Gideon Levy: solo la pace può indebolire l'Iran

Sintesi personale                    Subito dopo la stagione delle elezioni per il congresso degli Stati Uniti, e subito prima di quella delle presidenziali americane, si apre una brevissima finestra di opportunità per prendere decisioni importanti. E probabilmente saranno molti i rischi da affrontare.All’ordine del giorno, come al solito, ci sono un attacco alle istallazioni nucleari iraniane e il “processo di pace” con i palestinesi. Di quest’ultimo non se n’è fatto nulla, ma per una volta perfino il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe voglia di prendere una decisione, di “entrare nella storia” e di liberarsi una volta per tutte di quella rogna dei due stati e del blocco degli insediamenti. Anche il ministro della difesa Ehud Barak vorrebbe la stessa cosa.I prossimi mesi saranno difficili e all’orizzonte si profilano catastrofi. Per Netanyahu e per Barak la decisione più facile sarebbe bombardare gli impianti nucleari iraniani. Questa mossa potrebbe riuscire ancora una volta, come tanti anni fa in Iraq, ma sarebbe anche stavolta un successo apparente. Invece un fallimento sarebbe un disastro, e le conseguenze del giorno dopo potrebbero essere tante, tutte degne di un film dell’orrore.L’Iran è pericoloso e un Iran bombardato sarebbe ancor più pericoloso. Il regime iraniano è stabile e dopo un bombardamento sarebbe ancora più stabile. Chi vuole rafforzarlo non deve far altro che bombardarlo. Chi vuole spingere il popolo iraniano a stringersi ancora di più intorno ai suoi leader lanci pure avvertimenti e attacchi. Chi vuole spronare ancora di più Teheran a procurarsi la bomba atomica deve solo continuare a minacciarla.Perfino l’ultimo degli ayatollah sa la verità: se l’Afghanistan o l’Iraq avessero avuto la bomba atomica, gli Stati Uniti non si sarebbero azzardati a invaderli e i loro regimi sarebbero ancora in piedi. L’ultimo degli ayatollah sa anche che inveire contro chi occupa le terre palestinesi è il miglior modo per tenere in piedi il regime. Così come, in Israele, anche l’ultimo degli esperti sa che bombardare l’Iran servirebbe solo a rinviare di qualche anno la messa a punto della bomba atomica.Invece chi vuole davvero indebolire l’Iran, isolarlo e neutralizzare anche solo in parte il pericolo che rappresenta dovrebbe prendere un’altra strada. C’è un unico modo per scongiurare la minaccia dell’atomica iraniana: fare la pace. Suona talmente semplice – e irrealistico – da essere irritante. Proviamo a immaginare che Israele risponda alle insistenti proposte di pace della Siria, accetti questa sfida e firmi con Damasco un trattato di pace. Così Teheran perderebbe un alleato strategico, Damasco appunto, mentre gli israeliani ne recupererebbero un altro, la Turchia. E su Israele scenderebbe la pace.Ma si possono immaginare sviluppi ancor più sconvolgenti: Israele mette fine all’occupazione dei Territori e raggiunge un accordo di pace con i palestinesi. Così l’Iran perde il suo pretesto più forte per aggredire lo stato ebraico. Perché se i palestinesi si mettessero d’accordo con Israele, cosa mai potrebbe dire il presidente iraniano Ahmadinejad? Chi gli darebbe più ascolto se Nablus, Gaza, Hebron e metà di Gerusalemme diventassero territori sovrani e la Lega araba dichiarasse la pace? Quanti consensi potrebbe mettere insieme se restasse privo di questi pretesti per i suoi attacchi e si ritrovasse di fronte a un nuovo Medio Oriente quasi da solo, cioè con al fianco unicamente Hezbollah in Libano e la Jihad islamica e forse Hamas in Palestina?A quel punto, l’Iran finirebbe isolato e ridicolo com’era un tempo la Libia di Gheddafi: ma dopo – come la Libia di oggi – tornerebbe a essere accettato e ascoltato.
Vi sembra troppo semplicistico? Sarà. Ma le alternative “complesse” e “realistiche” sono più irrealistiche e più rischiose. La cosa più pericolosa che è successa in Israele negli ultimi anni è la perdita della razionalità. Da tempo, ormai, Israele non capisce più quali sono i suoi veri interessi. E le sue decisioni sono spesso controproducenti e dannose come un “fuoco amico”La stagione delle decisioni incombe e a prenderle dovranno essere soprattutto due uomini, Benjamin Netanyahu e Barack Obama. Se dal primo non ci aspettavamo nulla, dal secondo siamo rimasti delusi. Ma non è ancora detta l’ultima parola.Il presidente degli Stati Uniti ha il potere di impedire che Israele bombardi l’Iran e di fare pressione perché scelga un’altra strada. E questo Obama lo deve a Israele e alla sicurezza del mondo. Quanto a Neta-nyahu, a suo credito va detto che non ha mai condotto il paese in guerra, cosa rara per un premier israeliano. Gli conviene continuare così.La storia di Israele è piena di annunci grandiosi di anni “decisivi”, che molto spesso si sono rivelati occasioni perdute. Ma la stagione delle decisioni che si apre oggi potrebbe essere una stagione di catastrofi.


2  DOMENICA 15 FEBBRAIO 2009   Gideon Levy: Israele non pensi a bombardare l'Iran
sintesi personale   Gli Israeliani hanno imparato a giudicare l' Iran in base alle minacce del suo presidente Mahmoud Ahmadinejad. Anche se la loro impressione è parzialmente corretta,l'Iran non è solo  Ahmadinejads, anche se egli è al potere. Si deve leggere l'articolo sul  New York Times di  Roger Cohen, che  ,visitando  questo Paese, ha capito esattamente ciò che sta succedendo e  ha   concluso : "L'America   deve ripensare all'Iran." In un intervista radio negli Stati Uniti,alla quale ho partecipato anch'io , Cohen ha cercato di spiegare che la leadership di Teheran non è pazza. estremista , forse, ma non pazza.; la realtà iraniana è molto più complessa e sfaccettata di quanto  gli americani e gli israeliani possano pensare e l'idea di  bombardare gli impianti nucleari è sciocca. Il disgelo tra Usa e Iran è un segnale positivo in grado di neutralizzare qualsiasi bomba Ora è necessario concedere una reale possibilità ai nuovi venti tra Washington e Teheran, ed evitare di creare tensioni con dichiarazioni bellicose e di  belligerante retorica  Anche  se gli sforzi diplomatici non dovessero   aver successo  sarebbe meglio per Israele  ipotizzare l'idea che l'Iran possa far parte del club atomico come : Israele, India Pakistan ed altri E' più importante  che  Israele cessi di pensare alla forza come unica soluzione  per  risolvere ogni problema: hamas non ci piace? lo abbattiamo con l'opzione militare La Siria e l'Iran hanno reattori? noi li bombardiamo . Imad Mughniyeh è pericoloso? noi lo assassiniamo.  Qualche volta tale opzione può funzionare, ma  non con l'Iran. Quando è stato chiesto a un sostenitore dell'attacco : cosa  accadrebbe se Teheran ricostruisse il suo arsenale, la risposta è stata " Bombarderemo di nuovo".Un bombardamento ogni 4 o 5 anni?  Questa è una politica pericolosa  per un paese che dovrebbe cominciare a vivere  in un sistema   senza sguainare sempre la spada: non si può cambiare il pericolo costituito dalle minacce dei nostri vicini   facendo ricorso  solo  all'esercito  per neutralizzarle Anche l'Iran, considerata da noi satanica,sarebbe meno pericolosa  se negoziassimo la pace con i siriani e i palestinesi,garantendo a tutti noi maggiore sicurezza Se Netanyahu effettivamente dovesse diventare  primo ministro, dobbiamo  sostituire ai toni minacciosi del passato questo  invito al Presidente  Usa : "Parlare con l'Iran, per la sicurezza di Israele e del mondo." Gideon Levy: Israel mustn't think about bombing Iran





3  LUNEDÌ 7 LUGLIO 2008   Gideon Levy: Israele preferisce i bombardamenti all'Iran al  piano saudita

Articolo   SINTESI personale (solo elementi essenziali per me)


Ogni volta che qualche paese del Medio Oriente tenta di ottenere armi nucleari, Israele lo bombarda . Al di là della questione che a noi è permesso ciò che è proibito ad altri e che ciò che è sicuro nelle nostre mani è pericoloso nelle mani altrui, questo tipo di condotta porterà alla catastrofe. Dopo l' Iraq e la Siria, ora sembra che puntiamo all' 'Iran. Questa operazione potrà aver successo ,ma niente dura eternamente.Continuare a bombardare non aiuterà Israele ad affermarsi in MO,ma nessuno va ad di là del domani.Si dovrebbe ora discutere delle possibilità e, soprattutto, dei rischi, di un attacco contro l'Iran. Noi di solito discutiamo di ciò a posteriori, quando ormai è troppo tardii.Oltre i nostri esperti di sicurezza, dovremmo anche ascoltare Hans Blix, l'ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica,Egli in una intervista con Yedioth Ahronoth ha avvertito che, un attacco israeliano infiammerà tutto il MO,che la Siria ha capacità nucleari rudimentale , che l'attacco al reattore in Iraq è stata inutile, e soprattutto, che il governo iraniano potrebbe rinunciare alla bomba per vie diplomatiche.Il diplomatico svedese ritiene che se la comunità internazionale offrisse garanzie di sicurezza all'Iran e lo considerasse come membro della stessa,, come è stato fatto per la Corea del Nord, non vi sarebbe alcuna bomba. Questo non è stato fatto . La comunità internazionale sta attuando una politica di minacce e di sanzioni, L'Air Force israeliana sta già conducendo esercitazioni,, per la prossima avventura pericolose. . Che cosa succederà quando l'Egitto vorrà una bomba? E Arabia Saudita, la Giordania,la Siria, l' Iraq,la Turchia ? Vivremo sempre di bombardamenti ?Israele potrà garantire la sua esistenza e sicurezza solo quando verrà accettata dalla regione, Israele ha ignorato con intollerabile arroganza. il piano saudita Il nostro sforzo nazionale continua ad essere finalizzato al rafforzamento militare Nulla è stato fatto nulla nella direzione opposta: Immaginate la pace con i palestinesi, i siriani e la maggior parte del mondo arabo. Mahmoud Ahmadinejad avrebbe il coraggio di continuare a minacciarci ? Con quale pretesto ? Immaginate che Israele annunci di voler attaccare l'Iran solo quando saranno esaurite le altre opzioni e contemporaneamente inviti l'Occidente a parlare con l'Iran . E' irreale? Non potremmo in questo modo ridurre il pericolo? Dopo tutto, l'Iran ha finora dimostrato di essere un paese razionale, non folle. Noi ci rifiutiamo di pagare il prezzo della pace; continuiamo a preferire il prezzo della guerra . Ma questa volta il prezzo potrebbe essere particolarmente pesante La piromania di Israele ha raggiunto il punto più pericoloso a fronte della piromania iraniana , proprio nel momento in cui un'alternativa è possibile 

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