iran : tam tam sullo sciopero..orrore nelle carceri


Orrore e morte. Impiccagioni e torture. È l’inferno iraniano. Ma la brutale repressione non arresta l’«Onda verde». Sciopero generale in Iran dal 5 al 7 luglio. La notizia rimbalza su Twitter e sui blog, nonostante il giro di vite della censura che ha colpito le comunicazioni via Internet nel Paese. «National strike confirmed 15-17 tir (July 5-8)», è il messaggio postato su vari canali del social network che ha permesso all'Onda verde che contesta la rielezione del presidente Ahmadinejad di rimanere in contatto e coordinare le azioni di protesta, che proseguono, nonostante il giro di vite imposto dal regime. Sei sostenitori del leader riformista Mir Hossein Mussavi sarebbero stati impiccati lunedì. Ad affermarlo è il quotidiano israeliano Jerusalem Post, che cita fonti iraniane. Secondo le fonti, le impiccagioni dei sostenitori di Mussavi sono avvenute nella città santa di Mashhad. Le stesse fonti hanno riferito che, malgrado la repressione del regime e il diffuso clima di paura, ancora ci sono in Iran focolai di opposizioneTorture nelle prigioni, ma anche tanti rilasci su cauzione: è quanto racconta un lungo rapporto pubblicato dal blog iraniano Revolutionary Road..., che afferma di riportare testimonianze dirette ma delle quali non è possibile verificare l'autenticità. Per quanto riguarda le torture si parla di largo uso di bastoni, pistole elettriche, privazione del sonno, e persino violenze sessuali. Il blog, registrato nell'ottobre 2007 da un utente che ha scelto come nome quello di Saeed Valadbaygi II, ieri ha pubblicato un testo - in inglese e in francese - sotto il titolo: «Cosa succede dietro le sbarre in Iran?». Secondo una testimonianza riportata dal blog, molti prigionieri vengono rilasciati dietro pagamenti che vanno da «50.000 a 50 milioni di toman» (con un toman che equivale a dieci rial, le cifre varierebbero da 37 a 37.000 euro). Nel testo pubblicato si sottolinea che la maggior parte degli arresti in Iran non sono stati fatti durante le manifestazioni, e hanno colpito «tanto teenager quanto professori universitari». Vengono riportati anche arresti di stranieri. «Le peggiori torture - scrive il blog - vengono fatte nella stazione di polizia di via Vahdat Eslami» oltre che nella prigione di Evin. Intanto su Twitter continuano a susseguirsi messaggi che chiedono agli utenti occidentali di far pressione sui media affinché tengano alta l’attenzione sull’'Iran. Altri messaggi invitano alla «disobbedienza civile, unico mezzo rimasto assieme alle proteste organizzate con breve preavviso, e allo sciopero, che può far cadere il governo». Gli ex candidati moderato Mir Hossein Mussavi e riformista Mehdi Karrubi hanno affermato ieri di considerare «illegittima» la rielezione del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Mentre il principale partito riformista, Mosharekat, vicino all’ex presidente Mohammad Khatami, ha definito la consultazione del 12 giugno «un colpo di Stato».
Ahmadinejad ha cancellato ieri una missione a Sirte, in Libia, dove era atteso al vertice dell'Unione Africana, della quale il suo Paese fa parte come osservatore. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi, ha sostenuto che la decisione è stata presa perchè «ora ci sono altre priorità». Il presidente iraniano, che nelle dichiarazioni dopo le elezioni ha inasprito la sua retorica anti-occidentale, ha affermato ieri che la sua è stata «una grande vittoria per il campo antimperialista».
Il capo della polizia, Esmail Ahmadi-Moqaddam, ha detto che sono stati venti i manifestanti uccisi nelle proteste seguite alle elezioni e 1.032 gli arrestati, anche se la maggior parte di loro è stata rilasciata su cauzione. Ma Karrubi ha affermato che sono «migliaia» le persone finite in prigione, nelle manifestazioni o nelle retate condotte casa per casa. E Mousavi ha chiesto di rilasciare questi che ha definito «i figli della rivoluzione».Iran, Tam tam sul web per lo sciopero
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Tribute To NEDA and All Other Brave IRANIAN Women

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