Omicidi mirati l'Alta Corte di Israele pone ferrei limiti



Editoriale di Haaretz, 18 dicembre 2006

La sentenza dell’Alta Corte di Giustizia sulla legalità degli omicidi mirati non da carta bianca a questi assassini, ne’ aiuta le forze di sicurezza israeliane a compierli. Li rende anzi più difficili, considerato che la decisione fissa per la prima volta ferree regole che rendono gli omicidi mirati un’eccezione che deve essere usata con misura Chi si occupa di sicurezza dovrebbe leggere almeno le ultime tre pagine della sentenza, scritta dal presidente della Corte Suprema Dorit Beinisch. Esse contengono una chiara definizione di ciò che è permesso e ciò che è proibito, in pratica un sommario degli argomenti discussi a lungo dall’ex presidente della Corte Suprema Aharon Barak. Nonostante l’Alta Corte non abbia accolto la richiesta di mettere fuori legge gli omicidi mirati, le direttive stabilite assicurano che ogni omicidio che vada oltre questi limiti venga sottoposto al vaglio della magistratura. Se dovesse emergere, anche retrospettivamente, che un omicidio mirato è illegale, si potrebbe arrivare a un processo e al pagamento di un risarcimento ai civili innocenti coinvolti.
La corte non ha accettato la posizione dello stato, che chiedeva un nuovo status di “combattente illegale” per tutti i coivolti nel terrorismo. L’Alta Corte ha affermato, piuttosto, che coloro che sono coinvolti nel terrorismo sono civili che hanno perso la protezione garantita ai civili “per il periodo di tempo in cui prendono parte ad atti ostili”. Non devono essere considerati pericolosi a tempo indefinito, e il fatto che continuino a costituire una minaccia deve essere verificato attentamente prima che sia deciso un omicidio mirato. Questa decisione non deve essere una vendetta , una punizione o un deterrente, ma solo un atto di prevenzione, e le informazioni che rendono un qualsiasi civile un partecipante ad atti ostili devono essere sufficientemente fondate. La minaccia deve essere “forte e persuasiva” e l’individuo deve essere implicato in “un’azione in corso che non si limiti un atto sporadico o unico” L’Alta Corte ha poi stabilito due ulteriori garanzie per un omicidio mirato: questa misura non può essere adottata quando si può compiere un arresto senza mettere a rischio la vita dei soldati; e un omicidio mirato deve essere evitato se può portare a a un ferimento di civili innocenti sproporzionato. In nessun modo la sentenza dell’Alta Corte deve essere vista come una licenza a “uccidere arbitrariamente”.

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