Medici per i Diritti umani: l'offensiva militare sta aggravando la crisi già in atto nel sistema...
Sempre più grave la carenza di attrezzature mediche,
di medicinali e di carburante e preoccupanti i danni agli impianti
medici, personale medico e mezzi di soccorso di emergenza. L'offensiva
sta provocando un ulteriore deterioramento del sistema sanitario
palestinese già di per se in crisi e potrebbe determinare il suo
collasso.
Tel Aviv, Roma,
11 luglio 2014 - Già seriamente deteriorate dalla crisi del sistema
sanitario - crisi definita dal Ministero della Sanità palestinese, come
la più grave dalla chiusura della Striscia di Gaza nel 2007 – le
strutture sanitarie palestinesi si trovano in questi giorni ad
affrontare ulteriori stati di emergenza con un crescente numero di
feriti che arriva ad oltre 500 finora. L' 8 di luglio il Ministero della
Salute della Striscia di Gaza ha dichiarato lo stato di emergenza
disponendo che tutte gli interventi sanitari pianificati ma non urgenti
siano sospesi, che sia alzato lo stato di emergenza in tutte le
strutture e che tutti gli operatori sanitari siano richiamati da ogni
tipo di congedo e che siano congelate ferie e permessi.
Secondo i
funzionari della Striscia di Gaza, le attrezzature mediche stanno
diventando insufficienti per garantire un adeguato funzionamento degli
ospedali. Dalle informazioni che Medici per i Diritti Umani Israele
(Physicians for Human Rights Israele - PHR Israele) ha ricevuto dai
funzionari incaricati di gestire gli approvvigionamenti a Gaza, 471 tipi
di forniture mediche di consumo, tra cui le garze, iniziano a mancare;
circa il 30% delle forniture di farmaci di base – 122 diversi tipi di
prodotti farmaceutici- non sono più disponibili e tra questi anestetici e
prodotti da infusione endovenosa.
Il personale medico di Gaza
ha testimoniato direttamente a PHR-Israele la situazione di grave crisi
che sta affrontando: l'Ospedale Shiefa - il più grande ospedale della
Striscia di Gaza, che dall'inizio dell'offensiva ha curato oltre la metà
dei feriti, si è trovato costretto a usare le forniture di emergenza
che saranno però sufficienti solo per i prossimi due giorni; lo staff
medico dell'ospedale Alodda di Jabaliya è costretto a improvvisare e
trovare alternative per i materiali di base; le equipe delle sale
operatorie hanno dovuto utilizzare filo comune da sarta al posto del
filo sterile da sutura sterilizzandolo manualmente per limitare le
infezioni.
Nei giorni scorsi PHR-Israele ha ricevuto segnalazioni
di danni agli edifici delle strutture ospedaliere e al personale
medico. L'Euoropean Gaza Hospital di Khan Younis è stato colpito due
volte negli ultimi giorni a seguito di bombardamenti aerei. Il portavoce
dell'ospedale ha riferito che l'esplosione che ha avuto luogo ieri (9
luglio 2014) nei pressi dell'ospedale ha causato gravi danni alla
struttura e il ferimento di 17 persone ricoverate tra cui donne e
bambini. A seguito dei bombardamenti sono crollati i controsoffitti in
cartongesso nel reparto di terapia intensiva, pediatria, dell'ingresso
dell'ospedale e della sala d'attesa. In altri reparti, tra cui medicina
interna, cardiologia e chirurgia pediatrica, le finestre sono andate in
frantumi coprendo di schegge di vetro tutti gli allestimenti. L'ospedale
è stato costretto ad evacuare il Dipartimento di Pediatria e a chiudere
tutti i servizi ambulatoriali.
L'organizzazione della Mezzaluna
Rossa riferisce che ieri sera alle 21:30, il pronto soccorso e il
dipartimento che gestisce il servizio di ambulanze a Jabaliya e che
serve una popolazione di circa 350.000 persone, è stato colpito da
bombardamenti aerei. Dodici tra medici e volontari sono rimasti feriti e
tre di loro sono stati ricoverati per ricevere ulteriori trattamenti
mentre gli altri sono già rientrati in servizio. Tre ambulanze su otto
sono state gravemente danneggiate e non possono più essere utilizzate. I
gravi danno subiti dalla struttura hanno indotto alla chiusura di tutti
i servizi erogati che verranno da adesso parzialmente forniti ai
residenti direttamente dalla città di Gaza.
Ieri (9 luglio
2014), PMRS (Palestinian Medical Relief Society), un' organizzazione di
volontariato che opera in ambito sanitario, ha riferito di gravi danni
subiti dal Centro Medico dell'organizzazione che si trova a Beit Hanoun a
seguito di pesanti bombardamenti avvenuti nella zona. La notte stessa
la linea di emergenza civile (101), che consente l’arrivo delle squadre
di soccorso, è stata tagliata.
Oltre ad aggravare la situazione
del sistema sanitario palestinese, ormai vicino al collasso, e a
provocare ingenti danni strutturali a molti centri medici, i
bombardamenti stanno rendendo sempre piu difficile l’approvvigionamento
di gasolio necessario per il funzionamento degli ospedali di Gaza. La
carenza di gasolio ovviamente si ripercuote anche sui soccorsi in
emergenza e in particolare sull’ autonomia e possibilità di movimento di
ambulanze sul territorio: ad oggi il Ministero della Sanità palestinese
si è già visto costretto a ridurre del 50% gli interventi dei mezzi di
soccorso. Più di due settimane fa lo stesso Ministero aveva avvertito
che le riserve di carburante stavano diminuendo e che il carburante
disponibili avrebbe coperto solo il 20% delle richieste.
I danni
agli ospedali e ai centri medici e i pesanti bombardamenti aerei
rappresentano una minaccia all'incolumità dei medici e dei pazienti,
violano il principio di neutralità dell'assistenza medica e ignorano la
speciale protezione accordata alle squadre di soccorso sulla base del
loro status e del ruolo vitale che ricoprono in questa emergenza
sanitaria. Qualora la situazione dovesse continuare ad aggravarsi,
potrebbe essere messa in serie discussione la possibilità dei medici di
continuare a prestare servizio per salvare vite umane.
PHR-Israele chiede che lo Stato di Israele fermi l'offensiva militare e
qualsiasi attacco diretto o in prossimità delle strutture e
infrastrutture mediche e delle squadre mediche e di soccorso.
"Seriamente preoccupati per la vita e il benessere di tutti i residenti
della zona, facciamo un appello allo Stato di Israele: fermate i
bombardamenti e ogni sorta di incitamento alla violenza. Non volgiamo
più vittime e feriti. Date priorità alla vita, alla salute e ai diritti
di tutti gli esseri umani. Fermate le operazioni militari che stanno
causando soltanto distruzioni e un crescente senso di vendetta. Non in
nostro nome deve proseguire la distruzione. E' giunto il momento di
dirottare le risorse e le energie impiegate per fare la guerra, per
porre fine all'occupazione e sposare una nuova visione della realtà”.
Per ulteriori informazioni: Lital Grossman, Spokeswoman, Physicians for Human Rights - Israel 052-3112136 media@phr.org.il
Ufficio stampa MEDU – 3343929765 / 0697844892
Medici per i Diritti Umani (MEDU) e Physicians for Human Rights –
Israele, organizzazioni partner, fanno parte dell'International
Federation of Health and Human Rights Organisations (IFHHRO) e
collaborano dal 2009 in progetti sanitari nei Territori occupati
palestinesi insieme all'organizzazione palestinese Palestinian Medical
Relief Society.
I comunicati e gli aggiornamenti in italiano di
Medici per i Diritti Umani Israele (Physicians for Human Rights
Israele) sulla situazione a Gaza e in Israele sono reperibili sul sito e
sui social network di Medici per i Diritti Umani (MEDU).
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