ONU: gravissima la situazione delle falde acquifere a Gaza



Nairobi/Ramallah/Gerusalemme, 14 settembre 2009 – Le condizioni delle riserve di acqua sotterranea, da cui dipendono l’agricoltura e la sussistenza di 1,5 milioni di palestinesi, sono a rischio di collasso dovuto ad anni di inquinamento e di utilizzo eccessivo: condizioni aggravate dal recente conflitto. Un rapporto pubblicato oggi dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) sulle condizioni ambientali della Striscia di Gaza a seguito delle ostilità richiede che le falde acquifere siano “messe a riposo” e che si trovino fonti idriche alternative.Secondo il Rapporto “se non si inverte immediatamente questa tendenza, ci potrebbero volere secoli per arginare i danni provocati. Poiché la falda acquifera si estende anche in Egitto e Israele, qualsiasi azione dovrebbe essere intrapresa congiuntamente con questi paesi.”
Il Rapporto mette in evidenza, insieme all’inquinamento da scarichi fognari e agricoli, un aumento della salinità dovuta ad infiltrazioni marine provocate da un’eccessiva estrazione di acque sotterranee.I livelli di inquinamento sono talmente alti che i bambini della Striscia di Gaza sono a rischio di avvelenamento da nitrato.
L’UNEP ha stimato che sarebbero necessari più di 1,5 miliardi di dollari, per almeno 20 anni, per ripristinare la falda acquifera, inclusa la creazione di impianti di desalinizzazione per non gravare sulle riserve di acqua sotterranea.Queste sono alcune delle venti raccomandazioni contenute nel rapporto Environmental Assessment of the GazaStrip: following the escalation of hostilities in December 2008 – January 2009.
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