardo agli uomini, la politica israeliana sembra seguire un modello reso di recente esplicito dagli Stati Uniti. Nella guerra del Vietnam, il governo statunitense considerava la morte di ogni maschio come quella di un soldato comunista; nella odierna guerra con i droni in Pakistan, gli Stati Uniti considerano ogni maschio morto un terrorista morto. Come ha scritto il New York Times, non certo un oppositore dell’amministrazione Obama: “Il Signor Obama ha accettato un metodo contestato per contare le vittime civili che ha fatto poco per limitarlo. Esso infatti calcola come combattenti tutti i maschi in età di leva in una zona di attacchi, secondo vari funzionari dell’amministrazione, almeno che ci sia un’esplicita informazione dell’intelligence che dopo la morte dimostri la loro innocenza. Nelle discussioni continue e irrisolte sul numero e la distribuzione delle vittime di Gaza, gli israeliani tendono verso la logica americana: ogni volta che è possibile rivendicano ogni vittima di sesso maschile come un terrorista di Hamas. Questo significa che soltanto donneebambini contano come danno collaterale: nessuna cosa possa fare un uomo può assolverlo dalla colpa. Con questo ragionamento, gli israeliani devono chiedere scusa soltanto per la morte di donneebambini, gli uomini in un certo qual modo se lo meritano.
Questa linea di pensiero, ritiene che non possono esserci uomini innocenti, ed etichetta tutte le donne come innocenti. Però quell’etichetta, quando è applicata alle donne, ha un significato dispregiativo. Funziona per escludere le donne dal patriottismo e dalla cittadinanza, per negare loro la condizione di partecipanti politiche. L’innocenza significa anche ignoranza e ingenuità riguardo alle faccende del mondo, quindi quell’etichetta nega alle donne il rispetto che la loro conoscenza ed esperienza dovrebbero incutere. Oltre il fatto che alcune donne combattono, e che molte lavorano per sostenere la loro lotta, l’etichetta di innocenza le spoliticizza. “L’innocenza femminile’ è stata spesso un motivo per escludere le donne dalle discussioni di sesso, politica o denaro. Il presunto dovere degli uomini di non corrompere l’innocenza delle donne, funziona per preservare il monopolio maschile sul potere politico Se questo è ciò che significa innocenza, la maggior parte delle donne dovrebbero assolutamente rifiutare quella etichetta come offensiva e denigratoria.
Quando mettiamo insieme questa logica maschio/femmina con la logica della razza, otteniamo qualcosa di anche più nocivo. L’uso di donneebambini implica, come Maya Mikdashi ha scritto di recente, che gli uomini palestinesi e, più generalmente gli uomini arabi, sono per definizione non-innocenti – e pericolosi. Questo razzismo è una parte fondamentale del fatto che si trattano i ragazzi come uomini, negando la loro innocenza. I genitori afro-americani e di origine spagnola (ladinos) negli Stati Uniti spesso vivono nel timore di come la polizia tratterà i loro figli adolescenti. Un recente studio di sociologia ha mostrato che negli Stati Uniti i ragazzi afro-americani sono regolarmente percepiti più grandi di età dei ragazzi bianchi, rendendo quindi i ragazzi di colore più responsabili dei loro comportamenti. In Palestina, i soldati israeliani trattano abitualmente i ragazzi come uomini adulti. La prima Intifada palestinese contro l’occupazione israeliana ha coinvolto migliaia di ragazzini ( e senza dubbio delle ragazze) che lanciavano sassi ai soldati israeliani. Non erano tuttavia sempre riconosciuti come bambini, dagli israeliani che replicavano. In altre parole, proprio la nozione di chi conta come “bambino” è pervasa da ostilità razziale.
Il discorso su innocenti donneebambini innocenti oscura ulteriormente il bilancio più ampio di questa guerra. Nelle discussioni sulla proporzionalità, per esempio, il mondo dovrebbe protestare per le donneeibambini presumibilmente innocenti? Non dovremmo piuttosto incentrare la nostra attenzione su tutte le vittime? Inoltre, le donneeibambini non vivono mai a distanza dagli uomini adulti nelle loro comunità e non possono essere protette radunandole e mettendole nei rifugi; vivono in famiglia e, come in tutte le società, vivono in maniera interdipendente.
Infine, parlare delle donneebambini innocenti morti distrae l’attenzione dal danno fatto dall’occupazione stessa. Ognuno a Gaza è una vittima: di mancanza di cibo decente, di igiene, di acqua, di terra, di divertimenti, di riposo: di tutti i tipi di privazione; e soprattutto ognuno a Gaza soffre di paura e di reclusione. Questo coro di preoccupazione per la morte e le sofferenze di donneebambini non fa un favore alle donne e ai bambini.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.orgDonneebambini innocenti
Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/innocent-womenandchildren
Originale : telesurEnglish
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2014 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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