Mappa del turismo Israeliano cancella e scolora i confini. Protesta


1In una sentenza non vincolante, il Comitato del codice sulla pubblicità ha riferito che il materiale distribuito dalla filiale olandese dell’ufficio nazionale del turismo israeliano non “mostra con chiarezza dove si trovano i confini tra quelli che sono internazionalmente riconosciuti come territori israeliani e le aree “contese”. Attivisti filo-palestinesi si sono lamentati del fatto che le mappe danno l’impressione che parti dei territori palestinesi della West Bank e di Gerusalemme Est siano in Israele e lo stesso vale per le Alture del Golan prese alla Siria. La sentenza, che non può essere oggetto di ricorso, non ha nell’immediato alcun effetto pratico, e la commissione non può obbligare l’ente del turismo israeliano a ritirare la pubblicità. Ma ciò dà un contributo alla critica internazionale dell’occupazione israeliana, nel momento in cui sono in atto negoziati di pace con i palestinesi sulla futura determinazione dei territori. All’inizio di questo mese, un gruppo di sindaci provenienti da Israele ha cancellato il viaggio nei Paesi Bassi dopo che erano state sollevate delle obiezioni in quanto la delegazione comprendeva sindaci di colonie ebraiche nella West Bank.. Giovedì, Phon van den Biesen, un avvocato che rappresenta gli attivisti, ha dichiarato che, in base alla sentenza, Israele dovrebbe cambiare il suo materiale pubblicitario. Ha sostenuto che il materiale israeliano faceva promozione di città nei territori occupati, come se Bethlehem facesse parte di Israele. “E’ come invitare i vostri amici ad un party a casa vostra, mentre di fatto li state invitando nella casa dei vostri vicini che nulla avevano a che fare con l’invito,” ha affermato Phon van den Biesen. A Gerusalemme, il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, Ygal Palmor, ha respinto la critica. “Se volete fare una lettura politica delle campagne turistiche, o solo pubblicità commerciale, troverete sempre delle ambiguità,” ha detto.”La situazione è ambigua, e chiunque possiede una conoscenza di base della situazione di qui, sa che costituisce parte del problema, che è il motivo per cui abbiamo la necessità di un trattato di pace che potrebbe metter fine, per quanto possibile, alle ambiguità.” Ha fatto notare anche che la pubblicità di un luogo come facente parte della “terra di Israele” rappresenta un termine geografico di tipo biblico, e non un’affermazione politica. Non è la prima volta che i tentativi di Israele di attirare turisti sono entrati in conflitto con le autorità degli standard pubblicitari. Lo scorso anno, una commissione britannica per la vigilanza della pubblicità ha dichiarato che un manifesto del turismo israeliano non avrebbe potuto essere esposto in quanto esso suggeriva l’idea che la West Bank e la Striscia di Gaza facessero parte di Israele.L’Autorità Palestinese sostenuta dai paesi occidentali ha giurisdizione sulla maggior parte delle città e degli agglomerati della West Bank, ma le forze israeliane ne mantengono il controllo globale. Israele si è impossessato della West Bank – una striscia di territorio collinare incuneata tra Israele e la Giordania – dalla Giordania nel 1967, durante la Guerra dei Sei Giorni. I palestinesi vogliono che il territorio, come pure Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza, costituiscano il loro futuro stato indipendente. Parti della West Bank sono considerate come il cuore biblico degli ebrei, in modo particolare Hebron, dove i devoti credono che si sia stabilito il profeta Abramo e dove egli fu sepolto insieme alla moglie Sarah. Immagini "fuorvianti" della pubblicità israeliana(tradotto da mariano mingarelli)
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/dutch-watchdog-criticizes-israeli-tourism-website-for-blurring-borders-1.316495

2  Il ministero del turismo israeliano cancella la Palestina I negoziati indiretti tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese sono ricominciati domenica, ma già si sono registrati i primi disaccordi sui nuovi insediamenti a Gerusalemme Est.La questione dei territori e dei loro confini è un tasto molto delicato per entrambe le parti. Di solito era ai palestinesi che si chiedeva, come segnale di una sincera volontà di pace, di riconoscere lo stato d’Israele. E, simbolicamente, di cambiare i libri di testo e le mappe che ne negavano l’esistenza.Ma evidentemente quello delle frontiere è un punto dolente anche per Israele, fa notare Daoud Kuttab su Ha’aretz. Lo testimonia la mappa del ministero del turismo israeliano, in cui la Cisgiordania non esiste, ci sono solo la Giudea e la Samaria. Anche qui, i simboli sono importanti.Il ministero del turismo israeliano cancella la Palestina 2 Le mappe del ministero del Turismo israeliano hanno 'cancellato' la Cisgiordania, al posto della quale appaiono i territori di “Giudea e Samaria”: a rilevare, polemicamente, la scomparsa di quel che resta della Palestina è Daoud Kuttab, scrittore e docente di giornalismo palestinese alla celebre “Princeton University” , in un articolo pubblicato dal quotidiano israeliano “Ha’aretz”. Proprio mentre i negoziati israelo-palestinesi stanno per riprendere sotto l’egida degli Stati Uniti, sottolinea Kuttab, la questione delle frontiere torna a manifestarsi, dimostrando con evidenza i pregiudizi e la distanza delle posizioni da conciliare. “Di solito – evidenzia Kuttab - era ai palestinesi che si chiedeva, come segnale di una sincera volontà di pace, di riconoscere lo stato d’Israele. E, simbolicamente, di cambiare i libri di testo e le mappe che ne negavano l’esistenza”. Ma oggi, davanti alle cartine geografiche pubblicate dal ministero israeliano, “è evidente l’intenzione di cancellare qualsiasi presenza palestinese dal territorio”. Accettare la tesi israeliana che si tratti di questione “puramente simbolica” è difficile, aggiunge lo scrittore, “in un conflitto e una regione in cui i simboli da sempre rivestono importanza capitale”.[AdL]http://www.misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=272223

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