Vogliono andare in Europa, ma da Israele li portano in Cambogia, Thalilandia o Vietnam
Pubblichiamo questo articolo tratto dal giornale on line Popoli,
il mensile internazionale dei gesuiti italiani. Le restrizioni del
governo di Gerusalemme. Nelle mani dei trafficanti israeliai, eritrei,
sudanesi. Sei mila dollari a persona per chi fugge da Eritrea, Somalia e
Sudan
Seimila dollari ai trafficanti israelliani.
Così una cinquantina di loro, in Israele da alcuni anni ma senza
permesso di soggiorno, hanno deciso di affidarsi a trafficanti
israeliani. Questi hanno promesso agli immigrati (che hanno pagato circa
seimila dollari) di portarli in Europa o in Australia. Invece li hanno
imbarcanti su voli verso Cambogia, Thailandia e Vietnam. "Se Cambogia e
Thailandia li hanno accolti - continua Alganesh -, il Vietnam li ha
espulsi e ora si trovano all'aeroporto in attesa di sapere dove possono
essere mandati. Io continuo a chiedere ai Paesi occidentali di creare
corridoi umanitari che permettano a questi ragazzi di emigrare senza
rischi. Ma su questo fronte non succede nulla e i ragazzi continuano non
solo a essere ingannati da trafficanti senza scrupoli, ma anche a
rischiare la vita". Lungo la rotta classica migliaia di morti. Intanto, dal Corno d'Africa eritrei, somali, etiopi e sudanesi continuano a fuggire. La maggior parte di essi segue la rotta classica che, attraverso il Sudan, li porta in Libia e poi in Italia. "È una rotta molto battuta - continua Alganesh - e i trafficanti sono perlopiù eritrei in combutta con sudanesi e libici. Moltissimi migranti muoiono nella dura attraversata del deserto. Altri nel tratto di mare tra la Libia e Lampedusa. Non ci sono stime dei morti, ma sono nell'ordine delle migliaia". Sembra arrestarsi il flusso verso il Sinai. A scoraggiare i migranti, più che il muro costruito da Israele al confine con l'Egitto, è il pericolo del rimpatrio e il rischio di cadere nelle mani dei trafficanti beduini. "Negli ultimi mesi - spiega Alganesh - l'esercito egiziano ha condotto operazioni su vasta scala per riportare l'ordine nel Sinai. Al Cairo non interessava reprimere il traffico di esseri umani quanto contenere la minaccia del fondamentalismo islamico. Le operazioni hanno portato al bombardamento di alcune basi dei beduini e all'arresto di molti di essi. Quindi anche il traffico di esseri umani ne ha risentito parecchio. Attualmente non più di una trentina di migranti sono nelle mani dei beduini. Mentre 150 sono nelle carceri egiziane con l'accusa di immigrazione illegale". Le alternative: dalla Nigeria in Sud America o negli Usa. Chiuse le porte del Sinai, rischiosa la rotta verso la Libia, i migranti cercano alternative. Piccoli gruppi si stanno spostando dall'Est verso l'Ovest dell'Africa. L'obiettivo è raggiungere la Nigeria e da lì il Sudamerica e poi gli Stati Uniti. "Sono ancora piccoli gruppi - conclude Alganesh -, ma stanno tracciando un nuovo percorso. La disperazione non può essere arginata. Chiusa una rotta, se ne cerca un'altra". * Articolo tratto da Popoli il mensile dei gesuiti italianip Ebook Le comunichiamo che... di Giuseppe Di Somma Vogliono andare in Europa, ma da Israele li portano in Cambogia ... | ||||||
- Ottieni link
- Altre app
Commenti
Posta un commento