L'Europa dell'odio , la paura dell'Islam di Davide Scalenghe
“Un viaggio al centro del Vecchio Continente per capire se l'ondata di nazionalismo che attraversa [l'Europa] sia tutto sommato necessaria per proteggerci dai pericoli di un'Europa che forse ha troppa fretta di allargare i propri confini o se, al contrario, è un fenomeno che rischia di mettere in bilico le fondamenta della democrazia e del nostro voler vivere insieme”. Questa l'introduzione di Davide Scalenghe, produttore esecutivo di Current, che accoglie i telespettatori all'inizio del servizio da lui realizzato per Vanguard Internazionale “Islam, la paura dell'Europa”. Le sette puntate di l'Europa dell'Odio “sono un percorso attraverso i diritti umani – ha raccontato Scalenghe parlando del suo progetto – e non perchè io sia un paladino dei diritti umani ma, per quello che è stato il mio percorso professionale, era importante capire fino a che punto possiamo esigere, quanto possiamo dare, quanto possiamo chiedere allo Stato in questo campo”. E così uno dei temi scelti – accanto all'omofobia, ai Rom, all'esclusione delle periferie, etc -, per l'interesse che suscita e la sua attualità, è stato quello dell'IslamofobiaSono andato in vari Paesi europei per questo ciclo, ne ho visitati dieci per mettere a confronto le realtà che si incontrano. Ho trovato un'Europa estremamente spaccata - ha confessato Scalenghe – dove la maggior parte della gente che ho intervistato non ha nessuna fiducia nell'Europa, la guarda con disdegno osservando un 'magna magna' che non aiuta né protegge i cittadini”. Quindi niente sentire europeo di cui si parla tanto e che gran parte dei politici auspicano. Interessi nazionali, e sempre più nazionalistici, sembrano fare la parte del leone, soprattutto nei paesi dell'Est. “Sono paesi che non si sono ancora adagiati sulla loro grassa ricchezza e in cui la generazione adulta vive ancora contorta fra il passato comunista e il futuro. Ancora non sono intellettualmente pronti a cambiare il concetto di nazione in nome del bene comune”. Per parlare di Islamofobia però, niente Est né Nord Europa. La scelta di Current è ricaduta su cinque paesi di cui ascoltiamo parlare più facilmente quando si tratta di relazioni con le comunità musulmane o di difficoltà nel campo della coesione sociale: Francia, Germania, Belgio, Gran Bretagna e Italia. Dagli Apache parigini che prendono il nome dagli apache americani, come si sente nell'inchiesta, perchè “siamo dentro delle riserve, noi ci sentiamo come loro […] schiavi a casa nostra”, al British National Party in Gran Bretagna, partito che ha due deputati nell'europarlamento, passando anche attraverso l'ultranazionalismo di matrice turca dei Lupi Grigi in Germania. Il viaggio di Davide Scalenghe porta il giornalista a farsi un'idea riguardo a questa Europa dell'Odio. “La mia opinione è quella di qualcuno che non è esperto né di Islam né di politica. Secondo me l'Occidente in generale, e qui intendo l'Europa storicamente capitalista e il Nord America, sta attraversando una crisi morale. Sono 3000 anni che dettiamo legge e stiamo seduti sugli allori, fiduciosi di essere al top perchè lo siamo da sempre. I Mondiali di calcio – ha continuato il produttore esecutivo di Current – sono un ottimo esempio per vedere che stiamo invecchiando e che non abbiamo più voglia di lottare. Ci sono invece altri paesi che ne hanno una voglia matta, che vogliono mettersi in mostra, che hanno un progressismo che noi non abbiamo più”. Questo cambiamento in atto nel Vecchio Continente ha le sue conseguenze nel rapporto con alcune minoranze al suo interno e qui torniamo al processo che, secondo il giornalista, è alla base dell'Islamofobia. “Ci limitiamo a cercare di proteggerci e dobbiamo trovare una percora nera da combattere. E l'Islam considerando che Osama bin Laden era musulmano, e noi facciamo di tutta l'erba un fascio, è una buona opzione. Gli individui possono essere superconnessi attraverso i social network ma lo spazio per la felicità e l'individualità diminuisce. Così – ha concluso il giornalista – la si cerca semmai andando contro qualcuno e cercando di sentirsi più gruppo”l nazionalismo crescente fa parte del tentativo di definire un'identità sempre più confusa per la quale il passaggio da una società un tempo religiosa a una in cui la religione è sempre più assenteista diventa il punto focale secondo Scalenghe. E per quanto riguarda l'Italia? Abbiamo qualche primato nel campo dell'Islamofobia? “No, non è la mia impressione. L'italiano medio è molto tollerante anche se le notizie che vengono riportate dai media sono in maggioranza negative. In Germania ho percepito un accanimento nettamente maggiore”. Nel video viene riportata un'intervista a Giulio Tam, sacerdote legato a Forza Nuova sospeso a divinis dal magistero. Parla dell'invasione religiosa: “è un piano diretto da forze mondiali anti-cristiane di farci invadere da popolazioni che non hanno niente a che fare con la nostra civiltà e farci sparire”. E' l'unica intervista dell'inchiesta per quanto riguarda l'Italia. “In Italia – ha commentato Scalenghe – non puoi non parlare della Chiesa”. Tirando le somme, un'Europa con crisi identitarie e che si sente poco Europa. Fortunatamente almeno, secondo il giornalista, neanche per il sentimento islamofobo c'è una tendenza comune europea. Speriamo allora che non sia la prima cosa a farci sentire europei unitiIslam, la paura di quell'Europa poco europea. Intervista a Davide Scalenghe
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