Titolo: «La guerra sporca di Gaza. L'ordine era sparare a tutto ciò che si muoveva»


Unità : 15/05/2010,
So che c’è chi ci considera dei traditori, dei venduti al nemico. Ero orgoglioso di vestire la divisa di Tsahal e di difendere il mio Paese. Maquello a cui ho assistito è qualcosa che va contro ciò in cui credevo. E se fossi rimasto in silenzio, allora sì che mi sarei sentitoun traditore...». Aron ha 24 anni ed ha combattuto in un reparto di élite dell’Idf (l’esercito dello Stato ebraico) durante l’operazione «Piombo Fuso» condotta dalle armate israeliane a Gaza. Aron è a conoscenza delle denunce di associazioni umanitarie internazionali sull’uso di armi non convenzionali a Gaza. «Qualcosa circolava tra noi al riguardo - dice a l’Unità - ma chi provava a saperne di più veniva subito zittito». Le considerazioni di Aron riportano a quanto denunciato in un libretto dall’organizzazione Breaking the silence, organizzazione di veterani israeliani che dal 2004 raccoglie testimonianze dei colleghi sugli abusicommessi dall’esercito nei Territori Occupati. Tutte le 54 testimonianze raccolte sono anonime. Esse mettono in luce la facilità con cui si sono distrutte case e moschee, anche se non erano obiettivi militari; l’uso di bombe al fosforo in zone popolate da civili; l’uccisione di vittime innocenti; la distruzione di proprietà private; regole vaghe su cosa fare di fronte ai palestinesi, che ha permesso un uso spropositato delle armi da fuoco per uccidere. Mikhael Mankin di Breaking the silence afferma che «le testimonianze provano che ilmodoimmorale in cui la guerra è stata condotta è dipeso dal sistema in atto, più che dagli individui». Fosforo banco 1 Testimonianza: Che cos’era la storia dell’uso di bombe di mortaio al fosforo bianco? Il comandante della compagnia dà al comandante del plotone che ha il mortaio un obiettivo e gli ordina di fare fuoco. Che cosa c’era, lo sa? Un obiettivo. Li definiscono obiettivi. Non so veramente dire cosa fosse. Qualche volta si sentiva alla radio: «Via libera, fosforo nell’aria». Tutto qua. Non mi ricordo se venisse confermato dal comandante della compagnia, ma so anche di un ufficiale che sparò senza chiedere l’autorizzazione. Perché sparare fosforo? Perché è divertente. Fantastico. Professionalmente avete del fosforo da usare contro queste minacce? Non so a quale scopo sia usato. Ne stavo proprio parlando ieri. Non capisco come queste munizioni siano tra i nostri rifornimenti se poi non dobbiamo usarle. È ridicolo» Fosforo bianco 2 Poi siamo ritornati a nord, a circa 500 metri dal recinto, e siamo rimasti là di guardia tutta la notte. Non abbiamo visto niente di speciale. Il giorno dopo siamo tornati alla base per prendere nuovi ordini della missione e siamo stati di nuovo assegnati ad un’unità del battaglione *** con cui siamo entrati. Abbiamo camminato con loro sulla spiaggia e abbiamo visto tutte le bombe al fosforo bianco di cui le ho detto, abbiamo visto vetri sulla sabbia. Può descriverlo? Che cosa ha visto?Camminilungo la sabbia e senti questo scricchiolio di qualcosa che viene frantumato. Abbiamo guardato per terra e abbiamo visto delle cose che sembravano frammenti di migliaia di bottiglie di vetro rotte. Che colore avevano? Marrone sporco. Ne ha visto dei resti da altre parti nelle vicinanze? C’era un’area di circa 200-300 metri quadrati di sabbia vetrosa come quella. Abbiamo capito che veniva dal fosforo bianco ed è stato sconvolgente. Perché? Perché durante l’addestramento si impara che il fosforo bianco non si usa, e si impara che non è umano. Si vedono dei film e si vede quello che fa alla gente che ne è colpita, e ti dici “Ecco, è quello che stiamo facendo”. Non è quello che miaspettavo di vedere. Fino a quel momento, avevo pensato di appartenere all’esercito più umano del mondo....». Fosforobianco3Lì è stato senz’altro usato del fosforo bianco, l’ho visto e non ci si può sbagliare, si vedono proprio degli ombrelli infiammati. «È successo qualcosa di nuovo nell’Operazione Piombo Fuso a Gaza, qualcosa che non era mai accaduto», ribadisce Yehuda Shaul, 26 anni, uno dei fondatori di Breaking the Silence. «Non ho mai sentito storie comequeste. L’aggressività dei comandanti, l’uso massiccio dell’artiglieria in un’area urbana, la scomparsa della distinzione tra civili e combattenti. Sono entrati a Gaza senza regole d’ingaggio. Si sparava a tutto ciò che si muoveva e che non si muoveva. Ci sono testimonianze sulla demolizione di massa di abitazioni senza che ce ne fossero necessità operative». Un soldato che operò al cannone di un carro armato al nord est della frangia spiega che se dovevano girare e non c’era visibilità «si sparavano dodici bombe alle case intorno e si continuava». In due settimane di offensiva dice di aver sparato 50 bombe, 32 casse di munizioni da mitragliatrice media (più di 7.000 colpi), 20 colpi di mortaio da 60mm e 300 cariche da mitragliatrice pesante Browning 0.5. «E questo è solo un carro: ce n’erano più di duecento», aggiunge. Unascalacompletamente diversa. Lei ha servito nell’esercito a Gaza per anni, è stata una distruzione in qualche modo simile a quelle che ha conosciuto prima? No, nelmodopiù assoluto. Si è trattato di una scala completamente diversa. Questa è stata una potenza di fuoco come non ne ho mai conosciuto. Non posso dire che quando ero a Gaza non si fosse usata l’aviazione. Ma no, la terra non tremava di continuo. Voglio dire, c’erano tutto il tempo esplosioni. Se fossero lontane o vicine, questa è già semantica. Ma la nostra sensazione di fondo era che la terra tremasse costantemente. Si sentivano tutto il giorno esplosioni, la notte era piena di bagliori, un’intensità che non avevo mai provato prima. Molti bulldozer D-9 operavano 24 ore su 24, erano costantemente occupati. Questa è stata una scala di intensità molto diversa da quelle conosciute prima. Molto più grande... Guardi, quando ci sparavano, non vedevamo veramente il nemico con i nostri occhi. D’altra parte, ci sparavano e noi rispondevamo al fuoco verso punti sospetti. Che cos’è un punto sospetto? Significa che decidevi che era sospetto e potevi riversargli addosso tutta la tua rabbia». Una rabbia «non convenzionale». Come le armi utilizzate. I vertici politiciemilitari israelianihanno contestato queste affermazioni e proposto controdeduzioni. Ma la forza di una democrazia - e quella israeliana è tale - sta nel non chiudere gli occhi di fronte alle pagine più nere, alle denunce più gravi. «La risposta ai razzi Qassam è stata sproporzionata e le testimonianze dei soldati non fanno che dimostrare quanto brutale fosse la situazione sul campo», rileva Valentina Azarov. esperta legale di HaMoked, il Centro per la Difesa dell’Individuo associazione dei dirittiumani con sede a Gerusalemme Est.

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