Le proprietà dei profughi palestinesi in una mappa interattiva


Nella linea della tutela degli interessi dei profughi si inserisce una recente iniziativa dell'organizzazione israeliana Adalah («giustizia» in arabo). Questo Centro legale per i diritti della minoranza araba in Israele ha sede nella città costiera di Haifa, in Galilea, ed è stato fondato nel 1997 dall'avvocato e accademico arabo-israeliano Hassan Jabareen, che ne è tuttora il direttore generale.Il Centro ha da poco pubblicato nel suo sito Internet una «Mappa interattiva e banca dati sull'esproprio di terre e proprietà palestinesi nella Storia dello Stato di Israele». È la prima risorsa del genere e viene offerta al pubblico in tre versioni linguistiche: arabo, israeliano e inglese (per accedervi clicca qui).La mappa fotografa il territorio della Palestina all'epoca del Mandato britannico (1920-1948), con la suddivisione per distretti allora vigente. I dati presentati sono stati raccolti e organizzati da avvocati e professionisti di pianificazione (urbanistica) che hanno passato in rassegna gli ordini di confisca (in ebraico) pubblicati sulla gazzetta ufficiale israeliana. Oltre a fornire i dati complessivi, la Mappa di Adalah li disaggrega per distretto e per villaggio.Ideali destinatari di questo lavoro sono ricercatori, accademici, originari proprietari dei beni espropriati, e chiunque sia interessato alla storia delle proprietà fondiarie palestinesi dalla fondazione dello Stato di Israele ad oggi.Il 93 per cento della terra in Israele oggi è nelle mani dello Stato o del Fondo nazionale ebraico, spiega Adalah. Solo il 3-3,5 per cento resta in mani arabe; nel 1948 tale percentuale era ben più alta: il 48 per cento. Israele ha incamerato quei beni varando due leggi: la Legge per l'acquisizione della terra (1953), che portò all'esproprio di oltre un milione di dunam di terre (il dunam è l'unità di misura impiegata localmente che equivale a 1.000 metri quadrati) e la Legge sulla proprietà degli assenti (1950), le cui ricadute in termini di esproprio sono dibattute: le stime, a seconda di chi le fa, vanno da un minimo di 2 milioni di dunamespropriati a un massimo di 16 milioni.Adalah opera perché gli arabi israeliani godano gli stessi diritti dei connazionali ebrei in tutti i campi (diritti civili e politici, di proprietà fondiaria, diritti delle donne e dei detenuti, i diritti culturali, religiosi, sociali ed economici).continua quiLe proprietà dei profughi palestinesi in una mappa interattiva

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